Il Sogno Consapevole

Filippo Goti

 

 

“L’uomo è solo un campo di costante inferenza”.

 

Con il seguente articolo ha inizio un lavoro di indagine attorno al mondo onirico. In tale ottica il presente lavoro non deve intendersi come opera conclusiva, ma solamente una tessera di un mosaico più ampio, che nel corso del tempo si andrà componendo.

 

DSCF1198.JPGLa vita umana si estrinseca in una serie di accadimenti, che ci vedono come oggetti e soggetti dei medesimi, ma trovo utile sgombrare il terreno da un equivoco iniziale, in quanto per accadimento non intendo il solo fatto fisico, ma bensì ogni espressione relazionale o non relazionale che investe e modifica il nostro sistema percettivo-cognitivo.

 

Tale assunto iniziale, vedremo, non ha valenza solamente per il piano onirico, di cui andiamo a trattare, ma per ogni altra pratica sia essa meditativa o spirituale che l'operatore pone in essere, portandoci a considerare la ricchezza di spunti di riflessione, di ambiti di ricerca e di interesse che si celano nella nostra vita quotidiana, sia essa di veglia o onirica, profana o iniziatica, sia che si svolga su di un piano orizzontale o verticale. Fino a concludere che tali ripartizioni, se hanno un senso a livello divulgativo, ne hanno molto meno a livello di comprensione del nostro poliedrico e camaleontico essere. Traslando questo pensiero sul mondo onirico ciò comporta che lo stesso non deve essere inteso solamente in chiave orizzontale, riducendo  quindi il sogno a uno sfogo di pulsioni e compulsioni non espresse, ma  ampliato ad una dinamica verticale che permette a quanto è atavicamente annidato nelle nostre  profondità di emergere. Il mondo onirico diviene una sfera, acquista spessore e sostanza, ed un utile strumento con cui deflorare la nostra sfera egoica, o quanto meno di aggirarla, sia  portando in superficie quanto è solitamente immerso,  sia permettendo di calarsi nei meandri dei nostri agiti.

 

Da tale complessità delle interazioni umane, e dalla mole dei meccanismi evidenti ed occulti che tutto muovono, discende l'ovvia considerazione che anche nella vita di tutti i giorni, innanzi ad un qualsiasi evento che ci vede compartecipi assieme ad altri, ne traiamo convincimenti diversi, a cagione della difforme prospettiva, formazione, o intenzione, con cui ci poniamo innanzi ad esso. Così a maggior ragione tutto ciò che investe l'emotivo, il psicologico, e il sottile, allontanandosi così dalla sfera del solido e del sensoriale, ha ancora maggiore valenza individuale. Essendo frutto di un piano di sussistenza interiore, immediato per noi e fortemente mediato nel momento in cui proviamo a comunicarlo, o altri provano a comprenderlo. E' utile osservare come in tale novero di fatti, egualmente concreti come i fatti fisici, i nostri strumenti logico-dialettici risultano spesso fallaci o incompleti, ma sarebbe altrettanto ingannevole pensare di poter comprendere questi sottili fenomeni senza un qualsiasi schema di sistematizzazione degli stessi. Non di rado assistiamo a persone, che seppur hanno la pretesa di esser votate ad un’indagine conoscitiva di loro stesse, rifiutano l’investigazione del piano onirico, in quanto la loro logica non si accompagna in egual misura all’intuito, e non avendo strumenti, capacità ed abilità necessarie rifuggono completamente da tale processo conoscitivo, azzoppandosi volontariamente lungo il camminamento impervio ma fruttuoso della conoscenza.

 

Entrando nello specifico il mondo onirico è un ambiente di accadimenti psicologici ed emozionali, dove l'unica differenza con lo stato di veglia è che tali eventi escludono la mediazione del fisico. Differenza irrilevante per il nostro cervello, visto che le informazioni giungono ad esso non in funzione di una trasmissione meccanica, ma di una trasmissione bio-elettrica. Ecco quindi che per il cervello, il nostro centro volitivo, è quindi irrilevante il luogo o il come di un accadimento, mentre assume estrema rilevanza come questo viene tradotto, in base agli schemi cognitivi precedenti, in esperienza. La quale a sua volta, oltre che sedimentarsi, si traduce in un’onda d'urto modificativa che si propaga a tutta la nostra struttura emozionale, psicologica e cognitiva.

 

Spesso mi soffermo a ricordare come in somma riduzione, escludendo tutte le varie sovrastrutture, noi non siamo altro che il nostro sistema percettivo-cognitivo, e quanto avanza altro non è che la risultante di ciò che esso plasma e propone. Un binomio fonda le proprie radici in quel mistero che è la nostra individualità alla nascita, ma anche le successive esperienze che sono lette e sedimentate in noi. Un binomio dove ciò che è il percettivo si deve correttamente intendere come la nostra capacità di raccogliere informazioni, di leggere il sensibile, attraverso i nostri sensi fisici e spirituali. Mentre ciò che è il cognitivo rappresenta quella serie di algoritmi psicologici che traducono le informazioni raccolte dal sistema percettivo, in esperienze che a loro volta sedimentandosi e stratificandosi mutano gli schemi cognitivi e percettivi stessi.

 

Questo sistema trova campo di azione e di modifica non solo nel campo del sensibile, come abbiamo detto in precedenza, ma anche in quello dell’onirico che è porzione di un sottile che tutto impregna ed avvolge. Quando una mattina ci svegliamo rendendoci conto che un sogno della notte appena trascorso, ha un qualcosa di diverso (un elemento, un colore, una valenza emotiva) rispetto ai sogni precedenti, che abbiamo trovato tale evento utile, interessante, gradevole, meritevole di ulteriore indagine o esposizione, cambiamo i nostri schemi cognitivi. Ciò che fino a quel momento era irrilevante o poco rilevante, sale nella nostra allocazione di attenzione, occupa uno spazio evidente all'interno della nostra memoria, è meritevole di altre combinazioni psicologiche, è oggetto e soggetto di flussi di pensiero. Ciò a sua volta si traduce nell'indirizzare la nostra percezione, in questo caso non sensoriale ma onirica, verso tale ambito di accadimenti. Venendosi a compiere un ciclo di feed-back che muta l'interezza del sistema percettivo-cognitivo, e la sua sintesi che è l'attenzione. Discende che con adeguate azioni è possibile plasmare il sistema stesso, fino a rimuovere quei traumi, o ciò che reputiamo tali, che lo hanno in qualche modo condizionato.

 

In conclusione nell'ottica proposta, ciò che risulta rilevante non è tanto se l'accadimento abbia avuto sussistenza nel fisico, nell'emotivo, o nello psicologico; quanto piuttosto la volontà e la capacità dell'uomo di tradurre lo stesso in esperienza sostanziale. Andremo adesso a focalizzare la narrazione esclusivamente in ambito del lavoro onirico, offrendo dei momenti per lo stesso, e delle riflessioni che possono in qualche modo tornare utili per dare una maggiore sostanza a quella che deve essere la nostra aspirazione di conoscenza integrale della macchina umana.

 

 

IL RISVEGLIO

 

In molte scuole spirituali che lavorano con i sogni, onde evitare il fenomeno della castrazione onirica si ricorre all'uso di appositi mantra che devono essere recitati prontamente al risveglio. Tali mantra, uniti a particolari posizioni del corpo, avrebbero come scopo quello di impedire l'oblio dei sogni, offrendo così poi la possibilità di analisi degli stessi. Viene quindi raccomandato a colui che si risveglia di non agitarsi, di non scendere da letto, di mantenere gli occhi chiusi, di dare vita ad un ciclo di respirazione profonda e a seguire ai mantra consigliati. L’idea portante di queste tecniche è quella di fissare indirettamente la volontà dell’operatore, su di uno strumento che si ritiene efficace allo scopo di riportare alla luce il sogno, tramite l’onda sonora che investe il cervello. Mantra quindi specifici, appartenenti alla scuola medesima, e quindi valevoli per l’universalità degli adepti, trasmessi proprio con tale indicazione di utilizzo. E’ forse altrettanto corretto affermare che tali suoni, che tali parole di potere, hanno come obiettivo quello del perdurare di una fase in cui la mente non è sommersa dall’azione degli stimoli quotidiani, dei pensieri immediati, dando così modo alle tracce oniriche di non perdersi, e riprendere completa forma, ed adeguata consistenza.

 

Sicuramente tali pratiche sono lecite ed utili, ma hanno lo svantaggio che implicano una vita solitaria e ritirata. Già crollano innanzi ad una normale vita di coppia, per risultare compromesse innanzi alla frenesia della vita moderna. Tenuto conto che non viviamo in una campana di vetro, possiamo suggerire qualcosa di estremamente più semplice ed immediato, che offre parimenti degli interessanti risultati. Il materiale onirico chiede di essere portato alla luce, urla la propria presenza, e non gioca a negarsi così come dei bimbi intenti a fare i dispetti. Sarebbe un assurdo ritenere che un tale dispendio di energia, un costante accompagnarci per buona parte della nostra vita, abbia come mero intento quello di scomparire come un fantasma alla luce del sole.  Piuttosto è imputabile alla nostra scarsa capacità di presenza, di attenzione, che tale materiale finisce per disperdersi, sommerso da un flusso di informazioni legati all'inizio della veglia, e alla riottosità della nostra mente di gestire un residuo informativo che non è frutto di circuiti  e dinamismi del pensiero a lei congeniali nella gestione. Del resto ampi studi hanno provato che nelle persone “normali” il cervello compie delle scelte aprioristiche fra la mole di informazioni, che ritiene utili. Scartando quanto non viene adeguatamente sottolineato dalla nostra attenzione, in virtù della constatazione che la mente preferisce operare attraverso automatismi, e monotone ripetizioni. Anche questo, è sempre utile ricordarlo, è frutto del settaggio del nostro sistema percettivo-cognitivo.

 

L’espediente proposto prende le mosse da una scelta a monte, e cioè la nostra volontà di percepire attivamente il mondo onirico. Qualora abbiamo nei giorni trascorsi, o nella sera precedente, deciso per un lavoro su di un particolare aspetto di noi stessi, un dato periodo della nostra vita, o su di un qualsiasi altro oggetto (la casistica più che ampia è infinita), ci basterà fissare la nostra attenzione in modo esclusivo su di esso e vedremo che se è presente nel materiale onirico lentamente esso emergerà. Volendo possiamo vedere questo agire come una sorta di setaccio, dove passare il recente stato di sonno alla ricerca di ciò che ci interessa. Il consiglio è quello di non superare un numero ragionevole di elementi, onde evitare una dispersione di tempo e di energie, e l'incapacità di affrontare questa fase con la dovuta solerzia.

 

Questo espediente risulta essere rivolto non tanto al sogno o ai sogni nel loro complesso, ma ad elementi eventualmente presenti in esso. Possiamo vederlo anche come in filtro di allarme, nel momento in cui l’oggetto della nostra attenzione è presente, dovrebbe emergere l’elemento corrispondente nel sogno, e in questo modo riuscire a trainare in superficie il mosaico onirico completo.

 

E' altresì interessante notare una sorta di concatenazione, nel momento in cui riusciamo a riportare alla luce un sogno, alle volte questo per incanto traghetta al diurno dominio anche sogni precedenti. Non sempre questi frutti di Morfeo sono riconducibili a sogni avvenuti nell'arco del medesimo sonno, ma possiamo rintracciare anche realtà oniriche vecchie di anni che si rivelano in tutto il loro splendore. Possiamo quindi dedurre che lo svolgimento onirico segue tempi e modalità proprie, che non solo determinati sogni sono il preludio di altri sogni, una sorta di anticamera, oppure la semenza per ulteriori espressioni, ma che vi sono degli elementi che nel corso degli anni sono continuamente riproposti alla nostra attenzione. Questi elementi (sogni interi, immagini, azioni) rappresentano dei fondamentali, delle chiavi di svolta, per comprendere la nostra architettura psicologica, e offrono la possibilità di cristallizzarsi in parole di potere o simboli strettamente personali. Ovviamente in quanto connessi alla nostra individualità, essi sono superiori a qualsiasi strumento che ci possa essere offerto in ogni ambito magico o esoterico, e utili per successivi impieghi.

 

 

 

L’ATTENZIONE

 

Malgrado questo punto avrebbe per rigor logico dovuto precedere quanto sopra esposto, ritengo che la capacità di fissare la nostra attenzione e presenza su di un determinato componente della nostra sedimentosa struttura psicologica, o altro che colga il nostro vivo interesse di indagine, sia una pratica necessaria e precedente ad ogni altro agire. Purtroppo spesso ciò che dovrebbe essere costante e fondamentale, viene trascurato conducendo agli stessi errori ed orrori di un’abitazione priva di fondamenta.

 

L’opera propedeutica dell’attenzione si dispiega attraverso la continua capacità di focalizzare l'obiettivo preposto. Ciò avviene in diversi modi, fra loro variamente articolati e complementari. Ad esempio il fissare un'immagine, il ridurre a livello grafico il nostro intendimento e oggetto di ricerca, oppure determinare un momento saliente della nostra vita, o una qualche azione che tendiamo a compiere durante lo stato di veglia. In quest’ultimo caso ciò è utile per la cosiddetta pratica del sogno lucido che vedremo in seguito, mentre nei precedenti casi esposti per indirizzare lo svolgersi dei sogni lungo dei binari di nostro interesse e gradimento.

 

DSCF1203.JPGQuando eravamo piccoli, ancora non fortemente condizionati dagli schemi culturali e sociali predominanti, la capacità di operare scelte consapevoli nel mondo onirico erano certamente più immediate di adesso. Le difficoltà dell’uomo adulto sono da ricondursi ad una sorta di inerzia ostile della mente, che giudica irrilevanti per il quotidiano svolgersi della vita le informazioni che possono provenire dal mondo onirico. Inoltre la pesantezza della vita moderna, i suoi mille affanni e turbamenti, ci conducono a precipitare in uno stato di sonno inconsapevole e pesante, che vuole essere liberatorio, ma che in realtà spesso ci vede passivi e succubi di espressioni che si possono trasformare in autentiche visitazioni ossessive.

 

La fissazione ci permette, con l’adeguato esercizio, di orientare i nostri sogni, di stabilire delle linee di preminenza che dal mondo della veglia, senza rotture traumatiche, ci guidano nel mondo del sonno. Luogo deputato dagli antichi a manifestazioni divine, e a moniti profetici.

 

Ecco quindi l’utilità appena coricarti, a seguire di adeguato rilassamento, o durante degli opportuni momenti nella giornata, di  visualizzare ciò che intendiamo far emergere durante la fase onirica. Un poco come nella favola di Pollicino, che semina molliche di pane per ritrovare la strada, noi seminiamo immagini-seme per andare e tornare in un mondo che un tempo ci apparteneva, e che adesso pretendiamo scisso ed avulso, oppure ricacciamo come inutile e folle.

 

Si può facilmente comprendere come questa pratica tenda sia a proiettare e fissare la nostra attenzione sull'obiettivo, sia a canalizzare le nostre energie verso di esso. Ponendo quindi in essere un processo di immaginazione attiva, che parimenti potrà essere impiegato anche in altri ambiti. Nel nostro caso ha anche come compito quello di limitare, prima, e sradicare, poi, quel continuo baccanale di pensieri che assiepano il nostro dormiveglia, drenando le nostre energie.

 

LA RACCOLTA

 

Un momento di estrema utilità e sintesi è quello della sistematizzazione del materiale onirico. Non stiamo parlando di condurre il materiale onirico all'interno di categorie, ma bensì di raccogliere le informazioni emergenti in ambiti di evidenza logica o descrittiva. Ciò possiamo ottenerlo tramite una preliminare traduzione del sogno in parole, seguendo un processo che preveda l’indicazione dell'ambiente (LUOGO), degli attori o dell'attore principale del sogno (SOGGETTO), e degli elementi attorno a cui il sogno stesso si svolge (OGGETTO). La cosiddetta chiave S.O.L utile non solo per ciò che concerne l'indagine onirica, ma ogni analisi a posteriori attorno alla nostra manifestazione sui vari piani di sussistenza ed estensione umana.

 

Sappiamo che è utile nell'interpretazione lineare di un sogno, delimitare gli elementi del quotidiano e della storia personale del soggetto sognante, onde evitare l'impossibilità di lettura causa l'eccessiva preponderanza di informazioni. Così è per noi utile procedere ad una riduzione del sogno, nei suoi elementi qualificanti e sostanziali per poter con essi e su di essi operare ad un livello sicuramente più profondo della semplice accettazione del sogno stesso come valvola di sfogo, o spia di qualche trauma o malessere.

 

Nel momento in cui il materiale onirico acquisirà una certa rilevanza statistica, si dovrà enucleare gli elementi emergenti evidenti: azioni che si ripetono, oggetti che troviamo in più sogni, oppure simboli ed ambientazioni. Con particolare riguardo a queste ultime due categorie, che per loro natura sono le prime immediatamente fruibili di un impiego ulteriore, le seconde portatrici di un novero informativo superiore a qualsiasi altra espressione dialettica. Ciò che viene ripetuto è importante, una sorta di informazione che viene riproposta perché evidentemente non è stata raccolta fino a quel momento. Così, alla stessa stregua, nella vita di tutti i giorni si tenderanno a riproporre identiche situazioni, seppur in forma diversa, fino a quando non avremo imparato cosa ci lega ad esse.

 

 

Nella nostra logica di lettura interiore, fermi nel nostro convincimento che il mondo esterno è frutto del mondo interno, gli elementi emergenti del sogno devono essere sottoposti ad ulteriori analisi. Accade così che mentre per altrui l'evincere determinate ricorrenze ed ancorarle alla veglia è già motivo di successo, per noi è solamente una tappa intermedia verso nuove vette di conoscenza ed esperienza. La nostra vocazione non è quella di sapere cosa il nostro inconscio tenta di esprimere attraverso il sogno, attorno alle frustrazioni quotidiane, ma bensì di penetrare il nostro inconscio e portarlo alla luce, non solo nei sui dinamismi e regole, ma nei sui grumi espressivi e coscienziali. Per fare ciò dobbiamo considerare il sogno come facente parte di un universo onirico, con regole proprie, con punti di riferimento, pesi e misure, attorno a cui dobbiamo applicarci, ed imporre la nostra volontà.

 

Sarà quindi opportuno porre questi elementi, queste evidenze oniriche, all'interno di circuiti di attenzione, di osservazione permanente, o pratiche intensive quali la meditazione. Per rendere maggiormente l'idea essi devono essere le giuste esche, i validi catalizzatori, le utili porte, che permettano a quanto li ha partoriti di emergere nel cono della nostra osservanza attiva, o a quest'ultima di attraversare la soglia ed immergersi nelle profondità titaniche e telluriche del nostro inconscio.

 

Tale operazione si potrà ottenere inserendo l'elemento simbolico al centro della nostra meditazione in forma diretta od esclusiva, oppure inserendolo in un ulteriore contesto simbolico atto a canalizzare il potere della nostra mente, e permettere così nel primo caso lo svilupparsi di altri motivi attinenti al simbolo, nel secondo caso l'emersione di ciò che è ad esso sottostante. Tanto per portare un esempio nel primo caso abbiamo un terreno di coltura, nel secondo una chiave coscienziale. Ad ognuno di noi ciò che lo aggrada maggiormente.

 

 

L'INCONTRO ONIRICO

 

Altra pratica che non di rado incontriamo fra coloro che operano sui sogni, è quello dell'incontro. Con tale operazione si intende la volontà di quelle persone hanno come proponimento quello di coagire su di un piano onirico, essere quindi presenti in quel determinato spazio che si viene a creare come congiunzione dei rispettivi sistemi onirici. Se a qualcuno può sembrare strano o oltre i limiti dell’assurdo, sarebbe forse lecito ricordare come diverse istituzioni iniziatiche tradizionali hanno la pretesa di tenere in contatto psichico a distanza i propri membri, DSCF1277.JPGattraverso una catena che fonda il proprio collante sia su di un insieme preordinato di riti, sia in un eggregore unificante e compensatore. Niente vieterebbe quindi che persone particolarmente dotate, ed in relazione intensa l'uno con l'altra abbiano la possibilità di agire congiuntamente su di un identico piano astrale o onirico.

 

Per esperienza possiamo affermare che ciò è ben più ragionevole, rispetto alla pretesa che un gruppo di persone vagamente assortite in base ad un labile afflato possano cooperare energeticamente.

 

Il conseguimento del proposito di cui sopra avviene in vario modo.

E' possibile creare una ritualità che dallo stato di veglia accompagni gli operatori nello stadio onirico, in tal senso è utile ricordare le pratiche sciamaniche di gruppo, che attraverso la ripetizione costante di suoni cadenzati sul battito cardiaco, ponevano le premesse per gli sciamani di intraprendere all’unisono il viaggio. Ciò a sottolineare che quanto stiamo parlando è connaturato alla stessa natura umana fin dalla notte dei tempi.

 

In genere basta qualcosa di estremamente semplice, dei gesti compiuti ad identica ora, ovviamente preceduti da un rilassamento profondo, e seguiti da visualizzazioni di simboli spiraliformi, di particolare tonalità di colore, di veri e propri rituali più complessi.

 

 

Altra possibilità  per gli operatori è quella di fissare la propria attenzione e volontà su di un glifo o simbolo comune. Attraverso la ripetizione  della forma fino all'induzione della stadio ricercato. Ovviamente ciò avviene attraverso la costante ricostruzione del simbolo con il pensiero visualizzandolo all'altezza del terzo occhio o del plesso cardiaco.

 

Esistono poi delle pratiche energetiche di proiezione accompagnatorie. Queste si estrinsecano in sigilli autoerotici, e dei mudra, che possono essere enormemente utili, ma parlare di ciò in modo più approfondito esula dall'orientamento del presente lavoro.

 

 

L'ACCORDAMENTO

 

Altra pratica sicuramente interessante, anche se richiede un certo livello di apprendistato e qualità empatiche non indifferenti, è quella dell'accordamento. Una pratica che non necessariamente, o non esclusivamente, è legata alla sfera onirica ma che può trovare in essa una certa esaltazione, specie nel caso in cui l'operatore abbia la capacità scivolando dal sogno alla veglia, di mantenere una certa presenza di se.

 

Tale azione si concretizza nell'assumere identico ritmo respiratorio e cardiaco della persona o dell'animale che in quel momento ci è vicino, strutturando il fluire di queste due fluidi vitali in un percorso spiraliforme che tende ad andare sempre più in profondità, dove il punto di arrivo questa volta non è tanto il nostro mondo interiore, quanto piuttosto della persona o dell’animale a noi vicino. In tal modo si avrà la possibilità di ritrovarsi nel loco intimo dell'oggetto del nostro accordamento, e viaggiare così nell'espressione e nell'espressività di esso.

 

A prescindere da ogni considerazione morale in merito a questa pratica, ritengo che essa sia estremamente utile per comprendere al meglio un determinato modo di agire, la situazione psicologica e sottile della persona, e l’eventuale presenza o meno di situazioni lesive del suo equilibrio.

 

E' indicata per questa pratica l'utilizzo di simboli personali, che nel caso in cui fossero mancanti è indicativo dell'arretratezza dell'operatore, e sicuro monito per esso per procedere ad un'analisi del proprio mondo interiore, prima di andare a scomodare quello altrui. Malgrado ciò sappiamo che questo avvertimento risulterà decisamente inapplicato.

 

SOGNO LUCIDO

 

Il sogno lucido è la capacità da parte del sognatore di prendere coscienza durante il sogno, accorgersi quindi che sta sognando. Quanto sopra appena abbozzato nei precedenti punti, e meritevole di prossimo ed esaustivo ampliamento, può essere letto come un’espressione propedeutica al fine di conseguire ciò che viene definito sogno lucido, o particolari azioni che possono essere perpetrate tramite esso.

 

Va da sé che sarebbe necessario convincerci della presenza di automatismi condizionanti nel mondo della veglia, in modo da conseguire già in esso una certa capacità di presenza. Sarebbe abbastanza paradossale essere svegli quando dormiamo, e continuare a dormire quando si dovrebbe essere svegli.

 

La narrazione corrente vuole l'onironautica come la capacità, successiva alla comprensione che stiamo sognando, di interagire o manipolare il sogno stesso, ed alcuni tendono a considerare il viaggio astrale come una particolare variante del sogno lucido stesso. In pratica il cosiddetto viaggio astrale sarebbe operato da quell’onironauta che non solo è consapevole di stare sognando, ma che è in grado di imprimere al sogno una direzione consona alla propria volontà. E’ utile notare come anche tale abilità è fortemente presente nella nostra infanzia, mentre tende ad affievolirsi e fin troppo spesso a morire in età adulta.

 

Esistono varie tecniche che permettono di comprendere che stiamo sognando, anche se mi permetto di far notare che il solo seguire le pratiche sopra esposte dovrebbe indurci a riconoscere il sogno in quanto tale, ed operare così come indicato in esso.

 

Alcune di queste tecniche consistono nel notare ciò che è difforme dalla realtà all'interno del sogno, oppure la capacità meccanica di compiere azioni fuori dalla nostra portata fisica nel mondo di veglia (ad esempio spiccare il volo compiendo un saltello). Sicuramente il volo di rane, l’incontro di persone prive del chiaro degli occhi, strane geometrie non euclidee, ambientazioni particolari, sono indicative che qualcosa di non consueto sta avvenendo. Per perseguire tale finalità è opportuno soffermarci durante la veglia su determinati aspetti della vita. Raccogliere in modo consapevole gli oggetti, quasi ad imprimerci la loro forma nella mente, studiare gli ambienti in cui solitamente ci muoviamo, annotare ciò che si ripete attorno a noi. In modo da poter avere degli immediati elementi di paragone e discrepanza durante il sogno.

 

Altre tecniche più complesse, e a mio avviso che rasentano l’inutile, propongono di alterare il normale ciclo di veglia sogno, in modo da prendere consapevolezza di quella che è la fase del sogno che solitamente rimane con maggiore impressione delle ore che precedono il risveglio. Riducendo l’arco del sonno, a detta di queste tesi, si dovrebbe intensificare la fase onirica. A mio avviso tutto ha tempi propri, senza niente forzare.

 

Concludendo in questo breve lavoro ho voluto offrire una panoramica di quello che può essere un mondo onirico vissuto in modo consapevole, conscio della semplice e rudimentale esposizione che ho dato dello stesso ci ripromettiamo di affrontare in seguito con maggior sistematicità i punti qui trattati.

Per approfondimenti: Sogno Consapevole, Emersioni Simboliche, Rappresentazione Astrale, Sogno Lucido ed Astrale, I Tre Mondi Astrali

[Home]

 

Tutti i diritti sui testi qui consultabili sono di esclusiva proprietà di www.fuocosacro.com  e dei rispettivi Autori. Per qualsiasi utilizzo, anche non commerciale, si prega prima di contattarci fuocosacroinforma@fuocosacro.com

 

Logo di Fuoco Sacro Fuoco Sacro Web Ring By MilleNomi & Galahad