Julius Evola

 

 

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Il barone Giulio Cesare Andrea Evola, meglio conosciuto come Julius Evola (Roma, 19 maggio 1898 – Roma, 11 giugno 1974), è stato un filosofo, pittore, poeta, scrittore ed esoterista italiano. Fu personalità poliedrica nel panorama culturale italiano del Novecento, in ragione dei suoi molteplici interessi: arte, filosofia, storia, politica, esoterismo, religione, costume, studi sulla razza.

Le sue posizioni si inquadrano, in parte, nell'ambito di una cultura e di tendenze ideologiche assimilabili o vicine a quelle del fascismo e ancor più del nazionalsocialismo, pur esprimendosi spesso in una critica in chiave tradizionalista nei confronti di alcune componenti dei due regimi.

Mussolini ne apprezza alcune impostazioni: in particolare il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale. Da parte sua il filosofo nutre un'indubbia ammirazione nei confronti del "Duce".

Evola ha una sua influenza, anche se difficilmente quantificabile, nel variegato mondo della cultura fascista: scrive numerosi saggi, collabora intensamente con riviste e giornali di grande tiratura e partecipa alla vita accademica del suo tempo in veste di conferenziere, sia presso alcune prestigiose università italiane e straniere che nell'ambito dei corsi di mistica fascista. C'è anche chi ritiene che in sede diplomatica Evola svolga missioni ad altissimi livelli per conto dello stesso governo italiano.[

Nonostante ciò, le sue idee eterodosse non sempre sono ben accette dalla classe dirigente italiana del tempo e gli valgono la sospensione di alcune pubblicazioni da parte dello stesso PNF e in Germania il sospetto delle gerarchie naziste.

Evola contribuisce alla divulgazione in Italia di importanti autori europei del XIX e del XX secolo: Bachofen, Guénon, Jünger, Ortega y Gasset, Spengler, Weininger, traducendo alcune loro opere e pubblicando saggi critici.

La complessità del suo pensiero gli procura, anche dopo la fine della guerra, un grande seguito negli ambienti conservatori italiani ed europei, da quelli più tradizionalisti del neofascismo (Pino Rauti ed Enzo Erra del Centro Studi Ordine Nuovo) fino a quelli rappresentati da esponenti della destra più moderata (Giano Accame, Marcello Veneziani).

Le sue opere vengono tradotte e pubblicate in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Svizzera, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti, Messico, Canada, Romania, Argentina, Brasile, Ungheria, Polonia, Turchia.

Gruppo di Ur

Il Gruppo di Ur è stato un sodalizio magico attivo in Italia alla fine degli anni venti.

Fondato da Arturo Reghini e Giulio Parise, tuttie tre Co-Direttori della rivista. Julius Evola era il Direttore amministrativo. Evola alla fine ella seconda annata di UR,n. 10, esautoro' gli altri due Direttori e compi' una specie di golpe interno. Questonporto' alla scissione definitiva ed Evola fondo' allora la sua rivista, Krur che non e' da intendersi come continuazione del Gruppo di UR.

Il gruppo si dichiarava indipendente da qualsiasi scuola o movimento esoterico del tempo (occultismo, massoneria, teosofia, spiritismo, ecc.) in quanto la Tradizione esiste di per sé e non è legata ad alcuna scuola. Di fatto però le principali componenti esoteriche rappresentate nel gruppo furono quella antroposofica, quella kremmerziana e quella massonico-pitagorica, oltre ad alcuni cattolici.

Secondo Evola gli obiettivi del gruppo furono essenzialmente due:

suscitare una superiore forza metafisica che potesse aiutare i singoli membri a operare magicamente;

utilizzare questa forza superiore per poter esercitare un'influenza magica sulle forze politiche del tempo.

All'interno del gruppo vi furono dei tentativi di rivitalizzare la componente esoterica-iniziatica del paganesimo tradizionale romano, da parte di Arturo Reghini, di alcuni antroposofi (come Giovanni Cesarò), di Evola stesso, e del personaggio noto con lo pseudonimo di Ekatlos. La relazione dello stesso Ekatlos, pubblicata nel 1929 sulla rivista Krur (articolo La scena e le quinte), su un tentativo da parte di alcuni componenti del gruppo di esercitare una pressione sul fascismo per imprimerne una svolta in senso pagano, rientra nel secondo degli obiettivi del gruppo così come li ha delineati Evola.

Vennero costituite diramazioni del gruppo in altre città (come si evince dagli articoli Glosse varie: costituzione di una catena magica, in Ur 1927 e Istruzioni di catena, in Ur 1928), denominate "catene", delle quali se ne conosce l'esistenza solo per la città di Genova (dall'articolo Esperienze di catena, in Krur 1929). Sono ignoti i componenti della catena di Genova ma si sa che era costituita da cinque persone e che il suo direttore era un ex kremmerziano.

Dopo la seconda guerra mondiale un sodalizio in Italia avrebbe ripreso il messaggio del Gruppo di Ur: il Gruppo dei Dioscuri. Julius Evola fu il denominatore comune dei due Gruppi, in quanto assistette al percorso della nuova esperienza esoterica, che fu voluta da alcuni giovani a lui molto vicini, che frequentarono casa sua negli anni cinquanta e sessanta e che a lui si ispirarono. È certo che Evola fosse costantemente informato dell'iniziativa, e che ebbe visione dei quattro fascicoli di ispirazione tradizionale (I Fascicoli dei Dioscuri, pubblicati all'interno del Movimento Politico Ordine Nuovo) prima che essi fossero diffusi tra il 1969 ed il 1973. Il Gruppo dei Dioscuri operò a Roma, Napoli, Messina e Milano, e diversamente dall'esperienza del Gruppo di Ur, che si ispirò a varie Tradizioni ed esperienze, ebbe al centro del proprio intento operativo la Tradizione romana prisca. La notizia relativa ad un suo scioglimento, diffusa in particolare attraverso gli scritti di Renato Del Ponte, appare falsa e priva di qualsiasi fondamento, in quanto il Gruppo dei Dioscuri risulta per certo essere stato ininterrottamente attivo fin dal 1969, ed è tuttora costituito dai discepoli dei fondatori, così come è noto a Sandro Consolato, Direttore de "La Cittadella", rivista del Movimento Tradizionale Romano, che ne riferisce la notizia nei suoi scritti.

 

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