René Guénon
Iniziazione Sacerdotale ed Iniziazione Reale

 

Possiamo distinguere le iniziazioni in ambito esoterico in iniziazioni di tipo Sacerdotale o contemplativo, in uso specialmente nelle tradizioni orientali,  ed iniziazioni di tipo Reale, o guerriero o attivo, tipiche delle tradizioni occidentali.

 

    Dobbiamo sottolineare che la Conoscenza è sempre superiore all'Azione, perché il dominio 'metafisico' è sempre superiore al dominio 'fisico', come il principio è sempre superiore a ciò che ne deriva. Da ciò proviene la distinzione fra i ''grandi misteri'' costituenti propriamente l'iniziazione di tipo contemplativo o sacerdotale, ed i ''piccoli misteri'' costituenti propriamente l'iniziazione di tipo Reale.

 

    Stando le cose in tale maniera, ogni Tradizione, per essere regolare e completa deve comportare ugualmente, nel suo aspetto esoterico, le 2 iniziazioni, o più esattamente le due parti dell'iniziazione, vale a dire i Grandi Misteri ed i Piccoli Misteri.

 

    Comunque ciò che non bisogna mai perdere di vista, e che è alla base stessa di ogni insegnamento veramente iniziatico, è che ogni realizzazione degna di questo nome è di ordine essenzialmente interiore, anche se è suscettibile di avere all'esterno ripercussioni di qualsiasi genere. L'uomo può trovare i principi soltanto in se stesso e lo può perché porta in se la corrispondenza di tutto ciò che esiste; infatti non bisogna dimenticare che, secondo una formula dell'esoterismo islamico, 'l'uomo è il simbolo dell'Esistenza Universale' ; e se arriva a penetrare fino al centro del suo proprio essere, egli raggiunge la Conoscenza Totale, con tutto ciò che implica per sovrappiù: ''Colui che conosce il suo SE' conosce il suo Signore'', ed allora conosce  tutte le cose nella suprema unità del Principio stesso in cui ogni realtà è ''eminentemente'' contenuta.

 

    L'iniziazíone, nella la sua prima parte, quella che riguarda propriamente le possibilità dello stato umano e costituisce quelli che vengono chiamati i " piccoli misteri ", ha appunto come scopo la 'restaurazione dello " stato primordiale "; in altre parole, grazie a questa iniziazione, se effettivamente realizzata, l'uomo è ricondotto, dalla condizione " decentrata " che presentemente è la sua, alla posizione centrale che normalmente gli compete, e reintegrato in tutte le prerogative inerenti a questa posizione centrale. L'" uomo vero " è perciò quello pervenuto effettivamente al termine dei " piccoli misteri ", ossia alla perfezione dello stato umano; in virtù di ciò, egli è ormai definitivamente insediato nell'" Invariabile Mezzo " (Tchoung-young) e sfugge così alle vìcissitudini della " ruota cosmica ", perché il centro non partecipa al movimento della ruota, ma è il punto fisso e immutabile intorno al quale si effettua il movimento. L'" uomo vero ", essendo passato dalla circonferenza al centro, dall'" esterno " all'" interno ", svolge realmente, rispetto a questo mondo che è il suo," la funzione del " motore immobile ", la cui "azione di presenza " imita, nel proprio àmbito, l'attività - "non agente " del Cielo.

 

    Il fatto è che l'unico punto dell'asse che si situi nell'àmbito dello stato umano è il centro di tale stato, sicché per chi non sia giunto al centro l'asse non è percettibile direttamente, ma solo attraverso questo punto che è la sua "traccia " sul piano rappresentativo di tale àmbito; ciò equivale, in altri termini, a quanto abbiamo già detto, e cioè che una comunicazione diretta con gli stati superiori dell'essere, effettuandosi lungo l'asse, è possibile unicamente dal centro; per il resto dell'àmbito umano, può esserci soltanto una comunicazione indiretta, mediante una specie di rifrazione a partire da tale centro. Così, da un lato, l'essere che si trova al centro, senza essersi identificato con l'asse, può svolgere realmente nei confronti dello stato umano quel ruolo di "mediatore " che l'" Uomo Universale " svolge per la totalità degli stati; e, dall'altra, colui che ha superato lo stato umano, innalzandosi lungo l'asse agli stati superiori, è ormai "perduto di vista ", se possiamo esprimerci così, per tutti coloro che si trovano in tale stato e non sono ancora pervenuti al suo centro, compresi quelli che possiedono gradi iniziatici effettivi, ma inferiori al grado di " uomo vero " cioè di uomo pervenuto alla conoscenza dei "piccoli misteri". Costoro non hanno perciò alcun mezzo per distinguere l'" uomo trascendente " dall'" uomo vero ", in quanto dallo stato umano l'" uomo trascendente " può essere scorto solo attraverso la sua " traccia ", e questa "traccia " si identifica con la figura dell'" uomo vero" ; da tale punto di vista, dunque, l'uno è realmente indiscernibile dall'altro.

 

   

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