René Guénon
La Catena d'Unione

 

Tra i simboli massonici che sembrano essere il più delle volte piuttosto mal compresi ai giorni nostri si trova quello della «ca­tena d'unione» [Nel “compagnonnage” si dice «catena di alleanza»], che circonda la Loggia nella sua parte supe­riore. Taluni vogliono vedervi la cordicella di cui si servivano i massoni operativi per tracciare e delimitare il contorno di un edificio; hanno sicuramente ragione, ma non basta, e bisogne­rebbe almeno chiedersi qual era il valore simbolico di quella cordicella [Questo simbolo porta anche un'altra denominazione, quella di «fiocco dentel­lato», che sembra designare piuttosto l'orlo di un baldacchino; ora, è noto che il baldacchino è un simbolo del cielo (ad esempio il baldacchino del carro nella tradizione estremo‑orientale); ma, come si vedrà, non c'è in questo nessuna reale contraddizione]. Si potrebbe anche trovare anormale la posizione asse­gnata a un «arnese» che serviva a effettuare un tracciato sul suolo, e anche questo non può non richiedere qualche spiegazione.

Per un'esatta comprensione dell'argomento bisogna anzitutto ricordarsi che, dal punto di vista tradizionale, qualsiasi edificio era sempre costruito secondo un modello cosmico; d'altronde è espressamente specificato che la Loggia è un'immagine del Co­smo, e probabilmente è questo l'ultimo ricordo di tale principio che sia sopravvissuto sino al giorno d'oggi nel mondo occiden­tale. Stando così le cose, l'ubicazione di un edificio doveva essere determinata e «incorniciata» da qualcosa che in certo modo cor­rispondesse a quella che si potrebbe chiamare la «cornice” stessa del Cosmo. Vedremo fra poco di che cosa si tratti, ma possiamo dire subito che il tracciato «materializzato” dalla cordicella ne rappresentava propriamente parlando una proiezione terrestre. Del resto abbiamo già visto qualcosa di simile a proposito della pianta delle città fondate secondo le regole tradizionali [Si veda Le Zodiaque et les points cardinaux (qui sopra, come cap. 13)]; di fatto, questo caso e quello degli edifici presi isolatamente non differi­scono sostanzialmente a questo riguardo, poiché si tratta sempre dell'imitazione di un medesimo modello cosmico.

Quando l'edificio è costruito, anzi fin da quando incomincia a essere innalzato, la cordicella non ha evidentemente più alcuna funzione da svolgere; così la posizione della «catena d'unione” non si riferisce precisamente al tracciato che essa è servita a effet­tuare, ma piuttosto al suo prototipo cosmico. E il richiamarsi al prototipo cosmico ha sempre comunque la sua ragion d'essere nella determinazione del significato simbolico della Loggia e del­le sue varie parti. La cordicella stessa, sotto la forma di «catena d'unione», diventa allora il simbolo della «cornice» del Cosmo; e la sua posizione si comprende facilmente se, com'è effettiva­mente, tale «cornice» ha un carattere celeste e non più terrestre [Per questo l'assimilazione all'orlo di un baldacchino è anch'essa giustificata, mentre non lo sarebbe evidentemente per la proiezione terrestre di tale «cornice» celeste]; grazie a questa trasposizione, aggiungeremo, la terra non fa altro che restituire al cielo quello che gli aveva in un primo tempo preso in prestito.

Il senso del simbolo è reso particolarmente chiaro dal fatto che, mentre la cordicella, in quanto “arnese», è naturalmente una semplice linea, la «catena d'unione» ha al contrario dei nodi posti a distanze regolari [Questi nodi sono detti «lacci d'amore»; il nome, come la loro particolare forma, conserva forse, in certo senso l'impronta del secolo XVIII, ma può anche darsi che vi si trovi un vestigio di qualcosa che risale a molto più addietro, e che potrebbe persino ricollegarsi abbastanza direttamente al simbolismo dei «Fedeli d'Amore»]; questi nodi sono o devono essere di norma dodici [Il «Quadro di Loggia», per altro inusitato di fatto, che figura all'inizio della “Maçonnerie occulte” di Ragon, è palesemente scorretto, sia per il numero dei nodi della «catena d'unione», sia per la posizione abbastanza strana e anzi inspiegabile che viene attribuita ai segni zodiacali], il che rende evidente la loro corrispondenza con i segni dello Zodiaco [Taluni pensano che questi dodici nodi implichino, almeno «idealmente», l'esistenza di un numero uguale di colonne, cioè dieci oltre alle due colonne dell'Occidente cui corrispondono le estremità della «catena d'unione». C'è da notare in proposito che una disposizione simile, benché in forma circolare, si tro­va in certi monumenti megalitici di cui è pure evidente il rapporto con lo Zodiaco]. Proprio lo Zodiaco infatti, all'interno del quale si muovono i pianeti, costituisce veramente l’»involucro» del Cosmo, cioè quella «cornice» di cui abbiamo parlato [A proposito della divisione zodiacale delle città, rimanderemo ancora allo stu­dio a cui ci siamo già riferiti sopra; conviene notare, in rapporto con quanto ci ri­mane qui da dire, che proprio questa divisione assegna i rispettivi posti ai vari elementi che, una volta riuniti, costituiscono la città. Si trova un altro esem­pio di «involucro» zodiacale nel simbolismo estremo‑orientale del Ming‑tang, con le sue dodici aperture, che abbiamo spiegato altrove («La Grande Triade», cap. XVI)], ed è ovvio che si tratta realmente, come abbiamo detto, di una «cor­nice» celeste.

Ma c'è ancora altro da dire, e non meno importante: cioè che una «cornice» ha tra le sue funzioni, e forse anche come funzione principale, quella di mantenere al loro posto i vari elementi che contiene o racchiude al suo interno, in modo da formare un tutto ordinato, il che è poi anche, come è noto, il significato etimolo­gico della parola «Cosmo» [Si può dire che il nostro mondo è «ordinato» dall'insieme delle determinazio­ni temporali e spaziali che sono legate allo Zodiaco, da una parte per il rappor­to diretto di quest'ultimo con il ciclo annuale e, dall'altra, per la sua corrispon­denza con le direzioni dello spazio (ovviamente quest'ultimo punto è in stretta relazione anche con il problema dell'orientazione tradizionale degli edifici)]. Essa deve in qualche maniera «legare «o «unire” questi elementi fra di loro, cosa del resto espres­sa formalmente dalla designazione «catena d'unione», e pro­prio da ciò risulta anche, per quanto concerne quest'ultima, il suo significato più profondo, poiché, come tutti i simboli che si presentano sotto forma di catena, di corda o di filo, esso si rife­risce in definitiva al «sutratma». Ci limiteremo a richiamare l'at­tenzione su questo punto senza entrare per questa volta in più ampie spiegazioni, perché dovremo presto ritornarvi, essendo tale carattere ancora più evidente nel caso di certe altre «cornici” simboliche che ora esamineremo.

 

 

   

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