Il Grifone

di Vito Foschi

Il Mito

 

   

Il grifone è un animale mitologico formato dall’unione di un’aquila nella parte anteriore e da un leone nella parte posteriore. Le rappresentazioni, a parte questa base comune variano un po’. A volte la parte aquilina riguarda solo la testa e le ali, mentre altre volte anche le zampe anteriori risultano piumate e dotate d’artigli; in alcune raffigurazioni il grifone a posto della coda aveva un serpente e le orecchie erano quelle di un cavallo.

Le rappresentazioni del grifone sono molte antiche e le ritroviamo in un’area che va dal medio oriente a tutto il mondo occidentale. La più antica immagine dell’animale è stata trovata in Iran su un sigillo risalente al 3000 AC.

Nelle leggende e nei miti il grifone ha assunto varie funzioni, da quello di guardiano a creatura demoniaca, fino a trasformarsi da simbolo della superbia a simbolo del Cristo nel Medioevo.

 

Il grifone riassume le qualità positive del leone e dell’aquila, accomunati da maestosità e fierezza e considerati, in un’ideale gerarchia, al di sopra degli altri animali. Il grifo assumendo in sé le maestà del leone e dell’aquila diviene sovrano del cielo e della terra.

A livello allegorico l’aquila rappresenta l’intelligenza per la sua capacità di guardare lontano, il leone la forza e il coraggio e il serpente la furbizia e quindi il grifo è un simbolo di completezza, la forza guidata dalla intelligenza ed aiutata dalla furbizia per svelare gli inganni.

16Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. (Vangelo secondo Matteo)

 

A livello esoterico il grifone è un simbolo di iniziazione molto esplicito. La sua natura è doppia: è formato da un animale terrestre e da un uccello, quindi partecipe dei due mondi terrestre e celeste.

Nel medioevo questa doppia natura terrena e celeste ne fece simbolo del Cristo, Uomo e Dio insieme.

Al leone spuntano le ali e riesce a librarsi in cielo e a svincolarsi dalla sua condizione terrena. Gli uccelli sono solo partecipi della condizione celeste è non possono rappresentare un simbolo per l’iniziazione, mentre il grifone rappresenta lo sforzo dell’animale terrestre di elevarsi. Tutti partiamo da una situazione terrena. L’iniziazione non è che un passaggio da una condizione umana, terrena ad una superiore e il grifone con la sua doppia natura ne è un perfetto simbolo.

 

Un altro simbolismo legato alla doppia natura del mitico animale è quello di essere un ponte fra cielo e terra, un tramite, uno strumento per avvicinarsi ai cieli. In un racconto si narra di come Alessandro, ormai padrone di un impero che si estendeva oltre la vista utilizzasse dei grifoni per potersi sollevare da terra ed osservare i suoi territori. Da questo racconto nasce l’associazione fra il grifone e la superbia. A tal proposito bisogna dire che nei racconti, Alessandro Magno per quanto venga descritto come un grande condottiero è sempre presentato come mancante di un quid per farlo assurgere ad una completezza ideale. Per la tesi valgono l’episodio del nodo di Gordio in cui non riesce a scioglierlo e si limita a tagliarlo e quella della fontana della giovinezza trovata da un suo compagno e non da lui. In ogni caso anche questo racconto si inquadra perfettamente nel simbolismo iniziatico perché chi si accinge a ricevere l’iniziazione non può essere mosso da superbia, che anzi è una condizione bloccante.

 

Il ruolo di tramite del grifone è evidente dall’essere nei miti greci la cavalcatura di vari dei come Apollo, lo stesso Zeus, padre degli dei, Nemesi la Dea della vendetta e Oceano, ma esistono anche raffigurazioni in cui è cavalcato da Dioniso o da Eros. È scontato che il padre degli dei non poteva cha cavalcare l’animale che racchiude il massimo del cielo e della terra. Dal IV A.C. il grifone accompagna Dioniso nelle vesti di divinità sotterranea. A Pompei ritroviamo l’animale in una tomba su un medaglione a rilievo in stucco cavalcato da Eros. In queste immagini è palese il ruolo di animale psicopompo, confermando il suo ruolo di tramite tra mondi diversi. Come tutti i simboli c’è un aspetto ‘positivo’ e uno ‘negativo’. Da un lato il grifone traina il carro solare dall’altro accompagna i defunti nel viaggio nell’oltretomba.

 

Notiamo che l’animale fantastico è partecipe di due dei quattro elementi, la terra e l’aria costituendo anche da questo punto di vista un perfetto ponte fra due mondi.

 

Altro elemento caratterizzante il grifone è la coda formata da un serpente, animale sicuramente legato alla terra, ma in grado di infilarsi nei buchi, quindi in qualche modo partecipe della natura sotterranea e in tal modo ideale completamento con il leone e l’aquila dei tre mondi, dando così al grifone una completezza. Ma non solo questo, il serpente oltre alle note valenze negative, che nel grifone non compaiono, è un altro simbolo iniziatico per la sua caratteristica di cambiare pelle, quindi di lasciare la sua vecchia natura e di acquisirne una nuova.

 

In alcune leggende i grifoni abitavano i monti Rifei dove estraevano l’oro, mentre in altre sono  custodi di tesori ed in particolare fra i vari miti furono posti a guardia dell’oro degli iperborei. Questi legami con l’oro e con le popolazioni iperboree ne rafforzano il simbolismo solare notato prima nel mito che lo fa traino del carro solare. Lo stesso mese zodiacale del Leone è agosto, mese caldo e quindi solare per eccellenza. Nel linguaggio comune non si dice Solleone?

 

In ottica simbolica l’estrazione dell’oro dalle montagne ricorda un’operazione alchemica: dalla materia grezza all’oro. D’altro canto il ruolo di custode di tesori ricorda altri animali mitologici come il drago custode del giardino delle Esperidi o quello custode dell’anello dei nibelunghi, tutti simbolo delle prove da superare per raggiungere il tesoro della conoscenza. È chiaro che non si tratta di tesori materiali. Anche questi miti ne confermano il simbolismo iniziatico.

   


Articolo pubblicato nella rivista LexAurea44, si prega di contattare la redazione per ogni utilizzo.

www.fuocosacro.com

[Home]