Le Fasi Più Importanti del Martinismo

Nebo

 


Il Martinismo è una delle forme occidentali con cui si riveste la Iniziazione Una e sotto tale aspetto va attentamente esaminato e studiato.
Ma sul Martinismo, inteso nella sua più ampia accezione, esistono pareri, punti di vista, terminologie che lo rendono estremamente confuso nella comprensione del suo messaggio, delle sue tecniche e delle possibilità ch’esso offre agli uomini di «desiderio» e di «volontà».
Il presente schema, presentato al congresso Martinista italiano del ‘72, vuole apportare chiarezza nel problema stabilendo i momenti più importanti del Martinismo.
In pratica, quasi tutti definiscono il Martinismo come una dottrina filosofica, un movimento di idee ed un Ordine costituito per propagandarle, che si riconnettono a Louis Claude de Saint Martin da cui avrebbero avuto origine.
Egualmente si definisce con il termine di Martinezismo quella corrente di idee, quella visione del mondo e quell’insieme di pratiche rituali atte a realizzarne i presupposti teorici, stabilite da Martinez de Pasqually, il Maestro di Louis Claude de Saint Martin.
Con il termine di Willermozismo si indica l’adattamento massonico di queste che ne fece Giovan Battista Willermotz.
Ciò chiarito, diciamo subito che accettiamo tutte queste definizioni, ma solo per indicare alcuni momenti del Martinismo che vediamo come una corrente unica, iniziatica su cui si innestano di volta in volta tecniche e particolari teorie e particolari «adattamenti» dei diversi Maestri del Martinismo stesso e ciò in armonia e conseguenzialmente con la teoria dei Superiori Incogniti, Uomini liberi, liberati, in possesso di ogni potestà iniziatica, teorizzante, tecnica, rituale ecc. ecc..
È evidente che da quanto detto emerge che per noi il Martinismo è unico, unico ne è il filone anche se le forme, le tecniche, gli adattamenti, divergono nel corso delle età ed in rapporto al mondo profano su cui opera ciascun Iniziatore.
Sottolineo questa visione e questo punto di vista perché esso è in realtà la chiave della comprensione globale del Martinismo, delle apparenti differenze, degli indirizzi diversi, ma mai contrastanti nella loro essenza.
Se manca questa comprensione globale, questa visione totale che spazia e si incrocia necessariamente con altre «forme» della iniziazione integrandosi in esse a formare un tutto unico, se manca - ripeto - questa comprensione globale... allora casca l’asino.
E l’asino non solo casca ma letteralmente «rovina» quando per effetto di una imperfetta iniziazione (per effetto di una imperfetta realizzazione della Iniziazione sarebbe meglio dire) un Superiore Incognito Iniziatore in possesso di una trasmissione valida, travalica i limiti del buon senso ritenendosi un dio (minuscolo) in terra pretendendo che tutti giurino sui suoi... insegnamenti (?!) che purtroppo non sono che quelli strettamente legati alla sua comprensione delle cose e delle cose dietro le cose, alla sua cultura, e sottolineo, alla sua struttura psicofisica e conseguentemente alle sue possibilità.
Il Martinismo è strettamente legato all’insegnamento di Martinez de Pasqually, di cui ci occuperemo altra volta più diffusamente, il quale a sua volta operò una sintesi delle conoscenze iniziatiche nell’area occidentale includenti la cabbalà, la gnosi, l’alchimia ecc... ed a cui dette una specie di «veste» cristiana per poter avere un linguaggio comprensibile nell’ambiente in cui svolgeva il suo lavoro di Iniziatore e di Istruttore.
Non riuscire a distinguere la unicità della fonte attraverso le diverse manifestazioni esterne di essa ed attraverso le diverse forme di tecniche consigliate (strettamente legate alle diverse strutture psicofisiche), significa non aver acquisito quella comprensione iniziatica indispensabile per chi ha raggiunto un certo livello di realizzazione in senso reale e non soltanto a parole. Ed è proprio per questo che lasciamo i cani addentare l’osso se altro non sono in grado di fare. L’osso resterà sempre il loro massimo ideale! Ed i loro latrati l’accompagnamento «giusto e perfetto».
Ai cani latranti per l’osso sarà sufficiente ricordare la seguente lettera scritta da Louis Claude de Saint Martin al suo amico e corrispondente Kirchberger. (E si noti bene che Saint Martin aveva abbandonato le tecniche insegnategli dal suo Maestro Martinez de Pasqually!).
«La nostra prima scuola (quella di Martinez) aveva delle cose preziose. Io sono anche portato a credere che Pasqualis, di cui mi parlate e di cui vi debbo dire che era il nostro Maestro, aveva la chiave attiva di tutte quelle cose che il nostro caro Boheme espone nelle sue teorie e che non ci stimava ancora in grado di sostenere tutte queste alte verità.
Possedeva ancora delle conoscenze che il nostro Boheme non conosceva, o non ha voluto far vedere di possedere quali il pentimento dell’essere perverso su cui il primo uomo era stato incaricato di sorvegliare. Questa idea mi sembra degna d’essere inclusa nel piano universale delle cose benché io non ne abbia avuto alcuna dimostrazione positiva eccezion fatta della sua comprensione intelligente. Quanto a Sophia ed al Re del mondo, non ci ha fatto alcuna rivelazione, lasciandoci con le nozioni ordinarie su Maria e sul demonio. Tuttavia non potrei darvi assicurazione ch’egli non ne avesse conoscenza, anzi sono ben persuaso che prima o poi vi saremmo giunti se lo avessimo conservato per un tempo più lungo, mentre la morte ce lo ha rapito mentre cominciavamo a marciare di conserva. E così il silenzio del vostro amico Divonne, su questo punto non prova niente, dato che questo amico non ha seguito la nostra scuola. [...] Da quanto sopra emerge che si può far benissimo un eccellente matrimonio tra la nostra prima scuola e quella dell’amico Boheme. È a questo ch’io lavoro e vi confesso che trovo i due sposi così ben armoniosi ch’io non conosco nulla di più completo...» (Saint Martin a Kirchberger 11-7-1796).
Saint Martin che, secondo gli incompiuti, ha creato una cosa «differente», confessa con pieno candore che malgrado tutto, egli resta fedele alla essenza della iniziazione trasmessagli di Martinez!
Ed ecco i «momenti» del Martinismo.

a) Martinismo primitivo o martinezismo. Ha come ispiratore Martinez de Pasqually e come espressione l’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo, includenti la classe segreta dei Reau+Croix in cui, è bene precisare, erano ammesse anche delle donne. Questa precisazione comporta la necessaria deduzione che per raggiungere il massimo grado dell’Ordine non era necessario l’appartenenza alla Massoneria in quanto le donne allora non vi erano affatto ammesse.
Sul problema delle donne nel Martinismo e nel Martinezismo rimando agli atti del Congresso Martinista di S. Leo del 1969.
L’iter iniziatico proposto da Martinez, consisteva in una pratica progressiva di natura magico-teurgica.
 
b) Martinismo antico. Ebbe due ispiratori che crearono due scuole con tecniche completamente differenti:
 
1°) Giovan Battista Willermotz, discepolo diretto di Martinez, creò l’Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa di Gerusalemme, modificando l’Ordine massonico della Stretta Osservanza Templare. La tecnica seguita era prevalentemente ritualistica ed operativo-massonica. Da segnalare che secondo il costume dell’epoca si ebbero delle degenerazioni in pratiche spiritualistiche soprattutto nella zona di Lione. L’originario insegnamento teorico di Martinez venne conservato e celato nei gradi segreti dei Professi e dei Grandi Professi i quali ultimi prendevano anche il nome di Silenziosi Incogniti (S.I.).

2°) Louis Claude de Saint Martin, discepolo diretto come Willermotz di Martinez, abbandonò anch’esso le tecniche operative Cohen collaborando dapprima con i C.B.C.S. per staccarsi successivamente da ogni ritualità di tipo massonico e per praticare la via cosiddetta «cardiaca» ad indirizzo mistico-filosofico. Mentre sia i Cohen, sia i C.B.C.S. operavano nell’ambito della Massoneria superiore, L.C. de Saint Martin, si indirizzò verso il mondo profano ove praticamente operò sino al termine della sua vita. Creò dei gruppi che Amdou, noto studioso e storico del Martinismo, chiamò degli «Amici Intimi» in cui sembra si perpetuasse la trasmissione del grado di Cohen di Sovrano Giudice (S.I.).
Necessariamente sottolineiamo che le opere di Saint Martin erano adottate come testi validissimi dai C.B.C.S. e che sovente soprattutto nell’Europa orientale e nel Nord le due scuole si confusero assieme dando vita alla cosiddetta Massoneria di Saint Martin.
 
c) Martinismo moderno. Papus fu il riorganizzatore principale (se non l’unico) di tale forma di Martinismo che si diffuse notevolmente nel periodo antecedente la prima guerra mondiale e che talvolta assunse anche aspetti competitivi con la Massoneria. Il suo indirizzo non fu certamente unico anche se in esso possono notarsi delle tinte spiccatamente gnostico cristiane o massoniche a seconda dei raggruppamenti.

d) Martinismo contemporaneo. Ha come primo ispiratore e riorganizzatore Robert Ambelain. In esso permangono indirizzi differenti ereditati dal Martinismo moderno che, come si verifica particolarmente in Francia, giunge a degenerazione mistico-cristiane.
 
È chiaro che entro i limiti di un articolo è sufficiente la esposizione dello schema e non il suo svolgimento od i relativi commenti.
Quello che ci interessa aggiungere è ch’esso trova una sua proiezione nel Martinismo Italiano. Qui in Italia possiamo distinguere o suddividere le diverse fasi in antica, moderna e contemporanea, mancando effettivamente e praticamente la fase primitiva, infatti solo due o tre Cohen risultano essere esistiti e questi ben presto confluirono nei C.B.C.S..
Il Martinismo antico fu diffuso particolarmente in Piemonte, nella Lombardia e nell’Italia del sud.
Quello moderno ebbe delle caratteristiche particolari perché subì necessariamente la influenza della scuola ermetica italica, basti ricordare che il Maestro Giuliano Kremmerz collaborava alla stesura della rivista martinista «O Thanatos» stampata per due anni dal Banti. Ricorderemo solo di sfuggita agli amici che si ebbe una scissione in due rami. Uno proclamò la sua universalità rimanendo così avulso dal Martinismo mondiale, l’altro restò fedele alla linea del Bricaud con Vincenzo Soro che non poté portare a termine l’iniziato processo di chiarificazione per la sua immatura scomparsa a causa di una caduta da cavallo.
Nel Martinismo moderno si ebbero anche, nell’immediato dopoguerra, delle caratteristiche degenerative, mentre una nuova onda Martinista proveniente direttamente dalla scuola di Robert Ambelain creava dei presupposti per una riunificazione risultata successivamente impossibile proprio a causa della diversità di formazione e di tecniche iniziatiche. Il primo gruppo infatti accentuava un aspetto operativo individuale e collettivo, mentre l’altro cercava di evitare qualsiasi operatività se non interiore...
Il Martinismo contemporaneo vede la esistenza in Italia di due gruppi principali. Quello proveniente dalla discendenza di Roberto Ambelain e quello che continua il martinismo papusiano pre guerre mondiali.
Il primo è in possesso di una tecnica individuale operativa e di una tecnica collettiva operativa (su cui si tornerà in proseguo di tempo) su base ermetico kabbalistica.
Nel secondo gruppo non sono evidenziati indirizzi precisi se non una coloritura tradizionalista (Guénon ed Evola) che non è omogeneamente accettata da tutti i membri e ci sembra soprattutto carente di una qualsiasi tecnica da utilizzate per lo sviluppo verticale dell’essere.
Ambedue i gruppi possiedono tuttavia una regolarità orizzontale iniziatica pur variando anche i «modi» e le «tecniche» della trasmissione. Per completezza affermiamo che esistono anche i «conservatori» delle tradizioni willermoziste che tuttavia non manifestano una marcata attività per ragioni che non è possibile esporre esulando dal fine della presente nota.
 

   


 

[Home]

Logo di Fuoco Sacro Fuoco Sacro Web Ring By MilleNomi & Galahad