Rivelazione Premosaica

di JHWH

Salvatore Capo

 

 

Una delle prime volte in cui compare il nome di Jhwh è in un'iscrizione sul monumento funerario del faraone Amenofi III, in cui si legge "il paese dei Sasu di Jhw". . Gli Sasu erano una tribù beduina nomade, che spesso, a causa dell'aridità dei pozzi, migrava nel Delta orientale del Nilo attraverso la penisola del Sinai. Di tali migrazioni ci dà notizia il papiro Anastasi: «Questo è un dispaccio informativo per il mio signore, per far sapere che abbiamo finito di trasferire le tribù degli Sasu di Edom attraverso la fortezza di "Merenptah-amante-della-pace" che si trova in Tjeku (e farle arrivare) ai pozzi d'acqua di Pi-Atum di "Merenptah-amante-­della-pace" che si trova in Tjeku, per il loro sostentamento e per il sostentamento delle loro greggi» (Papiro Anastasi VI, 54-61). Nel papiro Harris si legge di «Se'ir con le tribù degli Sasu» (Papiro Harris I, 76:9). Poiché, secondo Gn 32,4, il territorio di Se'ir costituiva «la cam­pagna di Edom», si può collocare la tribù degli Sasu all'interno del terri­torio montuoso di Se'ir, nelle vicinanze del territorio di Edom, il quale si trovava tra il Mar Morto e il Golfo di Aqaba.

Leggiamo nel testo ebraico di Dt 33,2 che «Jhwh è venuto dal Sinai, dal monte Se'ir splendette per loro, si mostrò dal monte Paran». Leggiamo nel cantico di Debora: «Jhwh, al Tuo uscire da Se'ir, al Tuo muoverti dalla campagna di Edom, tremò la terra e gocciolarono i cieli» (Gdc 5,4). E leggiamo nel testo ebraico di Ab 3,3 che «Il Signore muove da sud e il Santo dal monte Paran». Il monte Se'ir e il monte Paran sono nel territorio di Edom, nel sud della Palestina, o nelle sue vi­cinanze.

Si tratta dunque di un culto nato in regioni montuose del sud della Palestina. E in effetti troviamo spesso nella Bibbia ebraica che Dio è indicato come el shaddaj (48 volte) o come shaddaj (8 volte). Questo termine shaddaj viene tradotto in greco nella Settanta in prevalenza con pantokrator e in latino nella Vulgata in prevalenza con omnipotens. Ciò presuppone che il termine derivi dalla radice sdd, la quale però non spiega la forma nominale di saddaj. La derivazione oggi di gran lunga più accettata tra gli esegeti è dall'accadico shadda'u, «abitante dei monti». Per cui el shaddaj è «il Dio della montagna». Inoltre, in alcuni passi shaddaj è associato direttamente a Jhwh: «shaddaj Jhwh» in Nm 24,4 e 24,16; «shaddaj» e subito dopo «Jhwh» in Gl 1,15 e in Sal 91,1; «Jhwh» e subito dopo «shaddaj» in Is 13,6 e in Rut 1,21.

Sia la Bibbia che i testi extra-biblici testimoniano dunque l'esistenza di un culto premosaico di Jhwh nella regione di Edom. Sembra fosse una di­vinità con un culto già attivo tra i nomadi prima ancora di entrare in contatto con Mosè e il suo gruppo.

          

Se'ir, il territorio della tribù degli «Sasu di Jhw», era abitato in origine dai Chorei (Gn 14,6; 36,20-21.30; Dt 2,12.22); poi fu abitato dagli Idumei, o Edomiti, discendenti di Esaù, fratello di Giacobbe (Gn 32,4; 36,8-9; Dt 2,4-5.12.22.29; Gs 24,4; Ger 49,7-10). I Chorei esistevano prima di Giacobbe, e di Israele sua discendenza, e gli Idumei non erano della discendenza di Giacobbe.

Di Mosè è noto il legame con una tribù di cammellieri del Madian (Es 2,15), una regione a sud di Edom e del il territo­rio del Se'ir. In Gn 37,28 si parla di mercanti di Madian. È possibile che il culto di Jhw sia giunto da Se'ir a Madian attraverso le vie carovaniere percorse dai mercanti madianiti. Nel libro dell'Esodo si dice che Ietro, il futuro suocero di Mosè, era «un sacerdote di Madian» (Es 2,16; 3,1) e che Mosè, prima di ricevere la rivelazione di Jhwh al roveto ardente, aveva sposato Zippora, figlia di Ietro, e aveva avuto un figlio da lei (Es 2,21 - 3,2). Durante la sua attività come pastore del gregge di Ietro Mosè giunse a con­tatto con il suo futuro Dio (Es 3,1-6), venendone conquistato.

Prima di rivelarsi a Mosè, Jhwh si era rivelato ai beduini Sasu. E prima che a loro, ad Abramo. In alcuni passi del libro della Genesi il termine comunemente tradotto con «Signore» o con «Dio» è in effetti nel testo ebraico Jhwh. Gn 13,4: Abramo «invocò là (a Beth-El) il nome di Jhwh»; Gn 15,6: «Egli (Abramo) ebbe fiducia in Jhwh»; Gn 15,7: «Gli disse poi: "Io sono Jhwh che ti feci uscire da Ur-Casdim»; Gn 15,8: «E Abramo: "Signore Jhwh"».

E prima di rivelarsi ad Abramo, Jhwh si era rivelato a Noè. In alcuni passi dei capitoli 7-9 della Genesi il testo ebraico presenta anche qui Jhwh, che viene comunemente tradotto con «Signore». Gn 7,1: «Disse Jhwh a Noè»; Gn 8,20: «Noè edificò un altare a Jhwh»; Gn 9,26: «Egli (Noè) ebbe fiducia in Jhwh».

Secondo il testo ebraico di Gn 4,26, il culto di Jhwh risale addirittura a Set, terzo figlio di Adamo ed Eva: «Anche a Sceth nacque un figlio al quale pose nome Enosh. Allora si incominciò a invocare il nome di Jhwh».

Riguardo all'etimologia del nome Jhwh, l'ipotesi più accreditata è che esso sia una forma fi­nita della radice verbale hwj, «essere, manifestarsi, rivelarsi», le cui prime attestazioni risalgono all'epoca amorrea di Mari (XVIII secolo a.C.), dove troviamo come nomi personali Jahwi-ilum e lahwi-ilum, in pratica «Dio (ilum) esiste». Ciò giustifica, tra l'altro, la frase dell'Esodo «Io sono colui che sono» (Es 3,14).

Il fatto che si trovino culti di Jhwh antecedenti alla sua rivelazione a Mosè sembrerebbe indicare che lo stesso Dio che si è rivelato a Mosè si era già rivelato in qualche modo ad altri. E sembra indicare, oltre che una rivelazione progressiva di Dio nella storia, che la nascita di Israele è avvenuta non solo attraverso una conquista militare, ma anche attraverso una qualche integrazione tra gli antichi culti e la nuova rivelazione.

 

 

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