Eone Gnostico

di Filippo Goti

 

In molti sistemi gnostici (barbelotiani, alessandrini, ecc..) compare il concetto di eone. Brevemente possiamo notare come il termine eone deriva dal greco aion, il cui significato è da ricercarsi in eternità e durata. Essendo gli eoni le emanazioni della radice divina che compongono il Pleroma (da Plenitudine-Pienezza, la sfera celeste contigua e avviluppante la radice spirituale, e formata da tutti gli eoni), possiamo affermare che essi perdurano nell'eternità eguali a se stessi. E' ancora interessante notare come il nome di Aion lo troviamo in alcuni sistemi mitologici, come divinità legata al Tempo e all'Eternità, oppure nello stesso mito della Caverna di Platone. Soffermandoci proprio sulla filosofia dell'Antica Grecia possiamo accostare gli Eoni, sia alle divinità iperuraniche, che nella filosofica platonica erano custodi del mondo delle Idee (per divinità iperuranica dobbiamo intendere una potenza celeste, estranea al mondo del sensibile), oppure alle ipostasi nella filosofia neoplatonica e in particolare a Plotino. Le ipostasi (termine composto di origine greca: hypostasis, da hypo, «sotto», e stasis, «stare») è la generazione di immagini, o espressioni divine che sono sott’ordinate all'Uno, e che danno sostanza ai vari piani ontologici.

Valentino, forse il più fine pensatore gnostico di scuola alessandrina, nel suo sistema aveva postulato l'esistenza di 30 eoni diversi. Il primo Eone è Bythos (Abisso), diretta emanazione della radice spirituale suprema, esso ha in se, o emana, un altro eone di nome Sige (Silenzio), a seguire ogni coppia di eoni emana un'altra coppia e così a costuire la gerarchia spirituale valentinana:

Kaen (Potere) e Akhana (Amore)

Nous (Mente) e Aletheia (Verità)

Sermo (Parola) e Vita

Anthropos (Uomo Primogenio) ed Ecclesia (Chiesa)

Bythios (Profondo) e Mixis (Miscuglio)

Ageratos (Mai vecchio) ed Henosis (Unione)

Autophyes (Natura essenziale) ed Hedone (Piacere)

Acinetos (Inamovibile) e Syncrasis (Unione)

Monogenes (Unico-generato) e Macaria (Felicità)

Paracletus (Consolatore) e Pistis (Fede)

Patricas (Paterno) ed Elpis (Speranza)

Metricos (Materno) ed Agape (Amore Fraterno)

Ainos (Preghiera) e Synesis (Intelligenza)

Ecclesiasticus (Figlio ella Ecclesia) e Macariotes (Beatitudine)

Theletus (Perfetto) e Sophia (Saggezza)

A prescindere dal numero e dalla definizione degli eoni che compongono il Pleroma, è utile comprendere l'essenzialità filosofica che essi rappresentano. Non siamo alla presenza di un sistema creazionistico o generativo; non abbiamo un'esistenza degli eoni ex nihilo (dal niente), ma un processo emanazionistico, dove la radice prima, l'essere perfetto eguale a se stesso ed immutabile, proietta da se stesso, fuori se stesso (e quindi ritraendosi) delle potenze a lui inferiori, e di sostanza diversa.

Da ciò ne consegue una "frattura ontologica" che avviene all'interno del mondo divino, fra gli emanati e l'ente emanatore. Nei sistemi barbelotiani (in cui è centrale nell’architettura cosmogonica una o più figure "femminili" del divino) è la sola Barbelo che può volgere il proprio orante sguardo verso la fonte spirituale suprema, e nessun altro; ed è proprio in cagione di questa separazione che l'ultimo fra gli eoni detto Sophia, preso dal desiderio della comunione con la fonte causa la cosiddetta "caduta pneumatica" (pneuma-spirito). Non è questo il luogo per affrontare filosoficamente la differenza che divide il desiderio dalla volontà, anche se entrambi sono produttivi di atti, che mitologicamente descriveranno la formazione dei vari piani della creazione. Altra annotazione degna di nota riguarda il concetto di Sigizia, che concerne la natura binaria degli Eoni. Esso sottintende ad una distinta e distinguibile natura maschile e femminile, ma profondamente complementare; teorizzazione questa cara anche a sistemi filosofici orientali. E' bene ricordare, molti hanno a dimenticarsene, che il maschile e il femminile umani, sono pallidi riflessi del maschile e femminile che gli antichi gnostici narravano riferendosi al divino. In assenza di gerarchizzazione, ma avendo a riguardo della complementarità insita in loro, gli gnostici si riferivano alla capacità ricettiva del femminile, e alla capacità trasmissiva del maschile. Basti pensare come la Sophia riceve nel Pleroma, come del resto ogni altro eone, è formativa del mondo inferiore, ma vi trasmette anche involontariamente il Pneuma (quindi maschile).


 

Uno degli errori maggiormente frequenti è l'accostamento degli eoni agli angeli; niente di più errato. La cosmogonia gnostica distingue un mondo pneumatico/spirituale, spesso chiamato mondo di luce, e un mondo di tenebra. Il primo espressione immediata della Radice Prima, il secondo conseguenza della caduta. Gli angeli, così come i demoni, così come gli arconti di cui sono entrambi creazione, afferiscono a questo secondo mondo. Nella lettura di testi barbelotiani si incontra la creazione di Adam da parte degli Arconti; che lasciano a 365 angeli il compito di formare il corpo dell'uomo, composto dall'impasto di acqua, terra, fuoco, e vento, e soggiogato da passioni e desideri. Successivamente Adam viene posto all'interno dell'Eden, che assume significato di prigione per il Pneuma.

Per identico motivo non possiamo certamente accomunare gli Eoni alle Sephiroth, in quanto tradizionalmente esse sono agenti della fase del dispiegamento polare della manifestazione, e nello gnosticismo essa è ingannevole, in quanto contiene in se potenze e forze atte a sviare l'uomo dal ritorno al Mondo di Luce: la creazione è arcontica o demiurgica.

Rimanendo in ambito di cabala, e volendo creare un parallelismo per quanto arduo, possiamo suggerire come il Pleroma rappresenti Atzilut, e cioè il mondo prossimo al divino, popolato da realtà chiamate Partzufim.

La caduta della Sophia la possiamo accomunare a Briah, “Creazione”. Questo è il primo mondo a trovarsi “al di fuori”, come dice l’etimologia di Briah, che viene da BAR = “esterno”. Si tratta della creazione “yesh mi Ain”, “un qualcosa dal nulla”, o ex-nihilo

La Creazione del Demiurgo e degli Arconti a Yetzirah, o Formazione.

Mentre il mondo di Adamo a Assiah, il mondo del Fare. La parte più bassa di tale universo è quella fisica e materiale.

Infine concludiamo questo breve lavoro alcuni passi di Ireneo e Tertulliano sugli Eoni.


Pertanto tutti (gli Eoni) sono posti sullo stesso piano per quel che riguarda la loro forma e la loro conoscenza, ridotti tutti ad essere quello che è ciascuno. Nessuno è altro poiché tutti sono gli altri” (Tertulliano, Contro i Valentiniani, 12, 1).

Tutti quanti (gli Eoni) sono oramai uguali anche per la forma, a maggior ragione per il pensiero […] e pongono in comune tutto quello di più buono e più bello in cui ciascuno eccelleva” (Tertulliano, Contro i Valentiniani, 12, 3).

Tutti quanti (gli Eoni) mettevano insieme un unico bene, cioè quello che erano tutti quanti” (Tertulliano, Contro i Valentiniani, 12, 4).

Gli Eoni risultano tutti della stessa natura del Padre, solo quanto alla grandezza e non quanto alla natura differendo gli uni dagli altri poiché completano la grandezza del Padre come le dita completano la mano” (Ireneo di Lione, Contro le Eresie, II, 17, 6).

 

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