L'Uomo Verde

 

Yuri Giuliani

 

        

Due occhi attenti ci guardano, sembrano voler scavare nel nostro intimo, da una faccia che prende forma da foglie.
L’uomo verde nella rappresentazione classica appare come una faccia maschile, dalla quale germoglia fogliame.
La faccia stessa è foglia.
Esistono soprattutto immagini scolpite che ritraggono l’uomo verde, nelle costruzioni, ed è raro trovarne nelle pitture, nei manoscritti e nelle vetrate.
Ma cos’è l’Uomo Verde? Cosa rappresenta?

Molti Uomini Verdi sembrano scrutarci attraverso il fogliame senza espressione, osservatori oggettivi della realtà..
La sensazione è quella di essere di fronte all’archetipo della consapevolezza della natura, la consapevolezza Divina (del resto la parola Natura deriva da quella egizia Neter, divinità).

L’icona rappresentata, anche se con variazioni che la distinguono nelle varie tradizioni, è internazionale, e ciò rafforza il suo profondo significato archetipico.


Andando a scavare nel passato troviamo, come possibili precursori di questa rappresentazione, nella mitologia indù, Yama, dio della morte, signore degl'Inferi, raffigurato come un uomo verde vestito di rosso, con una corona di fiori fra i capelli, con in mano una mazza e seduto a cavallo di un bufalo; abbiamo Osiride, Dio della vegetazione e dell'agricoltura, anch’esso rappresentato come un uomo dalla pelle verde.

Benché molti siano inclini a cercare un'origine celtica della figura, già nella tradizione europea, in epoca romana (II secolo DC), ne troviamo diversi esempi.
Il più antico Uomo Verde in contesto cristiano si trova su una pietra tombale a Poitiers, ma la figura rimane rara nell'iconografia cristiana fino al dodicesimo secolo, trovando il suo apice forse nel tredicesimo.
L'Uomo Verde continua quindi ad essere usato come decorazione architettonica nei secoli, e cade in disuso al principio del ventesimo secolo, fino alla sua rinascita ai giorni nostri.

Il periodo più significativo nella vita dell’immagine dell’Uomo Verde resta quello del Medio Evo.
Si contano migliaia di queste raffigurazioni nella pietra delle chiese medievali d'Europa, anche se, per assurdo, non risultano scritti medioevali che spieghino il loro largo utilizzo.
Deve essere di allora l’antica denominazione inglese con la quale ancora oggi viene soprattutto chiamato, "The Green Man".

Una leggenda racconta di un uomo che sarebbe vissuto nelle solitudini dei boschi, chiamato Woodwose o Uomo Selvaggio.
Questa antica credenza è stata collegata a racconti come quello di Robin Hood, un collegamento supportato dalle immagini tradizionalmente dipinte sull'insegna delle taverne dell' "Uomo Verde". Se non lui, ecco l'immagine di un forestale o ancora quella di un uomo dall'aspetto selvaggio coperto di capelli e con un randello in mano. E’ la persona naturale, pura, che si nasconde dentro di noi.

Interpretando l’Uomo verde ci si accorge di quanto esso nasconda in sè un significato profondo, è il nostro lato selvaggio che ci scruta dentro senza pietà, senza interesse alcuno per ciò che è mascheramento.
E’ l’insegnante inflessibile che ci ricorda qual è la via da seguire.
Non tener conto delle precise leggi matematiche che regolano l’universo nel quale viviamo porta ad inevitabili fallimenti.
Un esempio calzante si trova in quattro rappresentazioni su un capitello a Woodbury nel Devon, chiaramente a scopo didattico, e puntualizza le conseguenze dell'ignorare la saggezza divina.

Ricordiamo infine che nell'Uomo Verde, in Jack in the Green (come viene a volte chiamato) c’è anche leggerezza e gioia per la vita, il potere dell’innocenza che trabocca da quello sguardo limpido e consapevole.

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