Storia Segreta dell'Ordine Pitagorico
di Vittorio Vanni

La
Storia Segreta dell’Ordine Pitagorico, 
scritta da Jean Marie Ragon[1] 
nel 1859, è un testo la cui verifica storica non è possibile. Bisogna quindi 
fidarci di Ragon che fu ai suoi tempi chiamato
l’auteur sacrée 
della Massoneria. La storia è tratta da un suo articolo dal titolo
Notice Historique sur le Pednosphes (Enfants 
de la Sagesse) et sur la TABACCOLOGIE, dernier voile de la doctrine 
pytagoricienne apparso sul n°12/1859 della Rivista
Monde Maçonnique.
Possiamo 
comunque esaminare l’origine della riscoperta del pitagorismo nel XVIII° e XIX° 
secolo, considerando che proprio in questo periodo furono creati tutti gli 
Ordini esoterici più o meno ancora presenti, probabilmente in reazione al 
materialismo e al positivismo, che furono i figli degeneri dell’illuminismo. Il 
Pitagorismo fu la sede ideale e teorica dei 
movimenti rivoluzionari del XVIII e XIX secolo, e continua tuttora, 
attraverso le tesi di Fourier[2] 
e St.Simon[3], 
con l’associazione eitgeist. (https://www.facebook.com/#!/zeitgeist.toscana). 
Se la Massoneria esoterica fornì l'ambiente d'incubazione ed il vocabolario 
simbolico, fu l'Illuminismo a garantirne il modello strutturale di fondo. Il 
piano organizzativo fu, infatti, mutuato dall'ordine degli Illuminati di 
Baviera, un movimento occultista radicale e secolare, organizzato in una 
gerarchia segreta su tre livelli: chiesa, sinodo e areopago. 
L'ordine 
degli Illuminati fu fondato il primo maggio 1776 da un professore di diritto 
canonico dell'Università dì lngolstadt, in Baviera, Adam Weishaupt[4]. 
L'ordine era segreto e gerarchico, modellato su quello dei Gesuiti (la cui 
abolizione da parte del papato, nel 1773, pose fine al loro monopolio 
dell'istruzione in Baviera). Il fine degli Illuminati era la guida di tutto il 
genere umano ad una nuova e perfetta morale, svincolata da ogni autorità 
politica e religiosa. Il nome derivava dal loro simbolo: un sole raggiante luce 
sul mondo profano. Uno dei rituali della cerchia centrale degli Aeropagiti 
comprendeva l'accensione di una candela che simboleggiava la fonte solare d'ogni 
illuminazione. 
Il culto 
zoroastriano-manicheo del fuoco era centrale nel simbolismo eclettico degli 
Illuminati. 
In nome 
della Tradizione i nomi delle città furono cambiati: Ingolstadt divenne Eleusi, 
Monaco era Atene...lo pseudonimo di Weishaupt era Spartaco; gli altri membri 
avevano nomi d'eroi greci o egiziani, ma c'erano anche Tamerlano e Confucio!
 Nel 1777 Weishaupt entrò in una Loggia 
massonica di Monaco; poi grazie all'appoggio del barone Adolf von Knigge, uno 
dei capi dell'ambiente occultista di Francoforte, l'Ordine si propagò in quasi 
tutte le Logge massoniche tedesche della "Stretta Osservanza". 
Weishaupt 
vedeva nella Massoneria un terreno d'addestramento per gli Illuminati, un grado 
intermedio, dopo l'ammissione nel suo Ordine, prima dell'entrata nei suoi 
circoli più segreti. Così si sviluppò un sistema di tre classi successive, con i 
primi due gradi che incorporavano i tre gradi tradizionali della Massoneria. 
L'Ordine 
fu ufficialmente disciolto nel 1785-1787 e Weishaupt fu esiliato a Gotha, ma 
l'influenza della sua ideologia pervase l'Europa: si pensi all'opera del conte 
di Mirabeau, La Monarchia prussiana sotto 
Federico il Grande (1788), scritto in buona parte da Jakob Mauvillon, già 
affiliato degli Illuminati, che diffuse l'idea utopica "del miglioramento d'ogni 
sistema di governo e legislazione" (libro V, pagg.99-l00). 
L'influenza degli Illuminati si può cogliere anche in Babeuf, nella prima 
esaustiva dichiarazione dei suoi obiettivi "comunitaristi" (inizi 1795); anche 
il suo circolo s'ispirò alla dottrina dell'ordine bavarese. Una recente scoperta 
getta poi nuova luce sulla vera finalità del Buonarroti. Sembra, infatti, che il 
cospiratore italiano fosse attivamente coinvolto nell'Illuminismo bavarese (Appendice 
politica a tutte le gazzette ed altri foglietti di novità ossia La Spezieria di 
Sondrio, Giornale pubblicato a Sondrio, 1789. Vol. II, 1790. p.1.
Museo del Risorgimento. 
In questa 
pubblicazione sono citati apertamente Weishaupt e gli  
Illuminati, paragonati ai sacerdoti dei Misteri Eleusini). 
Come 
abbiamo visto la nuova fede rivoluzionaria trasse dall'antichità classica un 
vero e proprio arsenale d'immagini simboliche e propria legittimazione. Due 
furono i nomi particolarmente importanti: l'immagine del rivoluzionario come 
moderno Pitagora e del suo ideale sociale come Filadelfia. 
Stando 
alla tradizione, il grande matematico greco lasciò Samo, per Crotone, 
nell'Italia meridionale, dove si presume desse vita ad una esoterica 
confraternita filosofico-religiosa per la trasformazione dell'individuo e della 
società. 
Questa 
tradizione fu periodicamente rivisitata e aggiornata per tutta l'antichità: 
circoli neopitagorici svilupparono ad Alessandria nel Il sec. A.C; e nel primo 
secolo d.C., da un successivo gruppo uscì Apollonio di Tiana, un saggio 
taumaturgo, e mago, di cui ci è giunta la biografia scritta da Filostrato. 
Le idee 
pitagoriche ricorsero nella cristianità medievale, nel Rinascimento e durante 
l'Illuminismo. Il programma finale di Weishaupt, elaborato durante il primo anno 
della Rivoluzione Francese, era intitolato
Pythagoras ed i principi sui quali 
riedificare la società erano fondati sulla fiducia pitagorica nei numeri primi e 
nelle forme geometriche. I primi rivoluzionari romantici attribuirono grande 
importanza ai numeri: 1, 3 e 7. 
Un 
particolare valore aveva anche il numero 5, mentre dal 17 si fece derivare 
l'intera struttura della storia rivoluzionaria (si veda: Nicolas de Benneville,
Les Jesuites chassès de la maçonnerie et 
leur poignard brisé par les macons London, 1788).
Si fece 
inoltre uso dei due più importanti simboli geometrici pitagorici: il cerchio ed 
il triangolo. Sembra che Weishaupt sia stato il primo ad impiegare il termine 
"circolo" o "cerchio" per designare un nuovo tipo d'organizzazione politica che 
facesse proprie sia le rivendicazioni etiche individuali che le pretese 
ideologiche universali.. 
Nel l792, 
all'apice della sua influenza, il Circolo Sociale di Parigi iniziò a pubblicare 
i testi cripto-rivoluzionari del gran sacerdote del misticismo lionese Louis 
Claude de Saint Martin che aveva creduto di scoprire nel caos della rivoluzione 
la possibilità di edificare una nuova Gerusalemme, sulla base di forme e numeri 
pitagorici: 
"un 
sole radioso si è staccato dal firmamento per posarsi sopra Parigi, da cui 
diffonde una luce universale".
E ancora:
"L'Uomo 
Nuovo" può cogliere quella luce contemplando i cerchi concentrici che convergono 
in un punto all'interno della fiamma di una candela accesa; in questo modo, egli 
si reintegra con gli elementi primi, aria, terra, acqua"
"Nella 
misura in cui l'uomo sì evolve in puro spirito, la democrazia rivoluzionaria 
diverrà "democrazia"
 (si veda:
Le Crocodile, 1799, pp.32 e 188 ed il 
finale del Traité de la Reintegration… 
,in R.Amadou, Trésor Martiniste,1969, 
pp.48 e 50).
È 
opportuno ricordare qui che una delle opere più rivoluzionaria di Louis Claude 
Saint Martin, Degli Errori e della Verità, 
fu pubblicata nelle stamperie del Palais Royal, a cura del Circolo 
prerivoluzionario di Bonneville e Marechal, comunitaristi pitagorici.
Questo 
testo scatenò le ire dell'abate Augustine Barruél, gesuita, che così si scagliò 
contro il Filosofo Incognito:
"
Io so quando costa il decifrare gli 
enigmi di quest'opera tenebrosa; ma convien ben avere, per la verità, la 
costanza che i seguaci hanno per la menzogna…l'eroe di questo codice il famoso 
Saint Martin si mostri all'aperto; ed ipocrita di pari al suo maestro egli non 
sarà più, che un vile copista delle inezie dello schiavo eresiarca, generalmente 
più noto con il nome di Manete. Con tutti i suoi raggiri egli non conduce meno i 
suoi seguaci negli stessi sentieri, e loro inspira il medesimo odio agli altari 
del cristianesimo ed al trono de' sovrani, ed ancora d'ogni governo politico"
(Storia 
del Giacobinismo, Massoneria ed Illuminati di Baviera, Carmagnola, Oggero 
Editore, 1989, pg.41)
L'immagine 
di Pitagora come modello eroico per ogni rivoluzionario massone fu pienamente 
sviluppata nella monumentale opera di Sylvain Marechal,
Voyages de Pythagore del 1799. Il 
sogno di una organizzazione pitagorica rivoluzionaria alimentò la prima ondata 
di attività politica nell'impero russo dopo la caduta di Napoleone e la rivolta 
decembrista del 1825 con la misteriosa organizzazione "Lanterna Verde" di cui 
fece probabilmente parte anche Alessandro Puskin che descrive questa 
associazione come:
 "un 
circolo in cui l'amata uguaglianza siede in berretto frigio ad una tavola 
rotonda"
 (cit. in: M.Obscestvo, Soedinennjkh 
slavian, 1927,vol l, pag.246).
        
Come il cerchio, ebbe grande importanza anche il triangolo, simbolo 
chiave per i pitagorici, essendo il sistema più semplice per racchiudere una 
superficie con segmenti di retta. Il triangolo che esprime reazioni armoniose, 
(teorema pitagorico) divenne il principale simbolo dell'iconografia 
rivoluzionaria: Libertà, Eguaglianza, Fraternità ed il tricolore. 
L'occultismo pitagorico assegnò ancor più importanza al simbolo; in una sua 
opera del 1798, Sul quadrato pitagorica 
in natura, Franz von Baader sosteneva che i tre elementi (fuoco, acqua ed 
aria) traessero energia da un "principio animatore" o "punto solare" 
rappresentato da un puntino al centro del triangolo equilatero (Tübingen, 1798, 
sta in: Sämtliche Werke, Aalen, 1963, vol.3°, pagg.266-267).
Grande fu 
l'influenza del von Baader sull'idea conservatrice della Santa Alleanza, vista 
come un triangolo di potenze in cui i "tre re dell'est" (russo-ortodosso, il 
prussiano-protestante e l'austriaco cattolico) fossero uniti nel segno dello 
Spirito Santo per costruire il "punto solare" dell'Europa post-napoleonica.
 Il punto centrale all'interno del 
sigillo triangolare era simbolo d’autorità occulta e di perfezione, di vigilanza 
in eterno. L'Occhio che sormontava la piramide degli Illuminati di Baviera, fu 
poi assunto nella simbologia dei templi massonici. 
Per 
l'influenza di Payne e Jefferson, lo stesso simbolo fu poi adottato nella 
coniazione della prima moneta americana, il dollaro. In passato nel triangolo 
equilatero si potevano trovare inseriti altri simboli: la stella del "triplo 
nodo sociale", la Y di Eleusi, ed 
altri ierogrammi.
        
I Sublimi Maestri Perfetti del 
Buonarroti avevano come simbolo di rango, un cerchio con dentro i tre puntini 
del triangolo: uno dei tre punti simboleggiava "il vulcano", cioè la 
rivoluzione, (elemento 
terra), gli altri due rappresentavano l'oceano ( 
acqua=nuova vita) e l'altare del santuario (= 
aria). Il nuovo rivoluzionario trovò dunque il proprio modello in Pitagora, il 
punto di partenza nel circolo (microcosmo di perfezione) e lo strumento 
operativo nel triangolo (in ultima analisi: l'unità base dell'organizzazione, la 
cellula operativa iniziatica).
IL 
PITAGORISMO INIZIATICO NELL’ETÀ MODERNA
Il testo 
del Ragon, come spesso succede, influenzò profondamente gli esoteristi, in 
particolare belgi, sempre alla ricerca di antenati illustri.
L’Ordre 
d’Hermes Tétramégiste fu una creazione di Emile Dantinne (1884-1969) e Jean 
Mallinger.
        
Dantinne, allora leader, di diverse società esoteriche con sede in 
Belgio, come 'La Rose + Croix Universitaire' e 'L'Ordre d'Hermès Tétramégiste', 
ha fondato nel 1936 la FUDOSI, o 'Fédération Universelle des Sociétés et Ordres 
Initiatiques' (Universale Federazione Universale delle Società e Ordini 
Iniziatici). A quel tempo aveva adottato il nome esoterico di Sar Hieronymus. 
L'Ordine Esoterico principale nel FUDOSI era il 
Rosae Antico e Mistico Ordine Crucis 
noto anche come AMORC, alla quale apparteneva Dantinne fin dai tempi della sua 
amicizia con il Gran Maestro 
Joséphin Péladan, 
il fondatore e Gran Maestro della Rosa + Ordre Croix Catholique. 
Dantinne era un discepolo entusiasta di Péladan e ereditato il manto di 
Imperatore del OR CC + Péladan quando morì, cambiando il suo nome al Ordre Rose 
+ Croix Universelle. Dantinne parlava diverse lingue, tra cui Italiano, 
Portoghese, Greco Russo, latino e antico. Durante la sua vita ha pubblicato più 
di 30 titoli riguardanti temi quali le lingue straniere, la storia locale, la 
metafisica, occultismo ecc.
Diverso il discorso per quanto riguarda Jean Mallinger poiché, anche se il ramo 
legittimo del Rito di Misraim migrò prestissimo in Belgio, subì in quel paese 
alterne vicende che lo portarono pressoché all’estinzione. Sopravvisse però 
parte degli archivi, nei quali furono conservati non solo importanti documenti 
ma anche strumenti massonici dell’epoca, a testimonianza dell’attività che 
continuarono a svolgere i fratelli Bédarride a favore della diffusione del ramo 
legittimo del Rito. 
Ormai estinto quanto a pratica effettiva, agli inizi del ‘900, il Rito di 
Misraim fu risvegliato in Belgio dall’ingegnere Armand Rombauts il quale, 
essendo Martinista, ebbe modo di ricevere a Parigi da Papus la trasmissione di 
alcuni gradi del Rito di Memphis e Misraim, di valore tutto sommato relativo. 
Ciò lo spinse però ad iniziare la ricerca di lignaggi più puri del Rito egiziano 
e fu sia in Olanda che in ambienti parigini (ovviamente diversi da quelli 
papusiani) che Rombauts ricevette ulteriori trasmissioni ed insegnamenti, 
parziali ma importanti. 
Le esperienze dei vari Ordini Iniziatici ai quali appartennero Dantinne e 
Mallinger furono riadattate in un contesto pitagorico chiamato O::H::T::M:::, 
(Ordine Ermetico Tetramegista Mistico).
STORIA 
SEGRETA DELL’ORDINE PITAGORICO
Tratto da 
un articolo di Jean Marie Ragon dal titolo
Notice Historique sur le Pednosphes 
(Enfants de la Sagesse) et sur la TABACCOLOGIE, dernier voile de la doctrine 
pytagoricienne apparso sul n°12/1859 della Rivista
Monde Maçonnique.
NOTIZIA 
STORICA SUI PEDNOSOPI (FIGLI DELLA SAPIENZA) E SULLA TABACCOLOGIA, ULTIMO VELO 
DELLA DOTTRINA PITAGORICA.
Nei bei 
secoli della Grecia e di Roma la filosofia, accompagnata alle scienze e dalle 
arti, delle quali essa incoraggiava i lavori, era tenuta in grande onore, basata 
sulla verità, estranea alle fantasticherie scolastiche che in seguito l’hanno 
sfigurata, essa attirava gli spiriti con la forza della ragione, diffondendo 
ovunque la luce e perfezionava la società. 
Ma giunse 
un’epoca, tanto disastrosa per l’impero romano che per le scienze, nella quale 
dei fanatici, impadronitisi del potere, perseguitarono la filosofia ed i 
filosofi. Nascondendo sotto un’apparente un’umiltà la più smisurata ambizione, 
da perseguitati che erano stati diventarono persecutori, e per meglio stabilire 
il loro potere, questi innovatori si servirono delle scienze, delle quali erano 
debitori alla filosofia, per il successo del loro piano.
 In effetti, con la protezione dei 
potenti del giorno, che avevano adottato i loro principii, s’impadronirono delle 
scuole filosofiche per non insegnarvi che ciò che pareva alle loro mire. In quei 
tempi disgraziati, in cui gli amici della verità erano costretti a rifugiarsi 
all’ombra dei misteri, una donna, Teodora, 
che, da cortigiana e danzatrice era divenuta la sposa di Giustiniano, il primo 
agosto dell’anno 527, giorno in cui, rivestito del potere supremo, egli fu 
proclamato imperatore, volle, fin dallo stesso anno, penetrare nei segreti dei 
filosofi e farsi ammettere alle loro riunioni. Non potendo riuscirci, essa 
risolse di vendicarsi. 
Giustiniano, che condivideva le passioni di questa donna indegna del rango che 
occupava e con il pretesto di una religione di pace che si era venuta a formare 
nel seno stesso dei misteri filosofici, giurò la rovina di queste scuole di 
sapienza. 
Il ferro, 
l’esilio, le torture divennero il retaggio degli amici della verità. Coloro che 
poterono sfuggire alla morte si rifugiarono in Persia, ove regnava, nell’anno 
531, Cosroe I. detto il Grande. 
Mediante 
la sua intercessione, essi ottennero di rientrare nella loro patria: fu loro 
assegnata Atene come luogo di ritiro, o meglio, d’esilio. 
Tali 
furono i discendenti della celebre scuola di Pitagora, di cui le società 
filosofiche segrete sono giunte fino a noi, e la stessa Massoneria, recheranno 
sempre l’incancellabile impronta di sapienza. Riuniti ad Atene, essi si 
costituirono in società sotto il nome di 
Pednosofi, (dal greco pais, paidos, 
fanciullo: sophia, sapienza), 
Fanciulli della sapienza. 
Si 
distinguevano tra i fondatori di questa nuova scuola: Emperios, Elamita, 
Prisciano, Alcinous, Agathias, Hermias, Amonia figlio di Hermias, aventi alla 
loro testa il celebre Simplicius. Questo notevole filosofo organizzò la nuova 
società, alla quale si unirono tutti gli amici della sapienza e della verità. 
Ma, 
sorvegliati dal governo e invidiati dai pontefici di un culto da poco tempo in 
auge, questi filosofi furono costretti ad avvolgersi da un velo più fitto che 
mai, al fine di sottrarsi a nuove persecuzioni. Tuttavia, se essi rifiutarono
di aprirsi ai seguaci della nuova religione, non serrarono le porte dei 
loro misteri a coloro che la paura o motivi di forza maggiore avevano obbligato 
ad abbandonare il culto antico per abbracciare il nuovo, dopo essersi 
assicurati, tuttavia, dei loro principi, della loro effettiva sapienza e della 
forza del loro carattere. 
Da quanto 
sopra si potrebbe pensare che i Pednosofi erano legati al paganesimo che una 
religione interamente spiritualizzata aveva rovesciata: ciò sarebbe uno sbaglio; 
essi erano troppo 
saggi e 
troppi istruiti per sacrificare la loro tranquillità a quegli errori che essi 
avevano tutti contribuito a distruggere.
Per loro 
entrambe le loro religioni si discostavano ugualmente alla verità, che sola 
aveva diritto al loro ossequio.
Le loro 
riunioni accadevano solamente nelle notti più oscure. Le rovine di un tempio di 
Cerere sulle sponde dell’Ilisso e quelle di un antico tempio di Minerva 
servivano loro di ritiro e li mettevano al riparo dai profani.
In seguito 
Simplicio rese più stabile il luogo delle riunioni, facendo innalzare, ai piedi 
del monte Imetto, un edificio di forma ottagonale, ad imitazione di quello che 
l’Imperatore Giuliano aveva fatto costruire a Costantinopoli ed aveva consacrato 
alle Muse ed alle Grazie.
Quest’ottagono era stato costruito ad imitazione del tempio della Pace a Roma. 
Fu in memoria di questo monumento, il cui ingresso fu interdetto ai filosofi 
dopo la morte di Giuliano, che Simplicio dette la forma ottagonale al suo museo, 
che consacrò con il nome di Lysis. 
Questo museo comunicava, attraverso sotterranei, con i templi di Cerere e 
Minerva nei quali si era costituito dapprima la società: Simplicio lo dedicò 
alla Sapienza e vi prese dimora.
        
Questa nuova società adottò quale simbolo l’anemone. 
Si afferma che questo fiore nacque dal sangue che versò Adone ferito da un 
cinghiale: parimenti, la pednosofia nacque dalla filosofia perseguitata e quasi 
annientata dagli attacchi della superstizione.        
Fin 
dall’inizio dell’istituzione, i fondatori ammisero le loro mogli e le loro 
figlie a partecipare ai misteri, al fine di prevenire la loro curiosità 
inquieta, che avrebbe potuto compromettere l’Ordine; ma non era confidata loro 
che una parte del segreto. 
Essi 
fondarono il sistema del loro mistero sulla favola di
Pirra che aiuta
Deucalione a ripopolare la terra, 
come nella Massoneria d’adozione si danno da studiare alle novizie le leggende 
bibliche.
Si esigeva 
dalle novizie che esse possedessero varii talenti, che fossero di costumi 
irreprensibili e che coltivassero il canto, la musica e la poesia.
La loro 
parola sacra era Naoma, che significa 
adorna di virtù. Quale segno esse incrociavano le braccia sul petto ponendo 
sulla bocca l’indice della mano destra. 
In seguito 
si dette loro come decorazione una collana formata d’anemoni intrecciati, alla 
quale era appeso un medaglione recante al centro la lettera iniziale della 
parola sacra.
Prima di 
ricevere la collana, le donne portavano questo medaglione fissato in guisa di 
fermaglio su di una cintura verde.
I 
pednosofi non ebbero a pentirsi di questo segno di fiducia nelle loro donne: non 
soltanto esse seppero custodire il segreto delle loro riunioni, ma inoltre, in 
tempi difficili, esse seppero proteggere i sapienti e sottrargli ad ogni 
ricerca.
Si è 
mantenuto il ricordo del coraggio di Simycha, moglie di Missias di Crotone, che 
preferì tagliarsi la lingua piuttosto che soddisfare la curiosità di Dionigi di 
Siracusa, autore della persecuzione, con lo svelargli un simbolo dell’Ordine.
Tuttavia, 
più tardi, quando i misteri dovettero essere trasferiti in Italia, si giudicò 
conveniente non ammettervi le donne, nel giusto timore che l’ignoranza e la 
superstizione delle italiane non avessero a compromettere l’istituzione.
L’anemone, 
come simbolo, presentava due emblemi che non erano indifferentemente comunicati. 
Nel primo, la cui spiegazione era data alle donne ed agli iniziati delle prime 
classi, l’anemone raffigurava l’uomo ricondotto alla virtù e divenuto amico 
della sapienza: i suoi bei colori significavano la bellezza della virtù e le tre 
foglie che circondano il suo stelo esprimevano la carità, l’indulgenza e la 
morale.
Nel 
secondo emblema, riservato ai grandi iniziati, l’anemone rappresentava la 
filosofia pednosfica nata dalla persecuzione. I suoi colori erano l’immagine 
delle ampie conoscenze del vero pednosofo.: il suo stelo, forte e poco alto, 
quello del carattere modesto e forte della pednosofia: le sue tre foglie 
simbolizzavano l’amore delle arti, delle scienze e della morale; la sua forma 
rotonda 
indicava 
l’unione e l’uguaglianza dei Fratelli; infine la stagione della sua fioritura 
richiamava la condizione di questa filosofia che non comincia a splendere con 
qualche intensità per gli uomini che giungono alla primavera simbolica e non 
riserva il suo più grande splendore che per coloro che sono pervenuti alla fine 
dell’inverno.
I Fratelli 
non portavano quale decorazione che una spada sospesa ad una cintura verde. Fino 
all’epoca della morte di Giustiniano, sopravvenuta il 14 dicembre 565, non 
sussisteva alcuna differenza fra i Fratelli, i quali portavano tutti la stessa 
decorazione. Ma, da quel tempo, i Fratelli delle diverse classi adottarono per 
la cintura i seguenti colori: verde per la prima classe, rosso per la seconda e 
azzurro per la terza. Dopo la morte di Giustino II essi portarono, secondo la 
loro classe, un medaglione di forma pentagonale, esagonale, ottagonale appeso 
sul petto. Sotto la direzione4 di Leone Sophos si dette ai neofiti della seconda 
classe in medaglione sulla quale era raffigurata la pianta
moly e inoltre, per tutte le classi, 
una piccola decorazione portata sul cuore.
Le leggi 
che governavano questa società, baste su quelle che avevano governato i filosofi 
di Alessandria, di Atene e di Roma, esigevano che vi fosse un capo unico che non 
fosse conosciuto con il suo vero nome che da un ristretto numero di persone: per 
questo egli prendeva, in occasione della sua elezione, il nome di qualche saggio 
dell’antichità; e questa misura venne in seguito adottata per tutti i Fratelli. 
Gli atti della società non erano sottoscritti né dai Fratelli né dal capo, ma 
semplicemente sigillate da un anello di tipo convenuto. Furono prima stabilite 
diverse classi di iniziati per assicurarsi delle loro capacità prima di 
ammetterli agli ultimi misteri. Fu stabilita una norma di ricezione in ogni 
classe, che fu mantenuta sino al 1670. La parola sacra era
theus-theos, che significa
speranza in Dio.
Poste ed 
adottate queste basi, si trattò di fraternizzare con i filosofi che erano sparsi 
in Asia ed in Egitto e di porsi in rapporto con loro. A questo scopo Simplicio, 
eletto capo dell’Ordine, inviò Elamita ad Antiochia e Prisciano ad Alessandria. 
Essi furono accolti nel modo dovuto; tutti gli amici della sapienza si riunirono 
sotto l’ottagono di Lysis e società corrispondenti si stabilirono a Sardi, ad 
Antiochia e ad Alessandria. Roma, in quel tempo, decaduta dal suo antico 
splendore e consegnata ai barbari, fu abbandonata alla sua disgrazia e fu solo 
molto più tardi che il nord dell’Europa conobbe i misteri pednosofici.
Per meglio 
nascondere questi misteri ai nemici della verità, fu assegnata a ciascuna delle 
città ove si stabilirono associazioni pednosofiche un nome tratto da qualche 
amico della sapienza appartenente ad epoche anteriori.
Tutto 
riuscì in conformità ai desideri di Simplicio: le sue cure ed i suoi sforzi 
furono coronati da un pieno successo. Egli aveva iniziato Germano, nipote di 
Giustiniano, che contribuì non poco all’emancipazione dell’Ordine. Simplicio, 
oppresso dagli anni, richiese un successore e fu autorizzato a designarlo: 
Germano fu proposto ed accettato con il nome di
Antonino. Questo giovane principe, 
filosofo illuminato, amico fedele e guerriero intrepido, fu mietuto nel fiore 
degli anni, nel 550. Simplicio ebbe il dolore di sopravvivergli.
Egli si 
vide costretto a riprendere le redini dell’Ordine, che mantenne per sei mesi, 
dopo di che si fece sostituire da Alcineo, che prese il nome di
Giuliano. Simplicio, concludendo 
presto una vicenda che era stata tanto utile alla filosofia, fu pianto da tutti 
i Fratelli ed inumato, con tutta la solennità dei misteri, nel sotterraneo che 
conduceva dal tempio di Cerere all’ottagono di Lysis. Questo luogo divenne sacro 
per gli iniziati ed è in memoria del nome di questo lascito prezioso e del nome 
di Lassa che i musei dei capoluoghi 
di ogni nazione furono designati con il nome di una città ,o di un luogo 
iniziante con L., come:
Lassa
(La Hassa) 
capitale del Tibet, ove fioriva un tempo un grande collegio di sacerdoti 
iniziatori, sostituito oggi dalle alte scuole cinesi.
La Rissa
(Larissa) 
celebre città della Tessaglia, centro di una grande scuola pitagorica da cui 
proveniva Anexillas, accusato di magia e esiliato da Roma sotto Augusto.
La
Lydia, la cui capitale, la fiorente 
Sardes, aveva un tempio dedicato a Diana e dei giochi quinquennali; è inoltre la 
patria di molti personaggi mitologici.
        
Il Lazio (l’Italia):
Lutezia, capitale della Gallia 
Celtica; London (Londinium) Londra e 
la stessa parola Loggia (dal 
sanscrito Loga, il mondo) luogo dove gli iniziati moderni, successori degli 
antichi, danno la parola (Logos) ecc.
Per la 
scelta del capo supremo, una regola esclude dall’Ordine i pontefici del nuovo 
culto dell’Impero dato che erano i più grandi antagonisti della filosofia e, in 
seguito, non furono più ammessi ai misteri.
Antinous 
ebbe per successore Evagro che prese il nome di
Leonzio. I nomi dei capi che 
governarono l’Ordine durante circa tre secoli non ci sono stati tramessi, però 
sappiamo che quasi tutti esercitavano la medicina. L’Ordine, durante questo 
periodo, fece pochi progressi. I Fratelli d’Oriente e d’Egitto subirono grandi 
rivoluzioni a causa delle guerre. La principale Accademia d’Oriente fu 
trasferita a Damasco nel 1262; quella egiziana fu quasi annientata all’epoca 
della conquista d’Egitto da parte dei Saraceni. Gli iniziati si distinsero in 
queste guerre per il loro valore ed il loro coraggio; per riconoscersi durante 
il combattimento misero un cerchio all’estremità del fodero della loro spada. 
Combattevano a favore dello stesso potere che li aveva perseguitati, ma anche 
difendevano la luce contro il fanatismo, la libertà pubblica contro la tirannia 
dei settari di una nuova religione intollerante ed essenzialmente dispotica.
Gli 
spiriti, degradati dall’ignoranza, avviliti dal dispotismo, resi ebeti dalle 
dispute teologiche avevano lasciato cadere tutti i puntelli che sono la forza 
delle nazioni; tutti i legami sociali erano allentati; i popoli dell’Egitto, 
dell’Oriente e della stessa Grecia subirono il giogo dei soldati di Maometto e 
dei suoi successori.
Allora 
divenne pericoloso essere istruiti: la scienza era un crimine, la ragione era 
vista come una mancanza di fede: non si può meravigliarsi di come la sapienza 
sia potuta sopravvivere a tante calamità. Però un principe mussulmano, Al 
Mamoun, salito sul trono di califfo, sembrò voler risollevare le scuole del 
sapere: attirò intorno a sé i saggi, gli amici della verità; ma non riuscì a 
collegarli con le scuole greche, le quali, per una strana prevenzione, pensavano 
che tutte le altre nazioni fossero popolate da barbari e comunicavano loro con 
ripugnanza, e dopo grandi difficoltà, qualcuno dei loro misteri.
I 
Pednosofi d’Oriente furono più comunicativi e, piegandosi alle circostanze, 
unirono le idee filosofiche dell’Ordine a simboli tratti dalla teologia dei 
Persiani, degli Ebrei e dei Cristiani, concessione questa che, alterando i 
misteri pednosofici, diede luce alla pretesa scienza cabalistica. che generò a 
sua volta diverse società segrete che, man mano che si allontanavano dalla loro 
origine, persero l’impronta originale. Ma se è grazie alla riservatezza dei 
pednosofi greci che si è conservato l’Ordine nella purezza originale, questa 
stessa delicatezza poteva perderlo del tutto, restringendo ad un numero troppo 
piccolo la comunicazione dei suoi misteri.
Al Mamoun 
era un vero filosofo; fu iniziato ai misteri pednosofici dell’Asia; era 
diventato da poco amico e favorito del Califfo Abu.-Joseph quando lo iniziò. 
Posto ben presto sul trono, divenne lo zelante protettore dell’Ordine e la 
scuola d’oriente risvegliò per un po’ di tempo l’energia di quella greca.
Al Mamoun, 
dopo la morte di Abu-Joseph, che era stato eletto capo dell’Ordine in Oriente, 
fu scelto per sostituirlo, ma rifiutò: “Il nostro Ordine, disse, è un focolare 
di luci, ognuno dei suoi membri deve illuminare il mondo; raggio di sole, io non 
ho tutta la sua virtù e non posso quindi guidarvi”; su sua proposta fu eletto 
Abu-Zacharie- Mesné.
Da allora 
la capitale dell’Ordine in Oriente seguì lo spostamento dei Califfi e passò 
quindi da Damasco a Bagdad.
Quanto ai 
centri dell’Egitto, essi si erano dispersi dopo la conquista dei saraceni e i 
pochi iniziati rimasti si ricollegarono all’Ordine di Oriente.
Mentre 
quest’ultimo cresceva e prosperava quello dell’Impero greco languiva e Al Mamoun 
ne risollevò le sorti. Questo principe fece conoscere a Teofilo, imperatore dei 
greci e dei romani, un saggio che era stato iniziato e il cui merito uguagliava 
il suo sapere.
Leone, 
soprannominato Sophos, era quest’uomo prezioso. Discendente da una delle più 
antiche famiglie dell’impero, aveva sacrificato tutto per dedicarsi allo studio. 
E fu proprio nel corso dei suoi viaggi intrapresi per acquisire scienza e 
saggezza che Leone, che si trovava nell’isola di Andros per prendere lezioni da 
un celebre matematico, fu ammesso nell’Ordine.
Tornato a 
Costantinopoli, volle riunirsi ai Fratelli che abitavano in quella città; ma il 
capo dell’Ordine, Valerio, non lo ammise, temendo che i suoi meriti offuscassero 
i propri. Durante queste difficoltà uno dei discepoli di Leone, caduto nelle 
mani dei Saraceni, avvicinatosi al Califfo Al Mamoun, ebbe l’occasione di 
parlare al principe del sapere e delle grandi qualità di Leone. Il Califfo, 
desideroso di avvicinarsi a un uomo di tanti meriti, l’invitò ad andare con lui. 
L’Imperatore Teofilo, venuto a conoscenza delle intenzioni del Califfo, pensò 
allora di far uscire Leone dall’ombra in cui era stato lasciato così a lungo e 
lo trattenne colmandolo di onori. Dopo questa splendente testimonianza della 
stima del capo dell’Impero, Valerio non osò più opporsi all’ammissione di Leone 
all’Accademia e fu un’ottima cosa per l’Ordine, in quanto fu messo sotto 
l’occhio benevolo dell’Imperatore.
Fatto 
Vescovo di Tessalonica, Leone non abbandonò gli
Amici della Sapienza e fondò nell’840 
un museo in questa città. Alla morte dell’Imperatore, avvenuta nell’842 fu 
spogliato della dignità episcopale e tornò quindi a Costantinopoli per riunirsi 
ai suoi fratelli, i quali, alla morte di Valerio, avvenuta l’anno successivo, lo 
elessero capo dell’Ordine.
Fu allora 
che Leone poté realizzare i suoi progetti: studiò gli annali dell’Ordine e i 
suoi misteri, rivedette gli statuti, abolì parecchi abusi e cercò in tutti i 
modi di restituirgli il suo antico splendore.
L’Ordine 
aveva sempre un unico capo, alla nomina del quale concorrevano gli istituti 
dell’Asia, dell’Egitto e della Grecia; ma le difficoltà derivate dallo 
smembramento dell’Impero rendevano questo fatto difficile e quasi impossibile. 
Leone allora, consenso di tutti, impose delle regole a tutti i musei: questi 
ultimi dovevano avere ognuno un rappresentante presso il museo centrale e 
quest’ultimo, per reciprocità, doveva avere il suo deputato.
La parola 
sacra fu Theosophos che significa 
divina saggezza.
Gli altri 
gradi d’iniziazione rimasero esattamente come erano stati regolati nello statuto 
di Leone Sophos.
È a questa 
epoca che si cominciò a proibire agli iniziati il duello e di entrare in ogni 
altra associazione senza il consenso del capo dell’Ordine.
Questa 
restaurazione dei pednosofi fu effettuata da Gemisto, Bessarione, Calcondila, 
Argiropulo, Teodoro Faza, Costantino Lascaris e Ducas. Il capo supremo 
dell’Ordine era Gemisto che, dopo aver lasciato il suo istituto nascente sotto 
la protezione di Cosimo de’Medici e di Borso d’Este, duca di Ferrara, andò a 
finire i suoi giorni, all’età di cento anni, nel Peloponneso. Fu in quest’epoca 
che le donne furono escluse dai misteri.
Costantino 
Lascaris, sotto il nome di Varrone, successe a Gemisto.
Sotto la 
sua direzione i pednosofi, denunciati da un servo, furono perseguitati da Paolo 
II, che aveva ordinato l’arresto di Esperientes, a casa del quale si teneva 
l’accademia e tutti coloro che ne facevano parte.
Avvertiti 
a tempo da Bessarione, loro fratello, presero la fuga. Esperientes si rifugiò in 
Polonia e gli altri fratelli si recarono alla corte di Mattia Corvino, re 
d’Ungheria, amico delle lettere e dei saggi. Nel 1471, con la morte di Paolo II 
terminò la persecuzione e i pednosofi poterono tornare in Italia; ma Lascaris 
che era rimasto in Ungheria, vi morì dopo aver governato l’Ordine per 13 anni.
A Lascaris 
successero Donato Acciaioli, nominato 
Pollione che morì nel 1478; Bartolomeo Scala, soprannominato
Ulisse, che morì nel 1497 e Gian 
Andrea Lascaris sotto il nome di 
Scipione. Quest’ultimo capo, viaggiando molto, creò istituti in Francia e 
Germania; ma l’Ordine vi fece pochi progressi a causa della superstizione dei 
popoli e delle guerre di religione.
Stimato e 
considerato dai principi italiani e apprezzato da due re francesi, Lascaris 
lasciò la carica nel 
A Lascaris 
successero Girolamo Benivieni, Ciriaco Strozzi, Pier Vettori, Francesco 
Piccolomini, Adriano Cibo, Guiribaldo Bonarilli, Andrea Mirosini, Federico di 
Cesio duca d’Acquasparta e Sabbio Colonna.
Durante 
queste nove reggenze, l’Ordine raggiunse in Italia un alto grado di splendore. 
Accademie furono fondate a Firenze, Roma,. Perugia, Lucca, Napoli, Forlì, Faenza 
e in parecchie altre città.
Ma la pace 
di cui godettero i pednosofi durante tanti anni fu loro fatale. Troppo fiduciosi 
nel loro numero e nella qualità dei loro membri, trascurarono le precauzioni che 
li avevano protetti fino allora; la gelosia dei fratelli delle classi inferiori 
fece si che il papa Urbano VIII facesse chiudere le Accademie. Nessun rifugio fu 
lasciato ai pednosofi, il Granduca di Toscana li abbandonò e allo stesso tempo 
Filippo IV re di Spagna e Napoli li respinse. Tutte queste misure coercitive 
erano prese sotto istigazione dell’Inquisizione che perseguitava gli
Amici della sapienza e della verità.
Un po’ di 
tempo prima di questo triste avvenimento, il principe Federico di Cesio era 
stato eletto capo dell’Ordine prima dell’età prevista a causa del suo zelo e 
dell’ampiezza delle sue conoscenze. Egli aveva trasformato il suo palazzo in una 
accademia che chiamò i Lyncei.
Tuttavia 
fu proprio sotto la sua direzione che cominciò la decadenza dell’Ordine. Fabio 
Colonna, suo successore, fece dei vani sforzi per risollevare l’istituzione, ma 
il genio del male prevalse e tutto si spezzò nelle mani del capo. Fortunatamente 
si presentò per l’ordine un ultimo rifugio in Inghilterra. Sotto la direzione di 
Ciriaco Strozzi era stato iniziato Th.Bodley: un nuovo museo fu fondato a Londra 
e istallato da Francesco Pizzellati verso il 1550.
Più 
circospetti dei loro fratelli italiani e resi edotti delle loro sfortune, 
presero tutte le precauzioni necessarie per velare i loro misteri e impedire ai 
“volgari” di rispettarli.
Per 
parecchio tempo non furono conosciuti che sotto il nome di
Società Baconiana dal nome del 
celebre Bacon e di suo padre, che erano iniziati e presso i quali si tenevano le 
riunioni, sotto la direzione di John Marsham. Fu proprio in Inghilterra che nel 
XVIII secolo i pednosofi cominciarono ad escludere ogni religione tra i criteri 
di ammissione ai loro misteri e la filosofia ne guadagnò in libertà e verità. 
Durante di disordini che agitarono l’Inghilterra sotto Carlo I. i pednosofi 
resero le loro riunioni più rare e più segrete, dato che si astennero da 
pronunciarsi sui partiti che agitavano il paese.
Nel 1672, 
dopo un bando di Carlo II sulle società segrete, si ritennero in dovere di 
coprirsi di un nuovo velo. Crearono una società di neofiti che si divisero in 
quattro sezioni dopo le quali non ci si trovava ammessi che al primo grado 
dell’antica iniziazione. Qui soltanto erano svelati i significati delle 
allegorie adottate, dopo aver fatto subire all’aspirante le prove fisiche 
rimandate fino a quel momento, dopo averlo fatto passare per le
quattro porte misteriose e avergli 
fatto conoscere le disposizioni degli statuti concernenti il duello e le altre 
società segrete.
È da 
segnalare che dalla fondazione di questa accademia a Londra tutto ciò che è 
istituzione od organismo di istruzione in Inghilterra prende il nome di 
Accademia.
Dato che 
la filosofia insegnata nelle scuole non era vera, il
Rustica a fiori gialli verdastri ne 
divenne l’emblema, mentre la filosofia sana fu rappresentata dal
Tabacum a fiori rossi. La storia del 
tabacco divenne il simbolo dell’antica filosofia perseguitata da Domiziano, 
Valente, Zenone e Giustiniano. Giacomo I e Fagon rappresentavano gli antagonisti 
della sapienza. Fagon designa soprattutto Francesco Patrizi, che nel sedicesimo 
secolo perseguitò con il sarcasmo i pednosofi della sua epoca.
La 
geografia segreta ricevette ancora dei nuovi nomi: la Virginia designò il museo 
centrale; il Messico, la Grecia, la Spagna, il Portogallo, la Francia e 
l’Italia, che furono i primi paesi dove fu introdotto il tabacco, indicarono le 
contrade italiane dove furono fondati i primi musei d’Europa come: la Toscana, 
gli Stati Romani, il Regno di Napoli e la Sicilia.
        
Hernandez, Nicot, Tournabon e il gran priore o Drake, che per primo 
introdusse il tabacco in Inghilterra, rappresentano allegoricamente: Emanuele, 
Crisolora, Gemisto, Bessarione e Gian Andrea Lascaris, i padri della pednosofia 
in Occidente. Caterina de’Medici è la figura di
Teodora, sposa dell’Imperatore 
Giustiniano.
La
Tabaccologia compose quindi le 
quattro sezioni della nuova accademia fondata in Inghilterra dai pednosofi. 
Furono designati allora sotto il nome di 
Snuf-takers (coloro che fiutano il tabacco).
Adottarono 
il grembiule triangolare che diventò la decorazione di tutte le classi 
dell’Ordine.
È a Thomas 
Stanley, eletto capo, che l’Ordine deve la sua nuova forma, ma egli non godette 
a lungo i frutti dei suoi lavori: morì nel 1678 lasciando i Fratelli desolati e 
riconoscenti per tutto quello che aveva fatto per loro e per l’Ordine.
Ebbe per 
successori: Wenwell Dillon, conte di Koscamon, William Sommer, John Summer, 
Antony Asley, Cooper, conte di Shrewbury. John Scheffeld, duca di Bukingam, 
Charley Bayle, il conte Dorney, Edmund Halley e il cavalier Hans Sloane che morì 
nel 1754. Questo avvenimento e i disordini che agitavano l’Inghilterra misero 
fine al museo di Londra e gli archivi, gli statuti, i rituali etc. furono 
consegnati a H.F. Desherbiers, marchese dell’Etanduère, che si distinse sotto 
Luigi XV; questo illustre marinaio morì nel 1759 come capo di squadra a 
Rochefort. Aveva iniziato il suo figlio maggiore che era tenente-colonnello di 
fanteria e che diventò proprietario della cassetta che conteneva tutti i 
documenti dell’Ordine pednosofico.
Questo 
ufficiale aveva per amico intimo Mr.Doussin che aveva conosciuto nel 
Dopo aver 
sparso parecchie lacrime, Mr.Doussin aprì la cassetta della quale era rimasto 
proprietario dopo la morte del Marchese. Essa conteneva i quaderni e tutte le 
istruzioni dell’istituto tabaccologico, la cui divisa è
modestia e oscurità. Fui con il più 
grande stupore che il Fratello Doussin sfogliò questi documenti, ne districò 
l’insieme, ma non poté penetrare che nei primi due gradi, gli altri due 
superavano i suoi mezzi intellettuali; d’altronde le circostanze politiche non 
erano favorevoli all’istituzione che egli stava già progettando. Rimandò quindi 
a tempi migliori lo studio dei misteri che dei caratteri sconosciuti ancora gli 
celavano.
Nel 1806, 
essendosi stabilito a Poitiers, dove le scuole riunivano un grande numero di 
giovani la cui svogliatezza lo affliggeva, fece una scelta fra di loro e 
successivamente comunicò ai prescelti il primo e secondo grado.
È così che 
stabilì il suo museo, chiamato 
manifattura Ma, dato che i suoi affari commerciali non gli permettevano di 
darsi ad uno studio più approfondito sul resto dei quaderni, scelse fra gli
operai della seconda classe il 
Fratello Degennes, di cui aveva apprezzato la conoscenza, l’intelligenza e lo 
zelo. Lo obbligò a studiare i differenti caratteri misteriosi e a tradurli con 
l’aiuto delle chiavi unite ai numerosi manoscritti; ci vollero dieci anni per 
completare questo lavoro interpretativo di quaranta quaderni. Verso il 1814 il 
Fratello Doussin, direttore della 
Manifattura di Poitiers, iniziò il Fratello J.M.Richard, capo d’istituzione 
a Parigi, uno degli Oratori del Grande Oriente: lo istituì direttore supremo 
della grande manifattura metropolitana di Francia e lo munì del gran sigillo 
magistrale. Iniziati nel 1817 abbiamo avuto durante sette anni la soddisfazione 
di aiutare il buon Fratello Richard nei suoi lavori scientifici, ma nonostante 
l’alta qualità dei suoi membri e l’eccellente composizione di questo museo 
metropolitano, la sua durata non sorpassò i quindici anni; alla morte del capo i
Priseurs (coloro che fiutano tabacco) 
si dispersero.
Nel 1848 
abbiamo avuto l’occasione di passare per Poitiers e di vedervi alcuni
Priseurs che mi confessarono che il 
loro museo era caduto in un sonno profondo. Questo Ordine può un giorno 
rinascere: tutti i suoi rituali sono nelle mani di Fratelli fedeli a Parigi e a 
Poitiers.
Possa 
questa notizia risvegliare il loro zelo addormentato!
J.M.RAGON
								
								
								
								
								[1]
								Jean-Marie Ragon de Bettignies (1781 - 
								1862), nato a 
								
								Bray-sur-Seine 
								da un padre notaio, fu iniziato alla Massoneria 
								nel 1804 à 
								
								Bruges 
								dove le sue funzioni di cassiere dell’ 
								amministrazione imperiale l'avevano portato. Fu 
								membre del 
								
								Grand Orient de 
								France, 
								del 
								
								Rite de Misraïm, 
								dell’ Ordine del Tempio de 
								
								Bernard-Raymond 
								Fabré-Palaprat. 
								Fondò et presidiette la celebre Loggia parigina 
								«Les Vrais Amis », divenuta poi « Les 
								Trinosophes », che formò poi il 
								
								Capitolo 
								e l'Areopago. Considerato dai suoi contemporanei 
								come il Libero Muratore più istruito del
								XIX 
								secolo, è autore di numerose opere Massoniche 
								che ebbero un’influenza considerevole:
								
								·        
								
								
								La Messe et ses Mystères,
								
								·        
								
								
								Le Cours philosophique et interprétatif des 
								initiations anciennes et modernes,
Fu anche 
								editore della prima rivista Massonica francese, 
								l’Hermes. (tratto d fr.wikipedia.org/wiki/Jean-Marie_Ragon)
								
								- 
								
								
								
								
								
								
								[2] 
								François Marie 
								Charles Fourier 
								(Besançon,
								
								
								7 aprile
								
								
								1772 
								– 
								
								Parigi,
								
								
								10 ottobre
								
								
								1837) 
								è stato un 
								
								filosofo
								
								
								francese, 
								che ispirò la fondazione della comunità 
								
								socialista 
								utopista 
								chiamata La Reunion sorta presso 
								l'attuale 
								
								Dallas 
								in 
								
								Texas, 
								oltre a diverse altre comunità negli 
								
								Stati Uniti 
								d'America 
								(tra le quali ricordiamo 
								
								Brook Farm, 
								fondata nel 1841 vicino 
								
								Boston 
								e sciolta a seguito d'un incendio, nel 1849). Le 
								radici del suo pensiero, che si può definire
								
								
								progressista 
								se non 
								
								rivoluzionario, 
								sono da ricercarsi nell'Illuminismo 
								e in particolare in 
								
								Jean-Jacques 
								Rousseau, 
								soprattutto nel considerare la parità tra uomo e 
								donna e nel nuovo metodo 
								
								pedagogico, 
								che dovrebbe favorire lo sviluppo libero e 
								creativo dei bambini tramite la scoperta dei 
								loro istinti individuali. Fourier pensava che lo 
								sviluppo dell'umanità attraversasse sette stadi 
								differenti. Egli affermava che l'umanità si 
								trovava attualmente tra il quarto periodo (la
								
								
								barbarie) 
								e il quinto (la 
								
								civiltà). 
								A questi periodi seguiranno, poi, il 
								
								garantismo 
								e l'armonia.
								L'antropologia fourierista immagina che gli 
								uomini siano guidati da 12 passioni:
Il pensiero 
								di Fourier affermava che attenzione e 
								cooperazione erano i segreti del successo 
								sociale, e che una società i cui membri 
								cooperassero realmente avrebbe potuto vedere un 
								immenso miglioramento della propria 
								produttività. I lavoratori sarebbero stati 
								ricompensati per la loro opera secondo il loro 
								contributo, con un bonus per chi avesse scelto 
								un lavoro negletto dai più, come la nettezza 
								urbana. Queste comunità, da lui 
								denominate
								
								falangi, 
								sarebbero state basate su strutture di 
								abitazioni comuni chiamate 
								
								falansteri. 
								(http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Fourier)
								
								
								
								[3] 
								Claude-Henri de 
								Rouvroy
								conte di Saint-Simon (Parigi,
								
								
								17 ottobre
								
								
								1760 
								– 
								
								Parigi,
								
								
								19 maggio
								
								
								1825) 
								è stato un 
								
								filosofo
								
								
								francese. 
								È considerato il fondatore del 
								
								socialismo 
								francese: partecipò alla 
								
								guerra 
								d'indipendenza americana, 
								combattendo agli ordini di 
								
								La Fayette.
								 (http://it.wikipedia.org/wiki/Henri_de_Saint-Simon)
								
								
								
								
								[4] Johann 
								Adam Weishaupt (Ingolstadt,
								
								6 febbraio
								
								1748 –
								
								Gotha,
								
								18 novembre
								
								1830) è stato il fondatore dell'Ordine degli
								
								Illuminati(.
								
								http://it.wikipedia.org/wiki/Adam_Weishaupt)
Articolo pubblicato nella rivista
LexAurea44, 
si prega di contattare la
redazione 
per ogni utilizzo.
www.fuocosacro.com