Padre Nostro

Filippo Goti

 

 

                                                                                                                  

< Ma il nome del Padre è il Figlio>

Vangelo di Verità

 

 

Ancora oggi si constata come nel lavoro esoterico un grosso problema è rappresentato dal comprendere il vero valore della preghiera. L’educazione e la cultura ci hanno indotto a ritenere la preghiera come un freddo omaggio ad un Dio esterno a noi, mentre in realtà essa è un vero e proprio atto di magica volontà, da parte di un uomo che si rivolge direttamente alla divinità (ovunque essa sia).

 

Latino:

Pater noster qui es in caelis: sanctificetur Nomen Tuum; adveniat Regnum Tuum;fiat voluntas Tua, sicut in caelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a Malo.

Volgare:

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

 Il Padre Nostro è la preghiera che ci è stata donata dal Maestro Gesù in Cristo, nato figlio degli uomini, morto e rinato figlio di Dio, di cui troviamo menzione nei vangeli. E’ utile notare come questa preghiera è l’unico strumento operativo che Gesù ha fornito ai discepoli, rappresentando quindi in modo indiscutibile la sua eredità spirituale.

Le parole del Maestro che precedono l’iniziazione a questa preghiera, che è stata definita il mantra più potente del mondo, sono:

Matteo 6:5 Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Matteo 6:6 Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.  Matteo 6:7 Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.

Matteo 6:8 Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.

Indubbiamente siamo innanzi a suggerimenti operativi, che sono stati impartiti dal Maestro ai propri discepoli, e tramite essi a tutti i fratelli spirituali, che nelle parole del Cristo si riconoscono.

Padre Nostro: La forma plurale dell’aggettivo possessivo indica che questo Padre ha più

figli, e questi figli sono fra loro fratelli, in quanto accomunati da identica origine.

Il Padre è ei cieli, come a volerlo distinguere dal padre terreno, fisico, e dalla figliolanza corruttibile

da questi creata. Quindi la fratellanza autentica è spirituale e non certo carnale di sangue, così come si evince dall’antico testamento. Ma se essa non trova cemento nella carne, e nella similitudine fisica, in cosa allora trova fondamento ? La risposta è la conoscenza iniziatica, e nella sostantivizzazione che essa comporta. Si è fratelli in virtù di identiche prove iniziatiche, affrontante con eguale intendimento. Non è forse vero che questa preghiera Gesù in Cristo l’ha donata ai propri discepoli ? Cioè a persone fra loro fraterne grazie a identico percorso compiuto con il Maestro dei Maestri, lo Gnostico Perfetto ?  Emerge, implicitamente, la verità di non trattare mai i diseguali da eguali, è difetto e male per entrambi, ogni uomo è posto su di uno scalino diverso dell’armonica infinita che ci riconduce al divino, e tale collocazione deve essere rispettata, in quanto per ogni accadimento vi è la stagione adeguata.

E’ nel nome del Padre che il Figlio opera, in perfetta armonia con esso, se il figlio non esegue la volontà del Padre allora non può regnare sulla terra ( i quattro elementi che compongono l’uomo stesso ), ed è ripudiato dalla figliolanza celeste. E’ per mezzo della preghiera che si santifica il Nome, ed è nel nome il potere, la qualità divina. La volontà del Padre deve ardere all’interno dell’uomo che si riconosce nel Padre, essa deve essere aderente in modo tale che nel nostro tempio intimo, sia ricostituito il regno celeste: la casa del Padre. Il rituale prende forma, e si dispiega nella sua naturale genesi. Il riconoscimento di una fonte da cui promana la generazione di figli, la comunione con i fratelli, l’operare l’atto della santificazione in virtù del potere di discendenza (iniziazione reale), al fine di essere cosa unica con la fonte: il riflesso che diviene immagine.  Può una fonte spirituale donare un pane per il corpo ? Non è certo questo di cui abbisogna il figlio di luce, ma del pane della conoscenza, che come cibo quotidiano fortifica e accresce, mutando lentamente ma inesorabilmente l’organismo ( l’anima ) che la riceve. Il figlio può in tal modo un domani diventare esso stesso Padre, in quanto così come è in basso, così è in alto, se in natura vi è un’evoluzione da creati a creatori, per mezzo del cibo che ci alimenta, così a livello intimo vi è il passaggio da generati a generatori, in virtù del pane dello Spirito Santo. Il pane è elemento Cristico per eccellenza, ma ogni giorno ne dobbiamo ricevere, e ogni giorno dobbiamo nutrirci con esso.  Rimetti i nostri debiti Padre, in quanto tu solo hai il potere di rimuovere gli ostacoli che separano i tuoi figli dal ricongiungimento in Te, ma ciò è ottenibile solamente se noi rimettiamo i debiti che gli altri hanno nei nostri confronti. Come possiamo chiedere ciò che noi stessi non diamo ? Come ottenere la conoscenza se non offriamo agli altri gli strumenti della conoscenza, in modo che anche loro siano in grado di scoprirsi figli del Padre ? Do ut Des, mirabili ricompense per chi diffonde, tramite l’apostolato, la santificazione del nome del Padre. Quanto sopra non deve avvenire per ottenere, altrimenti niente si avrà, ogni desiderio terreno è ablativo in se, ma perché noi siamo cosa unica con la volontà del Padre, una volontà di unione infinita, senza ostacoli e coni d’ombra. E’ nella separazione il male.

Non ci indurre in tentazione, attraverso prove che non siamo in grado di superare. Ma che in ogni attimo della nostra vita si trovi ostacoli, superabili attraverso il nostro massimo sforzo, in modo tale che quando rimetteremo la vita stessa a colui che ci ha generato, non dovremo vergognarci per come l’abbiamo impiegata . La vera tentazione è quindi l’abbandonare il volere del Padre, l’operare in sua assenza.

Il Padre Nostro è lo strumento più potente, per rivolgersi alla Fonte Divina generatrice di

ogni cosa, ed essere al contempo parte di essa, attraverso un processo di ri.:.conoscimento.

E’ indubbio che il Padre Nostro, così come sviluppato, racchiuda in se i passi necessari ad essere inseriti in una processo di figliolanza, tendente a sviluppare nell’adepto la giusta tensione, e transustanziazione (indicata con il termine esoterico riedificazione del Tempio) necessarie per il ricongiungimento con il Padre che è intimo a tutti noi, ri.conoscendoci di lui figli. Come ogni rituale magico, in quanto di magia o meglio di Teurgia ( si noti la maiuscola, proprio a scindere il grano dalla gramigna, di una teurgia che non si affida al potere magico della preghiera cosciente ) stiamo parlando, il Padre Nostro deve essere compiuto con la ferma convinzione che è Sacro ciò che è Sacro, non è quindi bastante la mera devozione, che implica in se soltanto un atto di passiva fede, ma un’attiva ricerca di ciò che sta oltre la nostra natura umana, affinché anche in noi si compia il mistero dei misteri: la morte che porta alla rinascita.Ciò avviene attraverso l’arte magica dell’Immaginazione Creativa, che implica la disposizione di un locus atto a ricevere e dispiegare gli effetti del Nostro Pensiero Vergine, della Nostra Volontà Sacra, che assieme produrranno un’Azione Creatrice, in modo tale che il Figlio diventi Padre. E’ vergine ciò che non è corrotto, ciò che non è succube di pensieri materiali, frutto degli agiti del basso astrale umorale e sentimentale, dei nostri ego. E’ Sacro ciò che è conforme all’Ideale Superiore, attraverso il vero Amore, che tutto arde affinché le impurità siano dissolte, e l’oro mostri la propria anima immortale. La volontà è la forza che da vita al pensiero, il pensiero è ciò che da vita all’azione che deve essere speculare coimmagine dello stesso. Se nel nostro cuore arde violento il desiderio di essere figli del Padre, allora che si immagini ciò, senza altro tempo perdere in futili questioni, e oziosi arabeschi della mente.

 

Ecco ancora una volta impetuosa la necessità inderogabile, per ogni argonauta dello spirito, di sospendere ogni giudizio attorno alla dimensione culturale in cui è stato forgiato, di rinunciare ad impostazioni negative verso la dimensione religiosa, e gli strumenti propri di ella. In quanto se tenderà a perseverare in tale impostazione, troverà sicuro danno alienandosi la possibilità di un uso consapevole, e non mortificato dalle emozioni, di strumenti indispensabili al compimento della Grande Opera.

La preghiera rappresenta, quando consapevolmente espressa, sia un potente vettore per collocare l’uomo all’interno di correnti e dimensioni magiche millenarie,  sia un modo per canalizzare e focalizzare l’energia stessa; oltre ovviamente l’utilità della stessa all’interno della pratica meditativa.

 

Tutti validi motivi questi per avere una maggiore attenzione verso quella che è la pietra angolare di tutta l’operatività spirituale.

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