Il mito del Paradiso Perduto nell’Esperienza di Mère

di Pino Landi

 

Aforisma 58 — "L’animale, prima di venire corrotto,

non ha ancora assaggiato il frutto della conoscenza

del bene e del male.

Il dio non ha toccato quel frutto, preferendo

l’albero della vita eterna.

L’ uomo sta in bilico fra il cielo

superiore e la natura inferiore."

(Sri Aurobindo)

Ogni vivente ha un proprio linguaggio di specie, formato da innumerevoli e disparati segnali e segni…Posizioni nello spazio emissione di odori, suoni o altro sono gli strumenti attraverso cui questo linguaggio si articola.

L’uomo ha perduto il contatto con gli altri viventi raffinando sempre di più il solo linguaggio dei suoni e la logica mentale che ad esso ha associato…La traduzione in segni scritti di questo tipo di linguaggio non ne modifica la sostanza. Il linguaggio mentale ha da un lato ampliato le possibilità dell’uomo di espandersi materialmente dominando il pianeta e dall’altra l’ha impoverito isolandolo ancora di più dalla totalità degli altri esseri e dal cosmo intero…il linguaggio è diventato in ultima analisi fattore di separatività e di visione utilitaristica e viceversa queste hanno prodotto un linguaggio mentale…

Ma il linguaggio universale non si è perduto per sempre per l’uomo. E’ solamente disceso sotto il livello della coscienza ordinaria, là dove giace tutta la storia evolutiva dell’uomo. Emerge di tanto in tanto sia a livello individuale che collettivo e prende la forma di ciò che chiamiamo sogno, visione, immaginazione, oppure simbolo o mito.

I miti sono uno dei più grandi tesori che l’umanità possieda: contengono in sé, sotto la loro forma, una sostanza che è insegnamento, conoscenza e saggezza oltre tempi e culture. Occorre solo avere la sincera volontà di percepire questo insegnamento, farlo vivere in se stessi, perché nessuna conoscenza è "esterna".

Il mito della cacciata dal paradiso terrestre è uno dei suddetti patrimoni dell’uomo, compare a più riprese in paesi e tempi lontanissimi tra di loro.

Molti Saggi l’hanno utilizzato per insegnare, qualche religione ne ha deformato la percezione dell’essenza attraverso interpretazioni parziali e inadeguate della forma. Ma questo mito resta là come una pietra preziosa per chi voglia goderne la bellezza ed assorbirne le vibrazioni di luce…

Mère: " In effetti quella storia che sembra così puerile, la storia della Genesi, contiene una verità. Nelle antiche tradizioni del tipo della Genesi è come nei Veda: ogni lettera era un simbolo di conoscenza, il riassunto immaginoso di una conoscenza tradizionale; proprio come i Veda sono la sintesi immaginosa della conoscenza di quei tempi. Ma a parte questo, anche il simbolo aveva una sua realtà, nel senso che davvero è esistito un periodo sulla terra (corrispondente al primo manifestarsi in forme umane della Materia mentalizzata) in cui la vita si trovava ancora in perfetta armonia con tutto quello che c’era stato prima. È solo più tardi che..."

Mère, come riportato nell’Agenda del 11 marzo 1961, viene interrogata da Satprem proprio sul vero significato di questo mito, e Lei spiega non cosa ne pensa, ma come ha vissuto ed esperimentato la cosa.

Mère: "Hai qualche domanda?" [in riferimento all’aforisma di Sri Aurobindo sopra citato]

 

Satprem: "È vero che è esistito un paradiso terrestre? Perché l’uomo ne è stato cacciato?"

Mère:" Dal punto di vista storico — non psicologico: storico — basandomi sui miei ricordi... Anche se non posso provarlo: non si può provare niente, io penso che non esistano prove davvero storiche, cioè giunte fino a noi; oppure, se ne esistono, non le hanno ancora trovate. Però stando ai miei ricordi... (Mère chiude gli occhi, come andandosene alla ricerca della sua antica memoria — continuerà a parlare ad occhi chiusi)... di sicuro, in un dato momento della storia della terra, è esistito una specie di ‘paradiso terrestre’, nel senso di una vita perfettamente armoniosa e naturale. Vale a dire che c’è stato un tempo in cui la manifestazione della Mente si trovava in accordo — ANCORA in completo accordo — e in totale armonia col procedere ascendente della Natura, senza ancora nessuna perversione e deformazione. Era il primo stadio del manifestarsi della Mente in forme materiali."

Mi pare che sia importante definire cosa sia questo "paradiso terrestre" questa condizione edenica. L’esperienza di Mère, certamente non ripetibile per uomini comuni, è comunque utile per la comprensione di tutti; ben più utile di studi storici, che non possono che basarsi su teorie mentali, pareri ed illazioni, ed anche di trattati teologici, che altro non sono che elucubrazioni filosofiche e quindi mentali…

L’esperienza di Mère parla di una fase dell’evoluzione umana di "transizione". Un periodo in cui già si era manifestata la Mente sul piano della materia e degli accadimenti, ma ancora non si è sviluppata pienamente ed una armonia completa quanto inconsapevole con il suo ambiente era caratteristica dell’umano. L’uomo non aveva ancora piena coscienza della propria individualità, e l’unione con il Tutto era un istinto, non una scelta.

In altre parole si potrebbe dire che iniziava allora l’avventura della coscienza che avrebbe dovuto imparare ad individualizzarsi pienamente, prima di superare la separazione e ritornare ad identificarsi con il Tutto, questa volta però in modo del tutto consapevole e volontario. Iniziava insomma un lungo e faticoso giro di spirale…

Mère:" Quanto è durato? Difficile dirlo. Ma per l’uomo si trattava di una vita che era quasi la prosecuzione della vita animale. Il mio ricordo è quello di una vita in cui il corpo si adattava in modo perfetto all’ambiente naturale, il clima ai bisogni del corpo e il corpo alle esigenze del clima. La vita era qualcosa di assolutamente spontaneo e naturale, come potrebbe esserlo una vita animale più luminosa e più cosciente; ma non aveva nulla di quelle complicazioni e deformazioni che lo sviluppo della Mente avrebbe aggiunto più tardi."

Il mito trova ogni volta le forme adatte per la cultura e la psiche dell’uomo che vive in quel preciso periodo in cui si manifesta, ma in fondo il mito è ricordo. Se così non fosse allora non sarebbe strumento per procedere verso la conoscenza, che è sempre svelamento e che non potremmo raggiungere se già non fosse completa in noi.

Anche questo del "Paradiso Perduto" è un ricordo. Ricordo di uno stato particolare di cui l’uomo comune può percepire riflessi e il ricercatore spirituale bagliori e visioni sempre più precisi e nitidi in proporzione al suo livello ed ampiezza di coscienza.

Esempi di riflessi sono quella reverenza silenziosa che proviamo di fronte ai grandi spettacoli della natura, agli alberi millenari, ai paesaggi maestosi; la compassione, intesa come partecipazione alla comune condizione, verso gli altri viventi, verso le sofferenze degli animali…Certo non tutti gli uomini hanno questo tipo di sensibilità, ma d’altra parte non tutti gli uomini sono eguali, anzi si potrebbe dire che ciascuno è posizionato su un diverso gradino di crescita e quindi di diverso grado di ricordo…

Mère ne aveva un ricordo perfettamente nitido e preciso, connaturato alla propria coscienza, una con l’Energia esecutiva del Divino, la Madre.

Mère:"… A dire la verità, quando rivivi quei momenti non ti viene la curiosità di individuare particolari del genere, perché ti trovi in un’altra condizione di spinto, non hai curiosità per queste precisazioni materiali: tutto si trasforma in dati psicologici…

"…Di quel periodo mi è rimasto il ricordo. Mi è tornato e l’ho rivissuto quando ho preso coscienza dell’intera vita della terra. Ma non posso dire quanto sia durato, né quale fosse il luogo — questo non lo so. Ricordo solo la condizione, lo stato: che cos’era la Natura materiale, che cos’erano la forma umana e la coscienza umana in quel momento. E quella specie di

altri elementi della terra: armonia con la vita animale, e un’armonia così grande con la vita vegetale, una specie di conoscenza spontanea di come usare le cose della Natura, della qualità delle piante, dei frutti e di tutto quanto la Natura vegetale può offrire. E nessuna aggressività, nessuna paura, niente contraddizioni né attriti, NESSUNA perversione: la mente era pura, semplice, luminosa, priva di complicazioni…"

…Era.., era qualcosa di così... semplice, pieno di luce, armonioso, estraneo a tutte quelle preoccupazioni che abbiamo oggi — assolutamente fuori da qualunque preoccupazione di tempo e di spazio. Era una vita spontanea, estremamente bella, e così vicina alla Natura! Come un espandersi naturale della vita animale. E non esistevano contrapposizioni, contraddizioni, niente — tutto andava nel migliore dei modi."

L’Eden come simbolo di una condizione di coscienza, condizione che si è perduta perché nulla è stabile sul piano della materia e degli accadimenti, ma tutto è divenire…Solo nel Divino trascendente e privo di qualificazioni c’è la stabilità e l’eterna immutabile realtà, il resto è Emanazione e tutto ciò che è Emanato tende a riassorbirsi. Ma la via del riassorbimento passa attraverso la medesima Volontà, Verità ed Amore che determinò l’Emanazione medesima.

Quella volontà non può esprimerla l’animale, che ha la coazione degli istinti e neppure gli dei, che soggiacciono alla loro perfezione…solo l’uomo può scegliere, può evolvere. L’uomo è ponte tra la materia ed il Divino, nell’uomo la coscienza può trasformarsi, nell’uomo la materia avere coscienza di sé stessa, del Divino che è involuto in ogni cosa, della sua origine Divina e del suo ritorno al Divino.

L’uomo per svolgere pienamente il suo compito deve essere strumento della manifestazione della mente ed incarnare una coscienza di individualità…per poi trascendere l’una e l’altra. In fondo la storia del Cristo non è forse il racconto di tutto ciò? Quel Cristo che altro non è che il Divino fatto uomo per insegnare all’uomo la via per il ritorno, per riconquistare quella condizione edenica che andava perduta per essere ritrovata con piena consapevolezza e piena volontà e pieno amore.

Mère:" E l’albero della conoscenza simboleggia un tipo di conoscenza... non più divina, perché ormai derivata dal senso della separazione. E stato questo tipo di conoscenza che ha cominciato a rovinare tutto….

…Per un certo tempo, sia di notte che di giorno, in una certa trance, ritrovavo una vita che avevo vissuto ed ero pienamente cosciente che si trattava del diffondersi della forma umana sulla terra - delle prime forme umane in grado d’incarnare l’essere divino superiore. Era il ricordo della prima volta in cui avevo potuto manifestarmi in una forma terrestre, in una forma particolare, individuale (non in una vita in generale, ma proprio in una forma individuale), cioè la prima volta che era avvenuta una congiunzione fra l´Essere superiore e l’essere inferiore grazie al mentalizzarsi di questa sostanza materiale. È una cosa che ho vissuto tante volte, ma sempre in un quadro d’insieme analogo, e con la sensazione assolutamente analoga di una sem-pli-ci-tà così gioiosa, priva di complicazioni, di problemi, senza tutti questi interrogativi: non c’era niente, ma niente di niente del genere! Solo l’espandersi di una gioia di vivere, nient’altro... In un amore generale, un’armonia generale: i fiori, i minerali, gli animali, tutto si intendeva alla perfezione.

Solo MOLTO TEMPO DOPO (ma è un’impressione personale), è stato solo molto dopo che... le cose si sono guastate. Forse perché l’evoluzione generale ha reso necessarie, inevitabili, certe cristallizzazioni mentali, affinché la mente potesse prepararsi a passare ad altro. E stato a quel punto che... Mah! ... è come precipitare in un buco, in una laidezza, in un’oscurità. Dopo di allora tutto diventa così oscuro, così brutto, così difficile, così penoso. Davvero.., dà proprio l’impressione di una caduta."

Il serpente allora non rappresenta affatto la negatività, la forza contraria, bensì proprio la Forza Evolutiva che porta l’uomo verso il proprio compimento: prima l’evoluzione mentale, che significa conoscenza, seppure conoscenza di divisione, ma implica consapevolezza e quindi libertà di scelta, che prima mancava. Come può l’uomo superare sé stesso se prima non giunge a realizzare pienamente la sua umanità?. Questo vale sia a livello individuale che dell’intera umanità.

Il tempo è una dimensione soggettiva, ormai è un concetto acquisito anche dalla scienza fisica: si potrebbe allora aggiungere che è quindi strettamente connesso al livello di coscienza. La visione lineare del tempo è quella più funzionale alla dinamica mentale ed alla comune coscienza di veglia, ma non è l’unica. L’uomo primordiale più armonico alla terra ed al cosmo aveva sviluppato una concezione circolare del tempo e probabilmente quello era "il tempo" che scorreva nell’Eden…Il tempo della specie che incarnerà la Supermente, la Gnosi Divina, sarà compreso in un attimo eterno in cui tutto è presente…Per gli esseri di transizione che faticosamente stanno procedendo per trasformare la propria capacità percettiva e coscienziale, si può proporre una visione "a spirale" che unisca i vantaggi della concezione ciclica, con quelli della visione rettilinea, superandone i rispettivi limiti.

Ecco allora dai recessi del nostro inconscio, in cui giacciono accanto passato e futuro evolutivi ricomparire la identica figura spiraliforme del rettile che eravamo e del tempo che dobbiamo conquistare…

In una visione del tempo siffatta il prossimo giro della spirale prevede il ritorno ad un Paradiso Perduto, ad una Età dell’Oro, conservando ciò che è stato faticosamente guadagnato durante la caduta e la risalita…La consapevolezza e la libertà della scelta.

L’uomo come specie si trova ad un bivio e non è scontato per nessuno quale strada imboccherà. Le caratteristiche distintive dell’uomo come tale e che gli hanno consentito il predominio materiale su questa terra sono divenute ipertrofiche e quindi pericolose per l’intero pianeta. I grandi sauri dominarono il pianeta grazie ad una loro caratteristica peculiare: l'enorme mole. Quando questa caratteristica non servì più ad assicurare loro la sopravvivenza ed il dominio sulle altre specie fu completo, essa divenne una specificità priva di qualunque utilità, obsoleta e poi dannosa, fino a determinare probabilmente l'estinzione stessa dei dinosauri. La specie uomo si trova in una condizione molto simile. Le caratteristiche che hanno determinato il suo "successo" sulle altre specie sono state il senso della individualità ( gli animali hanno una coscienza di branco e non individuale) da cui deriva la capacità di utilizzare ogni cosa per i propri fini ed una enorme aggressività, oltre al pieno sviluppo dell'intelligenza e della mente logica e pensante. Ora queste caratteristiche sono diventate obsolete, il che non significa che vanno rigettate, ma purificate, cioè superate, nei loro aspetti di sopraffazione. Occorre essere levatrici e balie di nuove caratteristiche che definiranno la specie oltre l'uomo.

Ciascuno può scegliere di essere l'incubatrice del nuovo, oppure il conservatore del vecchio, ma occorre la consapevolezza che ciò che non evolve e non si trasforma porta inevitabilmente alla distruzione ed alla morte.

L'uomo non è fuori dalla natura, ma con l'uomo possono essere superati i tempi ed i modi di evoluzione della natura medesima: l'evoluzione non riguarderà più il solo aspetto materiale e può diventare un processo

consapevole e cosciente...

Mère: In fondo hanno guastato la terra. L´hanno rovinata - hanno inquinato l´atmosfera, hanno guastato tutto. Ecco perché bisogna che ridiventi qualcosa di simile [al paradiso terrestre]. Ah, però bisogna fame di strada! - In senso psicologico, soprattutto. Ma anche questa, anche la struttura della Materia (Mère palpa l´aria intorno a sé), con le loro bombe e i loro esperimenti e tutto il resto... ah, ne hanno fatto un tale pasticcio!... Hanno ridotto la Materia a un vero guazzabuglio!

Probabilmente - anzi, non probabilmente: è assolutamente certo - la Materia era necessario triturarla, rimescolarla, prepararla, perché fosse in grado di ricevere la COSA, la nuova cosa che non si è ancora manifestata.

Prima era qualcosa di molto semplice,armonioso e pieno di luce - ma non abbastanza complesso. E stata proprio questa complessità a rovinare tutto, ma... è questa stessa complessità che porterà a una realizzazione INFINITAMENTE più cosciente - infinitamente di più. E allora, quando la terra diventerà altrettanto armoniosa, altrettanto semplice, altrettanto luminosa, altrettanto pura - semplicemente e puramente divina - da tutta questa complessità se ne potrà ricavare qualcosa.

Satprem- da "Il materialismo Divino" :"La grande Transizione all'altra specie comincia con una sguardo. Passare da una specie a un'altra non consiste in un cambiamento di struttura, ma in cambiamento di coscienza: il bruco e la farfalla guardano un solo identico mondo. E quando alcuni avranno cominciato a vedere nell'altro modo, sarà il contagio della visione sovramentale; usciremo dall'incubo mentale, sentiremo altrimenti, respireremo altrimenti e costruiremo altrimenti il nostro mondo, perchè lo vedremo altrimenti. E infine la Coscienza stessa prenderà questo corpo per rifarlo secondo la propria visione di immortale bellezza."

In una vecchia discussione sulla lista Fuoco Sacro qualcuno chiese: "Come sarà l'uomo del futuro? " L'uomo nel futuro sarà eguale a quello odierno e a quello del passato. Dovremo piuttosto chiederci cosa ci sarà oltre l'uomo. L'umanità è nelle condizioni in cui si trovarono i pesci qualche centinaia di milioni di anni fa, quando quelli di loro più avanzati, che meno sopportavano di essere imprigionati in un universo d'acqua, si gettarono fuori sulla spiaggia, per scoprire nuove verità e modalità di vita, un nuovo piano ed un universo diverso. I primi soffocarono, poi impararono a resistere sempre un po' di più, finchè si trasformò anche la materia, a seguito della loro forza di volontà e la loro aspirazione: le branchie divennero polmoni, adatti per farli vivere all'aria e loro divennero anfibi. Gli anfibi non erano più pesci, ma i pesci hanno continuato ad esistere e a trascorrere la loro vita come sempre.
Oppure come quando le scimmie più irrequiete ed insofferenti della loro situazione, cominciarono ad utilizzare mani e strumenti e a guardare in alto il cielo, con lampi nella loro grezza mente embrionale, di cui non si rendevano pienamente conto, perchè non sapevano cosa fosse il pensiero e non avevano

strumenti per definirlo o meglio comprenderlo.

Così per l'uomo. L'umanità tradizionale, mentalizzata, egoista, aggressiva esisterà ancora e sempre, ma il ruolo della mente è esaurito e costringe l'uomo in un universo ristretto. Per coloro che non sopportano più i limiti imposti dalla coscienza di separazione, dalla percezione dei sensi e dalle elaborazioni mentali, c'è la possibilità di slanciarsi sulla "spiaggia" di un nuovo mondo. Costoro sono le avanguardie dell'uomo nuovo, della nuova entità che starà al vecchio uomo, così come l'uomo sta al vecchio scimmione, governato da istinto ed abitudine.

Come l'uomo è stato veicolo per la manifestazione della mente, così il "superuomo" sarà strumento di manifestazione della "Supermente". Non un uomo con caratteristiche umane enfatizzate, con superpoteri come i personaggi dei fumetti, ma un nuovo essere per il quale conoscenza e volontà coincideranno. Sarà attraverso questo essere Supermentale, che trasformerà assieme a sé stesso tutto il piano della materia e degli accadimenti, che si instaurerà nuovamente sulla terra quel Paradiso che era stato Perduto…

 

Evoluzione

Passai in una dimora luminosa e serena

E vidi come in uno specchio di cristallo

Salire un’antica Forza serpentina

Dalle spirali ascendenti della via del tempo.

La terra era una culla per la venuta del Dio

E l’uomo soltanto una traccia non oscura e non luminosa

Del passaggio del Divino velato alla luce dello Spirito

Dal sonno della Materia e dal fardello di pena

Della vita che non sa e della morte.

La mente liberata nuotava nella vastità oceanica della luce,

E la vita sfuggiva al suo grigio confine di tortura;

Io vedevo la materia illuminare la Notte sua genitrice.

L’anima poteva sentirsi proiettare all’infinito,

Eterna beatitudine divina il cuore rosso vivo.

Sri Aurobindo (Last Poems)

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