Calypso

di Sheng

 

Io sono la selva oscura africana: dentro di essa c’è l’oro fulgente... Sono l’oceano profondo: dentro i suoi abissi si nasconde il tesoro sconosciuto... Sono la tempesta: in lei vive la forza del vento... Sono una creatura terrestre, marina ed eterea. Anche gli uomini sono così, legati inscindibilmente alla nera carne e al bianco pensiero. Questa è la loro natura: unita dalla nascita e divisa dalla morte. Siamo tutti così, chi più chi meno e non capiamo mai da che parte stiamo: spirituale e materiale, reale e irreale, bianco e nero... Armonia degli opposti? Binomio indissolubile che può portarci all’indecisione, all’indifferenza oppure alla pazzia... Ma c’è chi sceglie e tra questi ci sono anch’io. Forse sono la più pazza di tutti e non me ne rendo conto... Io... Io... Io... Sì, è vero sono egocentrica, egotista e forse anche egoista. E’ un male dirlo quando nessuno lo ammette?

A proposito di ego, non mi sono ancora presentata: IO sono Calypso Marina, l’Oceanina delle Grotte, l’ultima rimasta delle nove figlie di Oceano e Teti... Sono pazza è vero e nulla mi spaventa in questo vostro mondo, neanche la morte... No, mi sbaglio, c’è una cosa di cui ho paura... il dolore del cuore... I sentimenti ti travolgono quando meno te l’aspetti e tu non sai più cosa fare.. Ti affascinano, ti avvolgono e ti senti persa con loro, ti fanno brillare ma la loro luce spesso ti abbaglia... I sentimenti non dovrebbero essere ciechi perché quando apri gli occhi capisci i tuoi sbagli, la tua stupidità, la vera realtà...

La mia scelta è una bugia. Non esistono scelte, non sono umanamente possibili perché l’essere è doppio, fatto di terra e soffio divino... E l’uomo continuerà a sbagliare in eterno non capendo mai la lezione.

Datemi pure della pazza o della stupida, non m’importa: voi conoscete me più di quanto conosciate voi stessi, affannati come siete nel ricercare quel “qualchecosa” di cui non sapete. Io non mi pongo sopra di voi ma TRA voi e vi osservo, non vi giudico.

E dunque perché l’uomo non è felice? Quanti si saranno domandati questo nell‘arco si secoli e secoli di storia umana. Abbiamo tutto ed è come se non avessimo niente: stringiamo un pugno che è vuoto.

Aveva più ragione chi diceva: “Ognuno è solo sul cuore della Terra trafitto da un raggio di sole... “ oppure chi affermava: “Contro la stupidità neanche gli dei possono nulla”?

E’ difficile sopra ogni altra cosa far capire agli altri ciò che si ha dentro, testimoniare sé stessi senza essere fraintesi perché l’uomo è nato da solo, in compagnia di sè stesso ma ha bisogno degli altri per vivere, amare, perpetrarsi e crearsi l’illusione di essere compreso. Vive in balia delle proprie paure e emozioni; spesso preoccupato dell‘effetto dei suoi gesti sugli altri si ribella o accondiscende e soffre, in ogni caso.

Chi sono, cosa voglio, dove arriverò: queste sono le domande che più spesso ci poniamo nelle tappe fondamentali della nostra vita e a fatica troviamo una risposta. Ma negli intervalli tra una tappa e l’altra cerchiamo le risposte o viviamo da automi?

C’è chi pensa che l’unica soluzione possibile sia l’isolamento, addirittura il suicidio... No, non è così, per quel che mi riguarda non è così, non sarà mai così perché, ne sono convinta, c’è una giustizia divina lassù, c’è una risposta a tutte le domande che sento il bisogno di fare, c’è sempre una ragione per vivere... Ed è questo il mio compito: porre domande e non offrire risposte. E se ne riceverò di sbagliate ne avrò coscienza perché seguo solo la via che indica il mio cuore.

Non sono la prima a parlare di questi problemi ma so di avere un punto a mio favore su di voi: so chi sono e non pretendo né mi interessa che tutti giudichino positivamente il mio operato. Sono stata additata come superba, arrogante, aggressiva. Un tempo questo mi feriva, ora non più. Ho imparato a non giudicare le persone dalle apparenze e ho capito che tutto quello che la gente può pensare di me non potrà mai essere completamente vero. Ho letto il Vangelo: “... Chi è senza peccato scagli la prima pietra. “

Una volta un viandante nella mia vita mi rinfacciò: “Tu vivi solo di te stessa! “ Io chiesi: “Di chi altro dovrei vivere?”

Divento permalosa anche quando incontro i mentitori, quegli infimi propagatori di pseudo-verità, i diffamatori della realtà, coloro che trovano facile vivere nell’ambiguità, mentendo spudoratamente non solo agli altri ma soprattutto a sé stessi creandosi realtà fisse e schematiche a cui le azioni proprie e altrui devono sottostare senza via di scampo. Cari menzognieri… com’è facile per voi cercare ingarbugliare la mente delle persone con parole, gesti, pensieri... Dimenticate però che spesso chi accetta passivamente i vostri discorsi in realtà non li ascolta affatto né tantomeno si interessa alla vostra persona. Chi invece purtroppo vi dà adito, si lascia trarre in inganno e magari ne subisce le conseguenze... Mi domando cosa vi spinga, oltre ad un egoismo così sfrenato, a trasformarvi in provetti costruttori di nuove realtà virtuali. Forse la convinzione di non valere nulla supportata dal fatto che non riuscite a farvi ascoltare in nessun altro modo. Diventa quindi facile per voi anche criticare le azioni degli altri, biasimarne le sconfitte, minimizzarne i successi: ciò che è prodotto o proprietà altrui diventa automaticamente piccolo, sgradevole, maleodorante... I vostri occhi sono coperti dall‘invidia... Siete i peggiori ciechi: quelli che possono vedere, ma non vogliono.

Sono fortunata. Perché non sono come tanti di voi, non posseggo le vostre invidie, le vostre aridità, i vostri complessi di inferiorità tramutati in malattie di protagonismo, non uso le vostre menzogne per tramutarmi in ciò che non sono... Non ne ho bisogno.

E voi, voi siete fortunati a non essere come me, a non possedere la mia schiettezza che vi renderebbe agli occhi dei vostri stessi compagni delle bestie nere di cui aver paura... a non avere la mia irrazionalità, il mio disinteresse alle opportunità.

E ora considerate: vi sto prendendo in giro oppure no? Sarete così permalosi da offendervi oppure valuterete? Valuterò?... Riflettete: non siamo tutti molto molto fortunati?

Sono quasi ottocento anni che aspetto che Oceano, mio padre, mi richiami a sé perché mi sono stancata di vivere in questo mondo... Avevo scelto di venire qui perché mi avevano detto che gli umani sono così stimolanti… E invece…

Vorrei morire qui, per rinascere lì nel mare, dove sono nata e a cui appartengo con l’augurio nel cuore di non essere diventata come voi, così umana... Se penso a quanto vi sforzate di essere tutti uguali, anche se vorreste essere diversi, per essere accettati dal vostro branco... A volte con i vostri comportamenti, con le vostre gentilezze inaspettate, mi stupite; altre invece, e questo molto più spesso, mi amareggiate al punto quasi di odiarvi. Nasce dentro di me quasi un ribrezzo nei vostri confronti che non mi fa sopportare nemmeno la vostra vicinanza. Ma forse vi ho idealizzato troppo e così mi sono ingannata sperando di trovare in voi delle positività. Ma ne avete? Mi avete reso difficile la permanenza tra voi, mi son dovuta sforzare, mi son dovuta adeguare alle vostre regole, ho dovuto nascondere il mio sapere, la mia vita, la mia vera identità affinché voi non scopriste la mia condizione superiore a voi, solo per non spaventarvi... Ma tra breve, lo sento, mio padre mi richiamerà e io potrò di nuovo essere me stessa e nuotare tra gli scogli, dentro le grotte, con i miei delfini... E’ strano. Capisco che se per me è difficile vivere tra voi, per voi e con voi stessi dev‘essere quasi un incubo.

 

[Home]

Logo di Fuoco Sacro Fuoco Sacro Web Ring By MilleNomi & Galahad