Mère ci parla della mente  Meditazioni Su Brani Di Mère

 proposti da  Laura   e   Pino

 

Esiste un vero movimento dell’intelletto

 e ne esiste uno falso.

Il primo aiuta, l’altro ostacola la sadhana. 

 ( Conv. 5 maggio 1929)

 

 

PREMESSA

 

Nella ricerca e crescita spirituale lo studio è certamente importante, occorre però evitare che sia pura esercitazione mentale, con esclusiva finalità dell’erudizione, ma che armonicamente sia inserito nella pratica quotidiana, diventi parte dello yoga, della vita.

Se la sadhana è il viaggio di una vita lungo faticosi sentieri tracciati in territori che ci sono sconosciuti, i libri sono le mappe che altri e più capaci esploratori ci hanno regalato per facilitare il nostro lavoro. Nelle loro Opere i Maestri hanno trasfuso parte della loro energia e le giuste vibrazioni, la lettura e lo studio portano nel nostro intimo un favorevole allineamento ed una sintonia positiva per lo sviluppo spirituale.

Occorre tuttavia che lo studio non sia disgiunto dalla pratica. Ciò che è veramente indispensabile è una sincera aspirazione unita alla pratica svolta con metodo e continuità.

 

- Sul tema, “la trasformazione della mente”}, abbiamo individuato alcuni brani di Mère, tratti dalle Conversazioni, selezionando quelli che ci sono sembrati più significativi e, tra questi, quelli che meglio si prestano alla concreta pratica dello yoga integrale. Lo scopo è stato quello di individuare, tra gli insegnamenti di Mère, indicazioni utili per la meditazione, l’ analisi introspettiva, la concentrazione, l’utilizzo della visualizzazione e dei mantra, sempre tenendo conto del tema centrale.

 

- abbiamo cercato di individuare quelle frasi chiave che analizzano la dinamica mentale e danno indicazioni di lavoro, al fine della trasformazione della mente medesima. Pensiamo di utilizzare i periodi scelti come temi meditativi per brevi meditazione, in modo da lasciare lavorare le frasi e le parole di Mère, oltre la mente ed il pensiero logico-razionale.

 

- Questo è l’elenco dei brani scelti, cosicché chi desidera possa leggerli interamente, con un’opera di studio certamente lodevole e proficua comunque per la sua crescita.

 

Natura e potere del pensiero - conv. 19/5/29

La conoscenza dello scienziato e quella dello yogi - conv XIX del '30-31

La mente aiuto od ostacolo - conv 20/1/50

La mente: strumento di formazione, organizzazione e di azione - conv. 22/1/51

Come purificare la mente - conv. 8/3/51

Forme e costruzioni mentali. Far progredire la mente - conv. 12/3/51

Mondi ed esseri mentali - conv. 19/3/51

Come funziona la mente - conv. 17/6/53

La conoscenza e la mente - conv. 23/12/53

Dubbi della mente fisica - conv. 14/7/54

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mère ci parla della mente

 

MEDITAZIONE 1

Esiste un vero movimento dell’intelletto

 e ne esiste uno falso.

Il primo aiuta, l’altro ostacola la sadhana. 

 ( Conv. 5 maggio 1929)

 

 

 

Conversazioni del 1930/31 -  Conv.  XIX

 

La Conoscenza dello Scienziato e quella dello Yogi.

Il massimo traguardo della conoscenza ordinaria è la scienza. Per la scienza ciò che si trova sulla terra è vero per la semplice ragione che c’è. Ciò che essa chiama Natura è la realtà ultima, e il suo scopo è di costruire una teoria per spiegare il suo funzionamento. Così può arrampicarsi salendo in alto tanto quanto può fare la coscienza fisica, provando a scoprire le cause di quello che lei crede essere il mondo vero, il mondo reale. Infatti, essa adatta le “cause” agli “effetti”, poiché ha iniziato a prendere ciò che è per il vero, il reale, cercando semplicemente di spiegare le cose mentalmente.

Al contrario, per la coscienza yogica, questo mondo non è la realtà ultima. Elevandosi al di sopra della mente fino alla Sopramente, poi fino alla Supermente, la coscienza yogica entra nel mondo divino delle verità primarie e, da lì, dirigendo il suo sguardo verso il basso, essa vede ciò che è accaduto qui in basso a queste verità, come sono state deformate, completamente falsificate…\…Il nostro scopo è cambiare le cose…Non vi sono leggi fisse qui in basso, e la scienza stessa, nel momento in cui non è troppo dogmatica, riconosce che le leggi sono semplici costruzioni mentali. Vi sono solo casi specifici, e se la mente potesse rivolgere la propria attenzione a tutte le circostanze, troverebbe che non vi sono due casi simili. Le leggi sono fatte per la comodità della mente, ma il processo della manifestazione Supermentale è diverso, si potrebbe dire che è il contrario di quello della mente. Nella realizzazione supermentale ogni cosa porterà in sé una verità che si manifesterà in ogni istante senza essere legata da ciò che è stato o da ciò che seguirà. Questo complicato concatenamento del passato e del presente, che dà alle cose della Natura l’apparenza di un determinismo così immutabile, non è nient’altro che un modo mentale di concepire le cose; non è una prova che tutto ciò che esiste è inevitabile e non può essere altrimenti.

 

 

Conversazione del 23 dicembre 1953

 

D. “se è impossibile per la mente trovare la conoscenza, quale parte dell’essere può trovarla?”\

Bisogna entrare nella conoscenza che appartiene al piano supermentale

 

D.“Ma per farla discendere?”\

Ogni volta che una parte dell’essere attira quella conoscenza, ed è evidentemente pronta a riceverla, essa viene.

 

D. “Essa non discende nella mente, Dolce Madre?”\

Si, discende nella mente. In una parte superiore della mente, oppure nello psichico. Si può avere la conoscenza dello psichico, benché essa sia di un’altra natura e non si formuli come nella mente. E’ una sorta di certezza interiore che vi fa fare la cosa giusta al momento giusto, senza passare necessariamente né per il ragionamento né per la formazione mentale…\…La mente è silenziosa: semplicemente guarda e ascolta per registrare le cose, ma non agisce.

 

 

Conversazione del 22 gennaio 1951

 

La mente non è uno strumento di conoscenza; le è impossibile trovare la conoscenza, ma deve essere messa in moto da essa.  La conoscenza appartiene ad un piano molto più elevato  di quello della mente umana, molto al di sopra della regione delle idee pure. La mente deve essere silenziosa e attenta per ricevere la conoscenza dall’alto e manifestarla; essa è uno strumento di formazione, di organizzazione e di azione; è in queste funzioni che essa assume il suo pieno valore e la sua reale utilità.

MEDITAZIONE 2

 

Esiste un vero movimento dell’intelletto

 e ne esiste uno falso.

Il primo aiuta, l’altro ostacola la sadhana. 

 ( Conv. 5 maggio 1929)

 

 

 

 

Conversazione del 5 maggio 1929

 

D. “Qual è la funzione esatta dell’intelletto? Aiuta od ostacola la sadhana?”\

Che l’intelletto sia un aiuto od un ostacolo, dipende dalle persone o dall’uso che ne fanno. Esiste un vero movimento dell’intelletto e ne esiste uno falso. Il primo aiuta, l’altro ostacola la sadhana. L’intelletto che crede troppo alla propria importanza e  che vuole la soddisfazione per sé stesso, è un ostacolo alla più alta realizzazione…\…Ogni parte dell’essere che rimane al proprio posto e svolge la funzione che le è stata assegnata è un aiuto……L’intelletto nella sua vera natura, è uno strumento di espressione e di azione. E’ qualche cosa come un intermediario tra la vera conoscenza, che risiede nelle sfere superiori, al di sopra della mente, e la realizzazione quaggiù. L’intelletto, o per parlare dell’insieme, la mente, dà la forma; il vitale vi aggiunge il dinamismo; la materia viene per ultima e dà il corpo.

 

C’è una parte della  mente che riceve le idee, quelle che si formano in una mente superiore…\L’intelletto è ciò che trasforma le idee in pensieri, poi li raduna e li organizza. Vi sono certe grandi idee che sono al di là della sfera mentale umana ordinaria, che possono assumere tutte le forme possibili. Queste grandi idee hanno la tendenza a scendere e a volersi manifestare in forme precise. Queste forme precise sono i pensieri, ed è, credo, ciò che s’intende generalmente per intelletto: è ciò che dà alle idee la forma di pensieri.

Vi è poi l’organizzazione dei pensieri fra loro. Bisogna che tutti vengano disposti in un certo ordine, altrimenti si è incoerenti. E infine c’è l’utilizzazione di quei pensieri per l’azione; è un altro movimento ancora.

 

 

Conversazione del 17 giugno 1953.

 

Per poter dire qual è il vero movimento, bisogna sapere innanzitutto di quale movimento si parla…..Bisogna sapere di quale parte della mente si parla, qual è la sua funzione particolare, e allora si può dire qual’ è il suo vero movimento e quale non lo è. Per la parte che deve ricevere le idee dominanti, il vero movimento è essere aperta alle idee dominanti, riceverle e trasformarle in pensieri il più possibile esatti, precisi ed espressivi. Invece per la parte della mente incaricata di organizzare tutti quei pensieri allo scopo di farne un insieme ordinato e non caotico, il vero movimento è appunto quello di classificare quei pensieri secondo una logica superiore e in un ordine assolutamente  chiaro, preciso ed espressivo., in modo che ogni volta che si debba far riferimento a uno di essi si sappia dove trovarlo e non si mettano assieme pensieri contraddittori.

 

Esiste un esercizio che dà al pensiero molta duttilità e molta elevatezza; ecco in cosa consiste: si formula una tesi chiaramente, poi, con la stessa precisione, gli si oppone l’antitesi. In seguito, con una riflessione attenta, si deve ampliare il problema finché non si è trovata la sintesi che unisca i due opposti in una idea più vasta, più alta e onnicomprensiva.

 

Conversazione del 20 gennaio 1951

 

Ora avete capito la differenza tra un’idea e un pensiero? E’ chiaro. L’idea si traduce in ogni genere di pensieri. Possono essere i pensieri più contraddittori e tutto sta ad organizzarli in modo coerente. …i pensieri contraddittori possono accordarsi se si sale abbastanza in alto, se si risale verso l’idea… Potremmo forse fare questo giochetto, sarebbe molto interessante. Abbiamo una tesi, dobbiamo trovare l’antitesi, poi troveremo la sintesi.

Chi propone la tesi?… ve la proporrò subito io:” L’uomo è mortale”. L’antitesi è :”L’uomo è immortale”. Ora trovate il punto in cui entrambe si accordano: la sintesi.

 

D. “E’ l’ignoranza ad impedire all’uomo di raggiungere l’immortalità”.

 

…Si potrebbe dire: nella sua realtà l’uomo è immortale e, a causa della sua ignoranza, o della sua incoscienza, è divenuto mortale…\

Per qualsiasi parte dell’essere, sia esso l’intelletto, o la mente, o il vitale, il vero movimento è duplice: anzitutto  non deve intercettare la Verità Divina nella sua manifestazione, in secondo luogo deve aiutarla a manifestarsi. C’è quindi un aspetto che consiste nel non far da schermo, nel non intercettare nulla, nel non ostruire il passaggio alla forza Divina che vuole manifestarsi, e un altro che consiste nell’essere abbastanza limpidi e puri per poter aiutare quella manifestazione.

 

 

Conversazione del 22 gennaio 1951

 

 

Un’altra abitudine che può essere utile al progresso della coscienza consiste, allorché si è in disaccordo con qualcuno, ad esempio su un argomento, una decisione da prendere, un’azione da compiere, nel non rimanere mai chiusi nella propria concezione, nel proprio punto di vista. Occorre al contrario sforzarsi di capire il punto di vista dell’altro, mettersi al suo posto e, invece di litigare o anche prendersi a pugni, trovare la soluzione che possa ragionevolmente soddisfare le due parti: ce n’è sempre una per le persone di buona volontà.

 

 

MEDITAZIONE 3

Esiste un vero movimento dell’intelletto

 e ne esiste uno falso.

Il primo aiuta, l’altro ostacola la sadhana. 

 ( Conv. 5 maggio 1929)

 

 

 

 

Conversazione del 14 luglio 1954.

 

…l’essere mentale fisico è proprio stupido! Si può facilmente averne la prova. Esso è probabilmente costruito come una specie di controllo, per assicurarsi che le cose vengano fatte come si deve. Penso che sia quella la sua funzione naturale…Ma ha preso l’abitudine di dubitare di tutto.

…avevo tolto il mio controllo, e lasciato il controllo alla mente fisica, è la mente fisica che dubita. Ho quindi fatto questa esperienza: sono andata in una stanza, poi sono uscita da quella stanza chiudendo la porta. Avevo deciso di chiudere la porta; quando sono arrivata in un’altra stanza, quella mente, la mente materiale, la mente fisica, ha detto: “sei certa di avere chiuso la porta?”  Siccome non avevo controllato, ho pensato: “Va bene, le obbedisco”. Sono andata a vedere ho constatato che la porta era chiusa. Sono tornata. Non appena non ho più visto la porta, quella mente mi ha detto: ”hai verificato bene?” Sono quindi tornata a vedere…Ed è andata avanti così finché non ho deciso “Ora basta”….

…E’ fatta così. Cessa di essere così solo quando una mente superiore le dice :”stai ferma”….

…Se quindi, per sfortuna, vi trovate in quella mente, tutte le cose che sapete, più in alto essere assolutamente vere…essa mette in dubbio, ne dubiterà, perché è costruita sul dubbio.

…E andrà avanti così, finché non le verrà insegnato a tacere e a starsene tranquilla.

 

 

Conversazione del 8 marzo 1950

 

Bisogna che la mente impari a tacere, che resti tranquilla, attenta, senza far rumore. Se si tenta di far tacere la mente direttamente, è un duro lavoro, quasi impossibile, perché la parte più materiale della mente non cessa mai la sua attività; essa gira, gira, come un registratore che non si fermerà mai. Essa ripete tutto ciò che registra e, a meno che non ci sia un interruttore per fermarla, , continua e continua all’infinito. Se invece si riesce a far salire la propria coscienza su di un piano superiore, al di sopra della mente ordinaria, questa apertura della Luce tranquillizza la mente, essa non si muove più, e il silenzio mentale così ottenuto, può diventare costante…\…L’unica vera soluzione è l’aspirazione alla luce superiore.

 

 

MEDITAZIONE 4

Esiste un vero movimento dell’intelletto

 e ne esiste uno falso.

Il primo aiuta, l’altro ostacola la sadhana. 

 ( Conv. 5 maggio 1929)

 

 

 

 

conversazione 12 marzo 1951

 

D. “cos’è che determina la costruzione mentale?”\

E’ l’ego mentale che determina la costruzione e si aggrappa disperatamente ad essa….

 

….vi sono persone che amano avere una certa stabilità in testa (appunto coloro che fanno delle “roccaforti”; ad essi piace essere in una roccaforte, ciò dà loro una sensazione di benessere), allora fanno una scelta e, se hanno una forza mentale sufficiente, fanno una scelta tra un numero notevole di idee; poi sistemano il tutto, ne fanno un bel muro mettendo ogni cosa in quello che essi considerano il suo posto (cioè, non bisogna mettere insieme troppe contraddizioni, altrimenti si scontrano; ci vuole un’organizzazione adeguata) e vi dicono: ”adesso so!”. Invece non sanno proprio niente!.

…bisogna saper perdere tutto per guadagnare tutto. E’ vero soprattutto per la mente, poiché se non si sa perdere tutto non si può guadagnare niente.

 

D. “e’ possibile uscire dalla “roccaforte mentale?”\

Ci sono persone che ne escono. Si può persino far uscire un esercito da una roccaforte.

No non è il comandante della piazza che esce, lui tiene molto alla sua roccaforte: manda fuori dei soldati. Tien molto alla sua roccaforte, poiché essa gli dà l’impressione di esistere e di essere un’individualità.

 

D. “e se ci si libera della “roccaforte”?”\

Oh ma bisogna fare attenzione. Non bisogna liberarsene se non si è capaci di vivere senza di essa, il che è infinitamente più difficile.

La cosa che in genere fanno gli uomini, con molto sferzo e una quantità di sofferenze che danno loro l’impressione di essere degli eroi, è abbattere la loro roccaforte…per entrare immediatamente in un’altra. Ciò non fa molta differenza dal punto di vista della Verità, ma dà loro l’impressione di aver fatto un grande progresso, perché la vecchia roccaforte è crollata ed essi ne hanno costruita un’altra.

Vivere senza roccaforte è estremamente difficile: si ha l’impressione di non vivere, di non essere individualizzati, di essere fluttuanti. E’ estremamente difficile vivere in qualcosa di infinitamente vasto, mobile, continuamente cangiante, perpetuamente in progresso, non essere trattenuti da niente cui ci si possa aggrappare dicendo a sé stessi:”sono io, è il mio modo di pensare” è molto difficile, non bisogna tentrlo troppo presto; certe persone ne hanno la ragione sconvolta.

 

 

MEDITAZIONE 5

Esiste un vero movimento dell’intelletto

 e ne esiste uno falso.

Il primo aiuta, l’altro ostacola la sadhana. 

 ( Conv. 5 maggio 1929)

 

 

Conversazione del 12 marzo 1951

 

 

D. “….Esistono delle forme mentali nel mondo mentale?”\

Si, c’è un mondo mentale concreto e ci sono della forze mentali, che non somigliano alle forze vitali e che hanno una loro propria legge. Ci sono molte innumerevoli, forme mentali. Esse sono quasi indistruttibili; si può dire soltanto che esse cambiano forma e relazioni, è qualcosa di molto fluido che si muove continuamente.

 

 

Conversazioni del 1929

 

 

la mente è un movimento; ma di esso esistono molte varietà, molti strati che si toccano e anche si compenetrano; e, nello stesso tempo, questo movimento che chiamiamo mente s’infiltra in altri piani. Nel mondo mentale stesso esistono infiniti piani…Alcune regioni mentali si trovano molto al di sopra del mondo vitale e sfuggono alla sua influenza; non vi s’incontrano né forze né esseri ostili. Ma ve ne sono altre, molte altre, che possono essere toccate e penetrate dalle forze vitali..         

 

conversazione del 19 marzo 1951

 

D. “vi sono degli esseri nel mondo mentale?”\

Si molti. Sono del tutto indipendenti, hanno vita propria, relazioni fra loro, come negli altri mondi. Soltanto, per una coscienza fisica, il tempo e lo spazio non sono gli stessi nel mondo vitale, nel mondo mentale e in quello fisico. Per esempio, coloro che sono nella coscienza fisica hanno l’impressione che gli spostamenti della mente siano istantanei; rispetto alla coscienza superiore, essi non sono istantanei, ma, rispetto alla coscienza fisica sì, lo sono, e anche di un’estrema rapidità.

Gli esseri del mondo mentale hanno anch’essi una individualità propria, persino una forma che può essere permanente, se essi scelgono di conservarne una. La loro forma è l’espressione del loro pensiero, ed è abbastanza duttile per poter cambiare con il loro pensiero, ma di una continuità che permette di riconoscerli. Se uscite dal corpo ed entrate nel mondo mentale, potete incontrare quegli esseri, parlare con loro, addirittura dar loro appuntamento per la prossima volta.

 

D. “Possono essi esercitare la loro influenza su un essere umano, come fasnno gli esseri del mondo vitale?"

 

Molte formazioni tentano di realizzarsi sulla terra, ma tali formazioni mentali sono in genere prodotte dagli esseri umani, poi esse continuano ad agire nel mondo mentale con l’intenzione di influenzare la mente degli esseri umani. Ma gli esseri del piano mentale propriamente detto sono in genere dei creatori e, per il fatto di essere dei creatori di forme, non si curano molto di influenzare le altre forme; si accontentano di esprimersi attraverso le forme create da loro.

 

E’ dalla poesia che possiamo accedere più direttamente

a quella Vibrazione inesprimibile. Vedo l’espressione

di Sri Aurobindo nella sua forma poetica, piena di  un fascino

 e di una semplicità…che ci mette a contatto  diretto [con la Verità]

 molto più intimamente che non tutte quelle cose mentali.

 Perché c’è una specie d’assoluto che noi non capiamo,

un assoluto d’essere e il Non-manifestato ha un sapore particolare

proprio a causa del Manifestato.

Sono solo parole, ma è tutto quello che abbiamo a disposizione.

Magari un giorno disporremo di parole e di un linguaggio

che potranno esprimere queste cose in modo adeguato..”

 

(Dall’Agenda di Mère  VII 4 marzo 1966)

 

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