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Mostra "Misteri ed Elisir: lo scrigno degli Alchimisti" Marisa Uberti www.duepassinelmistero.com |
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Nell’agosto 2007 abbiamo visitato la mostra "Misteri ed Elisir, lo scrigno dell’Alchimisti" allestita nella Torre Spagnola di S.Teresa Gallura, patrocinata dall'Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Tempio-Ampurias, frutto della collaborazione tra la Diocesi e l’Università degli Studi di Sassari che, nella sede gemmata di Tempio, ha attivato un Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche. La mostra ha come scopo la divulgazione di una Scienza, l'Alchimia, che nel medioevo e soprattutto nel Rinascimento era detenuta dai cosiddetti 'Sapienti' o Iniziati, che la praticavano o tentavano di praticarla sfidando spesso dei rischi, non ultimo quello di essere considerati 'eretici'.
S.Teresa Gallura (durata della mostra 1-31 agosto '07)
Anzitutto ci siamo chiesti perchè se ne sia occupata la Diocesi. Ufficialmente la Chiesa 'avversava' gli studi esoterici, a partire dalle Bolle Papali che venivano emanate contro l'Alchimia per esempio (vedi quella di papa Giovanni XXII, nel XIV secolo, che però pare segretamente la praticasse...). Ma, come ci ha spiegato la nostra cortese guida, Alchimia era intesa come percorso per elevare se stessi, per migliorarsi e perfezionarsi rendendosi simili al Cristo.
Non solo questa mostra è stata patrocinata dalla Diocesi di Tempio-Ampurias, ma è proprio un religioso (don Francesco Tamponi, responsabile dei Beni Culturali diocesani e profondo conoscitore della storia del territorio) a cui va il merito di impegnarsi, da alcuni anni a questa parte, per diffondere un importantissimo ritrovamento avvenuto nel 2004 in una cisterna dell'ex Palazzo Vescovile (o Episcopio) di Castelsardo: una biblioteca segreta, di 4000 libri antichi, appartenuta ai Canonici della cattedrale, tra i quali libri rari e preziosi (dei secoli compresi tra XVI e XVIII) imperniati non solo su materie di formazione ecclesiastica (come trattati di teologia o diritto canonico) ma di storia e letteratura rinascimentale, medicina, astronomia, alchimia e spagiria, alcuni dei quali abbiamo potuto ammirarli nella presente mostra di S.Teresa Gallura. Insomma si è potuto capire che i Canonici avevano accesso ad una cultura vastissima, di elite e che erano 'iniziati' a discipline esoteriche. Questi Canonici si appellavano tra loro Fratelli della Cattedrale di Ampurias.
"I Canonici -ci è stato detto durante la visita alla mostra- avevano aderito alla filosofia rinascimentale dell’alchimia mistica, viaggiavano in tutta Europa e, per il completamento del loro percorso iniziatico, si procuravano testi che approfondivano tutte le materie e indagavano fra le pieghe del sapere".
Molto interessante davvero! Tra l'altro, la visita a questa mostra ha 'completato' in un certo senso un itinerario che abbiamo compiuto fin da quando siamo sbarcati sull'isola. Mentre visitavamo la mostra e la gentilissima guida citava i diversi 'luoghi', ci rendevamo conto di averne inconsapevolmente ripercorso il tragitto, come se sapessimo fin dall'inizio che era necessario andare a visitarli!
Ma che cosa c'è di 'misterioso' nella cattedrale di S.Antonio Abate a Castelsardo perchè la nostra guida la citasse? Qualcosa di molto particolare e interessante per le nostre aspettative. Anzitutto è stata rinvenuta una lapide tombale (di cui però nessuno sa dire dove si trovi oggi) nella sacrestia, appartenuta ai Canonici, che reca inciso il simbolo dell'Uroboros, fortemente correlato al linguaggio alchemico,con un'iscrizione: "Fratres Cathedralis Ampuriensis" "In Unum".
"Questa traccia, nella sua chiarezza, dichiara l'adesione dei Canonici di Castelsardo dell'epoca ad un'ideologia e a una visione del mondo che secondo certi aspetti sconfinava anche nell'eresia. Di fatto la pietra tombale dei canonici non porta simboli classici del Cristianesimo ortodosso, bensì il serpente che si morde la coda a formare il cerchio dell'eterno ritorno, e il motto "In Unum" che sintetizza il ricongiungimento di ogni alterità al principio primo o Pietra Filosofale. Anche la scritta "Fratres" identifica i canonici come una setta, un gruppo scelto, una fratellanza insomma"(don Tamponi).
Inoltre, stando ad un documento del XVII sec. ritrovato tra gli altri della vastissima biblioteca 'segreta' dei Canonici di Castelsardo, scritto da un certo Arduino (probabilmente uno pseudonimo), si evince che gli altari della cattedrale fungevano come tappe di una misteriosa iniziazione alla Conoscenza. Magari potessimo sapere di più su questa questione! Tra l'altro, cogliamo l'occasione di dirlo in questa sede, abbiamo trovato dei SIMBOLI curiosi e molto interessanti su tre gradini che danno accesso al sagrato della cattedrale stessa.
Ma gli studi di don Tamponi sembrano inesauribili e destinati ad aprire un capitolo degno di grande attenzione, per la conoscenza della storia sarda medievale e rinascimentale locale che, parallelamente a quella 'ufficiale', si snodava segretamente negli ambienti monastico-religiosi, vera fucina del Sapere in quei tempi. Così si è verificato ovunque, in realtà, non solo in quest'isola. Abbiamo trovato così interessante il lavoro di questo sacerdote che, documentandoci ulteriormente, abbiamo saputo-attraverso interviste apparse sui quotidiani sardi- che egli è andato per una strada che collega la 'frangia esoterica' dell'Ordine del Tempio con i Canonici della cattedrale di Castelsardo (Ampurias), pur essendovi secoli di separazione cronologica tra di loro. Studi che meritano ulteriori approfondimenti,chiaramente.Il segretario della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici è il promotore di svariate iniziative che da alcuni anni si avvicendano nella Sardegna del Nord. Nella curia di Tempio, dove opera da anni, ha condotto studi e ricerche importanti su questi argomenti, rendendo i suo racconti densi di fascino e stimolando la curiosità in chi visita le mostre divulgative correlate.
In un articolo apparso su La Nuova Sardegna" di sabato, 7 aprile '07 (di Monica De Murtas) si parte con un titolo indubbiamente degno di attenzione:" I segreti delle piante medicinali - Un giallo cominciato con i Templari" e si prosegue con la curiosità tesa al massimo fino alla fine, perché ci fornisce elementi utilissimi per inquadrare il periodo in cui gli avvenimenti si svolsero. Castelsardo venne a sostituire, all’inizio del ‘500, la sede vescovile e del Capitolo della Cattedrale, appartenute alla scomparsa Ampurias. La cultura umanistica che pervadeva l’Italia, transitando da Roma e distribuendosi in Francia e in Spagna, non sfuggì certo alla Sardegna strategicamente posizionata a livello geografico. Don Tamponi è molto diretto affermando che "questa Operazione fu possibile perché quei saggi contavano su sostanziosi lasciti dei Templari". Il sacerdote ritiene che i Canonici della cattedrale avessero intrapreso un cammino esoterico, riservato a pochi iniziati, che era innanzitutto un percorso fisico. "Si snoda, fra precisi simboli, attraverso cinque chiese dell’Anglona disposte a formare una mappa a croce latina –dice don Francesco Tamponi nell’articolo." Trova rispondenze in segni equivalenti, quasi in un sistema miniaturizzato, all’interno della cattedrale di Castelsardo con un parallelismo studiato. Ma il medesimo itinerario diventa poi, sotto il profilo spirituale, un insieme di saperi di altissimo livello che riporta al massimo splendore dei Templari nel XII secolo in Sardegna». E quindi all’eredità, anche culturale, acquisita dai loro diretti discendenti, i fratres della cattedrale di Ampurias. Il fatto che sia stata rinvenuta la lapide sepolcrale appartenuta ai Canonici, recante il motto In unum, cioè nell’Uno, sotto il simbolo dell’Oroboros, il serpente che si morde la coda, testimonierebbe l’adesione dei canonici di Castelsardo "a una visione del mondo che si riflette nelle tecniche per lenire le sofferenze dei malati". L’uroboros in alchimia rappresenta la perfezione, o l’eterna catena della vita.E’ simbolo della Grande Opera. " Sul piano terminologico –sostiene don Tamponi in detto articolo- è un palindromo, parola leggibile allo stesso modo: da sinistra verso destra e viceversa. Ma c’è anche un bagaglio di dettami mistici, praticati dai canonici fino a tutto il Seicento, alla base della spagirica Ovvero quella branca dell’alchimia che si serve di erbe e parti animali, oltre che di metalli e pietre, per concretizzare le terapie. Le stesse che in molti casi ritroviamo oggi nei principi essenziali di alcune moderne cure farmacologiche». (L'articolo integrale è disponibile nel sito ufficiale della Diocesi di Tempio-Ampurias, all'indirizzo http://www.diocesitempio-ampurias.it/notiziaprint.asp?id=343).
Limitandoci a incoraggiare sempre maggiori ricerche da parte di don Tamponi e di tutti coloro che collaborano insieme a lui, al fine di ricavare elementi e documenti sempre più aderenti alla realtà della questione, lungi dal voler strumentalizzare la storia, rivolgiamo ora la nostra attenzione su tutta la mole di pannelli che abbiamo trovato in mostra. Essi sono stati curati da una dottoressa dell'Università di Sassari, Luisella Piu, responsabile del laboratorio di preparazione erboristica della facoltà gemmata di Tempio. L'Ateneo, come abbiamo detto all'inizio, ha attivato una 'filiale' a Tempio Pausania, il Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche. Gli studi esposti in mostra si basano, questa la novità, sulle antiche 'ricette' contenute in diversi trattati rinascimentali ritrovati nel fondo segreto di Castelsardo. Grazie all'attività didattica del corso di laurea in Tecniche Erboristiche di Tempio, da diverse ricette alchemiche e spagiriche contenute nei volumi esposti, analizzate e testate, sono state individuate una serie di piante presenti nel territorio. Queste, opportunamente studiate durante l'attività formativa universitaria, hanno permesso l'elaborazione di estratti presentati in mostra. Tra i testi più interessanti ritrovati nella biblioteca segreta dei Canonici di Castelsardo, si annoverano: "L'Evangelo" di Erasmo da Rotterdam, stampato a Basilea nel 1523; una "Biblia" stampata a Venezia, presso l'officina dei Giunti nel 1579; la 'Historia d'Italia', opera del Guicciardini del 1562; l'"Index Librorum Prohibitorum" del 1542; il "Discorso intorno alle carestie" e il "Trattato sulla peste" di Marsilio Ficino, datato 1591. Infine il "Panarion – Arca medica variis", di Giovanni Buseo stampato nel 1611.
Pensiamo, o meglio, speriamo di aver fornito al lettore dei validi motivi per informarsi sulla prossima sede di una mostra simile.Da Lombardi quali siamo, abbiamo soltanto potuto cogliere dei frammenti dell’immenso patrimonio culturale dell’isola, sfruttando le occasioni di conoscenza che ha offerto nel periodo in cui vi abbiamo soggiornato. Semmai vi doveste recare in Sardegna prossimamente e non intendeste solo ammirare le bellezze mozzafiato delle sue coste(che a Santa Teresa Gallura, tra l'altro, sono spettacolari),sappiate che ha un patrimonio culturale immenso. Può darsi che l'esposizione cambi nome o titolo e luogo e sede, come già è stato in passato, pur conservando i contenuti basilari di questa. Magari con le nuove scoperte, nuovi dati e nuovi elementi di studio che nel frattempo verranno aggiunti, perchè la tematica offre sicuramente tanti spunti di approfondimento, di ricerca e di studio da parte di molte discipline. Un tempo esse erano, tutte riunite insieme, 'la Tradizione', un 'corpus' di sapere che pochi detenevano o potevano comprendere; ecco perchè è così importante che essa non vada perduta, che venga salvata e riportata in modo semplice e naturale al pubblico che intenda recepirla.
Per trovare informazioni, riteniamo utile segnalare il sito ufficiale della diocesi di Tempio-Ampurias www.diocesitempio-ampurias.org e in particolare sarà di grande interesse il nascente Sistema Museale 'Museum' (Ufficio Beni Culturali diocesani), che è attivo nell'organizzazione di mostre ed esposizioni divulgative nel territorio di competenza: tel.079/6393099 www.museumtempioampurias.it (il sito è in costruzione). Il logo che hanno adottato è un uroboros...