ERODE E SALOME’:

IL VORTICOSO DANZARE DELL’IO

 

 

Filippo Goti


 

 

 

 

 

 

Quanto di seguito riportato è il racconto dell'evangelista Marco, attorno ai motivi che portarono alla morte di Giovanni Battista. L’assassino del Battista è storicamente riconosciuto nel Re Erode; personaggio senza dubbio complesso, che compare nei racconti dei vangeli anche in relazione alla strage degli innocenti,  e durante le fasi del processo del Messia. Ne viene data un’immagine di persona indecisa, in preda a mille dubbi, dove la buona volontà, presente inizialmente, viene traviata da basse influenze frutto della sfera emotiva ( il timore di perdere il potere, il sesso, e la codardia ). Erode è causa, diretta o indiretta, della morte dell'annunciatore e dell'annunciato. Personaggio di apparente secondo piano, ma ingranaggio di svolta, in negativo, della narrazione evangelica.  Quasi a ricordarci come ognuno di noi, può essere impercettibile fonte ci cambiamento.

 

Il racconto:

 

Marco 6:17 Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.

Marco 6:18 Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».

Marco 6:19 Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,

Marco 6:20 perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.

Marco 6:21 Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.

Marco 6:22 Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».

Marco 6:23 E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».

Marco 6:24 La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».

Marco 6:25 Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».

Marco 6:26 Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.

Marco 6:27 Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.

Marco 6:28 La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.

 

Una rilettura dei passi in chiave di psicologia gnostica, comporta che i personaggi del racconto (Erode, Giovanni Battista, la moglie di Erode, e la figlia), siano associati alle porzioni psicotiche del complesso mosaico che assume denominazione di Psiche o Io.  Nell’ottica gnostica l’uomo è una realtà composita a diversi livelli composita ( corpo – mente – anima – spirito ), e a difforme grado di aggregazione e coesione. Tale parcellizzazione ovviamente investe anche il centro volitivo, dove una pluralità di enti è coinvolta in un perenne conflitto teso ad attestare la volontà emergente, quanto a soffocare il Se: l’autentico uomo, che dorme nell’uomo.

Attraverso il lavoro di associazione, di elementi ricchi per il loro simbolismo, le porzioni psicotiche possono essere così individuate ed individualizzate ( emersione ), e attraverso opportune operazioni riassimilate, e/o dissolte.

L'operatore gnostico non si trova ad agire su di una indistinta e piatta psiche, ma può rapportarsi su ben specifiche componenti, a cui corrispondono precise manifestazioni a livello del fare e del pensare.

Ovviamente immagini e simbolismi di un forte impatto archetipale, e tramandate attraverso i secoli, parte integrante della nostra cultura formativa, permettono una maggiore incisività del lavoro associativo, e capacità di far emergere dall’inconscio quei dinamismi solitamente occulti.

Terminando  la pur breve trattazione attorno alla psicologia gnostica, è importante suggerire nei confronti del nuovo uditore, lasciando poi allo stesso possibilità di riflessione, come la nostra struttura psicologica è ben lontana da essere quel blocco monolitico, come amiamo rappresentarla .

In ogni momento della nostra vita ci relazioniamo agli altri, e a noi stessi, seguendo il capriccio dell’istante, soggiogati da una serie di stati umorali, o di agiti psicologici, apparenti o inconsci, con tratti emergenti che ci accompagnano per tutta la nostra vita, e con altri sotterranei, ma non per questo meno importanti. Un accadimento è oggettivamente un accadimento, ma verso di esso ci associamo,in modo difforme, e spesso possiamo assistere al conflitto in noi di più volontà, fino a quando una predomina sulle altre, oppure per somma di forze una novella ne nasce, o tutte si annullano.

La storia di Erode è significativa, il suo altalenare fra diverse posizioni, in assenza di un centro permanente decisionale, si affida a polarizzazioni emozionali, o sessuali.

Vi è un centro antico nell'uomo, un centro che trae la propria ragione di essere dall'originaria divinità e regalità di cui godevamo, e che costantemente anela a ri-conoscere se stesso, in modo tale da acquisire la consapevolezza del proprio essere, e potere così intraprendere la via del ritorno alla fonte di vita. Questa realtà spirituale, questo diamante, incessantemente cerca di "comunicare" alle altre particole che compongono il nostro essere uomo, ma più esso si allontana dai piani alti dell'intelletto, e più la sua voce si confonde ai suoni, ai lamenti, alla cacofonia indistinta di altri centri volitivi, bisognosi di appagamento non più spirituale ma carnale.

Questo centro di luce può essere definito il Cristo Intimo, a cui la nostra empia psiche si deve ispirare, mondare e convertire, per avere possibilità di salvezza, nella comunione dei santi. I vangeli ci hanno trasmesso in Giovanni Battista, il ruolo  di annunciatore della venuta del Cristo, colui che deve preparare la strada al Salvatore, all'Unico Mediatore. 

Il Battista è la voce; è l'aspetto comunicativo del nostro Cristo Intimo, egli è la voce della Volontà Spirituale, che si propaga dalle alte sfere celestiali del nostro essere, in tutto il regno dell'uomo, per essere ascoltata attorno alla via della redenzione. 

Una voce sicuramente scomoda, che urta contro il quieto vivere psicologico, che si pone come scelta drammatica, e frattura, fra ciò che riteniamo essere nel mondo del fare, e nel mondo del presumere, e ciò che in realtà si dovrebbe essere o eravamo.

Una voce sottile che pone un dubbio, che rimanda ad un tempo in cui tutto sarà pesato sulla bilancia della giustizia: nudo innanzi a se stesso.

Se questo il ruolo che possiamo assegnare a Giovanni Battista, quale il ruolo di Erode ?

La storia narrata da Marco, ci insegna come questa figura  sia attanagliata dal dubbio se ascoltare o meno la voce del profeta Giovanni, che aspramente critica la sua relazione con la moglie del fratello, oppure giustiziarlo e continuare a vivere nell'empietà. Erode è l'espressione di una struttura psicologica che nel suo rapportarsi con la vita, oscilla vorticosamente fra una scelta di giustizia e una di ingiustizia, fra appagare la propria natura spirituale e quella animale, fra il convincimento di nobilitarsi per il giorno che verrà, o inebriarsi con le gioie che durano il tempo di una notte.  Erode scosso dalla Voce, percepisce come la vita non sia conforme a quella ciò dovrebbe essere; non per caso è Re, egli dovrebbe incarnare l’esempio, ma la natura inferiore uccide costantemente l’ideale.

Non siamo forse noi tutti a questo modo, Re indegni di noi stessi ?

Non intuiamo cosa sia giusto o ingiusto, eppure indugiamo e indulgiamo sulla strada che ci conduce alla rovina ?

Erode è un'anima combattuta fra la voce luminosa del Battista, e la cattiva volontà rappresentata dalla moglie Erodiade. Essa è la perseveranza nel peccato, in una condizione di vita, in una dimensione psicologica-emotiva-animica che trova appagamento e stordimento dalla volontà di potenza e manifestazione dell'Io, che si costruisce una propria illusoria realtà.

Erode vive fra le mura del palazzo reale circondato da saltimbanco, prostitute, e banchetti, che altro non rappresentano  i cattivi pensieri e le fantasie che ogni giorno distolgono la nostra vera volontà, creando un piccolo universo  effimero La cinta del palazzo separa il mondo psicologico dal mondo esteriore. Le stanze rappresentano il dedalo della nostra mente, nelle sue stratificazioni. Il Battista in prigione nelle segrete, la difficoltà e la distanza della voce ancestrale ad emergere a livello conscio, la musica, i colori, le feste, l’obliante intrico delle nostre passioni e fantasie.

Erodiade assomma in se l'orgoglio e l'ira, e suggerisce costantemente ad Erode di uccidere il Battista, in modo da recidere ogni possibilità di riscatto per l'anima straziata fra le due nature dell’essere uomo. Seppur ferita da questo continuo lottare, tergiversa, ma non cede, almeno fino a quando un'altra componente psicologica appare sulla scena: la lussuria ( l’atavismo dell’animale mammifero più antico ). Essa è impersonata dalla figlia di Erodiade, la quale si offre ad Erode con una danza ( la danza dei sensi ).

In modo tale che l'ira e l'orgoglio possono trionfare, uccidendo definitivamente la voce del Cristo Intimo. Rimuovi l’ostacolo del ricordo di ciò che eri, e non solo continuerai ad appagarti nei sensi, ma otterrai ancor maggiore godimento. Le passioni, i sensi, si rinnovellano come mortale e nera fenice. In quanto le passioni sono come un liquido, e gli uomini come brocche. Vecchia o infranta l’una, una giovane le accoglierà nuovamente.

 

Attraverso la danza, il turbinio visivo e sonoro, il potere ipnotico dei sensi, l'anima Erode perde l'orientamento, e dimentica la voce interiore rappresentata dal Battista. L'estremo appagamento sensoriale è il trionfo della Natura Inferiore, che trova massimo simbolo dalla decapitazione del Battista.

 

Attraverso la retrospezione di alcuni accadimenti della nostra vita, possiamo tranquillamente notare come il nostro tratto psicologico predominante, spesso si camuffa  attraverso altre componenti. E’ intelligente e ben sa che con il corso del tempo abbiamo imparato a riconoscerlo, e se non ad estirparlo o assorbirlo, sicuramente per convenienza, a contrastarlo. Come ogni organismo ha necessità di alimentarsi, e lo fa attraverso le scariche emotive, la biochimica che produciamo, in corrispondenza alle sue manifestazione. Se impossibilitato, scatena altre componenti che preparano il terreno, corrompendo, abbattendo, i freni inibitori, gli imperativi categorici che ci siamo imposti, o il semplice buonsenso che proviene dalla nostra natura spirituale. Tutto ciò è frutto della capacità cameleontica della pluralità egoica.

Erode è il falso iniziato, assiso in trono ma che non ha compiuto un reale lavoro su se stesso. La sfera lunare non è purificata, e i suo demoni ( Ira – Orgoglio – Lussuria ), non decapitati, non trafitti dalla lancia di San Giorgio hanno facile gioco.  Erode stesso è un severo motivo nel lavoro esoterico: quello di non cercare di operare nel solare, fino a quando il lunare non sarà dominato.

 

 

 

 

 

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