Undicesima Fatica di Ercole

Samael Aun Weor


           
L’undicesima fatica di Ercole, l’Eroe Solare, ebbe luogo sulle sponde oltremarine dell’Atlantico e consistette nella conquista dei Pomi delle Esperidi, le ninfe figlie di Espero, vivissima rappresentazione del pianeta Venere, la stella deliziosa dell’Amore...
Non conoscendo il cammino, Ercole doveva innanzitutto impadronirsi di Nereo, che tutto conosce, e poi sostenere, in Africa, una lotta corpo a corpo con lo spaventoso gigante Anteo, figlio di Poseidone... Si suole porre questo viaggio in rapporto anche alla liberazione di Prometeo-Lucifero, con l’uccisione dell’aquila che lo tormenta, come pure alla sostituzione temporanea del famoso Atlante, per guadagnare l’aiuto del quale Ercole prende il mondo sulle sue titaniche spalle...
Alla fine, i simbolici Pomi Dorati gli sono offerti dalle stesse Esperidi, uccidendo previamente il drago che li custodiva...
Questa impresa ha un’evidente stretta relazione con il racconto biblico dei frutti dell’Albero della Scienza del Bene e del Male nel giardino dell’Eden, nel quale il drago è però sostituito da una serpe che rivolge l’invito a raccogliere e provare quei frutti meravigliosi, offerti poi da Ercole ad Atena, la dea della Saggezza e sua divina protettrice...
L’intrepida discesa al vecchio Tartaro dell’undicesimo pianeta del nostro sistema solare si rese urgente e inderogabile, prima dell’ascesa al Padre (il Primo Logos).
Impervio, scosceso, aspro percorso discendente mi condusse fatalmente alle orribili tenebre della città di Dite...
Il mio ‘Nereo’, o per meglio dire il mio Guruji, Maestro o guida, mi indicò pazientemente tutti i pericoli...
E fu proprio in quegli orrendi abissi del dolore, in quel pianeta che sta oltre l’orbita di Plutone, che incontrai Anteo, il gigante straordinario, ancor più spaventoso dello smisurato Briareo...
Il fiorentino Dante, nella sua Divina Commedia, esclama:

«O tu, che nella fortunata valle
che fece Scipion di gloria reda,
quand’Annibal co’ suoi diede le spalle,

recasti già mille leon per preda;
e che se fossi stato all’alta guerra
de’ tuoi fratelli, ancor par che si creda

ch’avrebber vinto i figli della terra;
mèttine giù, e non ten vegna schifo,
dove Cocito la freddura serra.

Non ci far ire a Tizio nè a Tifo:
questi può dar di quel che qui si brama;
però ti china e non torcer lo grifo.

Ancor ti può nel mondo render fama:
ch’ei vive, e lunga vita ancor aspetta,
se innanzi tempo grazia a sè nol chiama».

Così disse ‘l Maestro; e quelli in fretta
le man distese, e prese il duca mio
ond’Ercule sentì già grande stretta.

Virgilio, quando prender si sentìo,
disse a me: «Fatti ‘n qua, sì ch’io ti prenda»;
poi fece sì, che un fascio er’ egli ed io.

Qual pare a riguardar la Garisenda
sotto il chinato, quando un nuvol vada
sovr’essa sì che ella incontro penda,

tal parve Anteo a me che stava a bada
di vederlo chinare; e fu tal ora,
ch’io avrei voluto ir per altra strada;

ma lievemente, al fondo che divora
Lucifero con Giuda, ci posò:
nè, si chinato, lì fece dimora,

e come albero in nave si levò.
(Questo è testuale dalla Divina Commedia ).
Anteo: prodigioso personaggio allegorico, titano rappresentativo delle tenebrose orde abissali...
Dopo aver ingaggiato molte cruente battaglie contro i demoni della città di Dite, Lucifero-Prometeo dovette essere liberato...
Io vidi aprirsi la porta d’acciaio dell’orribile segreta: il guardiano gli cedette il passo...
Scene tremende dell’oscura dimora, eventi inauditi, inimmaginabili, cose che gli abitanti della terra ignorano...
Lucifero è il Guardiano della Porta e delle Chiavi del Santuario, affinchè non penetrino in esso se non gli unti che posseggono il Segreto di Hermes...
Il Christos-Lucifero degli gnostici è il Dio della Saggezza sotto diversi nomi, il Dio del nostro pianeta Terra senza alcuna ombra di malignità, dal momento che è uno con il Logos Platonico...
Prometeo-Lucifero è il Ministro del Logos Solare ed il Signore delle Sette Dimore dell’Ade...
Lucifero è certamente lo Spirito dell’illuminazione spirituale dell’umanità e della libertà di scelta, oltre che, metafisicamente, la torcia dell’umanità; nel suo aspetto superiore il Logos, nel suo aspetto inferiore l’avversario; il divino e incatenato Prometeo; l’energia attiva e centrifuga dell’universo; fuoco, luce, vita, lotta, sforzo, Coscienza, libertà, indipendenza, ecc., ecc.
La Spada e la Bilancia della Giustizia Cosmica sono affidate a Lucifero, poiché è lui la norma del peso, la misura e il numero.
Dentro ciascuno di noi, Lucifero è il riflesso del Logoi Intimo, ombra del Signore proiettata nel fondo del nostro Essere...
Mentre scrivo queste righe, mi torna alla mente un caso strano...
Una notte, non importa quale, mi capitò di incontrare lo sconcertante personaggio all’interno di una camera da letto sontuosa...
Imponente, Prometeo-Lucifero, ritto su zampe di bestia invece che sui piedi, mi guardava minaccioso...
Benché vestito come un elegante gentiluomo, due temibili corna brillavano spaventose sulla sua fronte sinistra...
Avvicinatomi a lui serenamente, gli diedi alcune leggere pacche sulla spalla, mentre gli dicevo:
«Tu, a me, non fai paura: ti conosco molto bene! Non hai potuto vincermi; sono vittorioso... »
Il colosso se ne andò ed io, sedendomi sul morbido e profumato letto di mogano, attesi un istante...
Di lì a poco penetrò nella camera una donna pericolosamente bella e si distese nuda nel letto...
Quasi ebbra di lussuria, la maliarda mi cinse tra le sue braccia impudiche invitandomi ai piaceri della carne...
Adagiato accanto alla bella dimostrai i miei poteri al Diavolo: dominai me stesso...
Poi mi alzai dal letto di piacere: la bella, quasi morta di lascivia, sentendosi delusa, mi contemplò inutilmente...
Successivamente, entrò nella stanza uno splendido bimbo: radiosa creatura terribilmente divina...
Il sublime fanciullo, riccamente vestito di un’elegante tunica sacerdotale di un colore nero molto particolare, attraversò lo strano locale...
Lo riconobbi immediatamente e, avvicinatomi lentamente a lui, gli dissi:
«È inutile che continui a travestirti: ti riconosco sempre; oh, Lucifero!... Non potrai mai battermi...”
La sublime creatura, terrore degli ignoranti, sorrise allora con dolcezza infinita...
È indubbiamente lui il “Divino Daimon” di Socrate, il nostro personale allenatore nella palestra psicologica della vita...
Dopo il suo duro lavoro, la sua liberazione viene ad essere giusta: il Logos lo inghiotte, lo riassorbe in sè...
Il racconto si chiude qua; riprendiamo con il tema trascendentale di questo capitolo...
La mia nuova sacerdotessa risultò davvero straordinaria sulla Montagna dell’Ascensione...
Naturalmente il mio progresso intimo venne accelerato e, di conseguenza, mi riuscì di impadronirmi dei Pomi Dorati nel Giardino delle Esperidi...
Le ninfe venuste, squisitamente deliziose, caddero ai miei piedi senza potermi vincere...
Conclusi i lavori magici in quell’Averno, ascesi vittorioso al Padre...
Questo mistico avvenimento trascendentale non poteva assolutamente passare sotto silenzio...
L’evento cosmico fu infatti celebrato con infinita allegria nel Sancta...
Assiso su uno splendido trono davanti all’Augusta Confraternita, mi sentii completamente trasformato...
In quegli indicibili momenti, l’Anziano dei Giorni, il mio Padre che dimora in segreto, La Bontà delle Bontà, l’Occulto dell’Occulto, la Misericordia delle Misericordie, il Kether della Kabala ebraica, brillò dentro di me, cristallizzò definitivamente in tutta la presenza del mio Essere.
In tali istanti, i Fratelli della Fratellanza Universale Bianca mi contemplarono con infinita venerazione... Il mio viso assunse l’aspetto dell’anzianità...
Avevo indubbiamente ottenuto di cristallizzare nelle diverse parti del mio Essere le Tre Forze Primarie dell’Universo...





 

 

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