Il Segreto dell'Abisso

Samael Aun Weor


           
L SEGRETO DELL’ABISSO

Al di là di ogni retorica, confesso umilmente e senza mezzi termini che, dopo aver salito i cinque gradini delle Iniziazioni Ignee, mi fu necessario lo sviluppo nella Luce con gli Otto Gradini dell’Iniziazione Venusta.
Il lavoro nella Forgia Infuocata di Vulcano (il Sesso) è inderogabile quando si vuole veramente il completo risveglio della Prima Serpe di Luce.
Sta scritto a caratteri d’oro nel Libro di tutti gli Splendori: “Il Kundalini si sviluppa, compie la sua rivoluzione ed ascende all’interno della meravigliosa aura del Mahachohan”.
Ovviamente, dapprima lavoriamo con il Fuoco e poi con la Luce; non dobbiamo mai confondere le Serpi del Fuoco con quelle della Luce...
La straordinaria salita della Prima Serpe di Luce verso dentro e verso l’alto, lungo il canale midollare spinale del corpo fisico, mi consentì di conoscere il segreto dell’abisso.
Il fondamento di tale segreto si trova nella Legge della Caduta, nei termini in cui fu formulata da San Venoma.
Ecco la definizione data a tale Legge cosmica dal suddetto Maestro che la scopri:
“Tutte le cose esistenti al mondo cadono verso il fondo e questo, in qualsiasi angolo dell’universo, è la loro forma di stabilità piu prossima. Tale forma di stabilità è il luogo verso il quale convergono tutte le linee di forza provenienti da tutte le direzioni.
Precisamente, i centri di tutti i soli e di tutti i pianeti del nostro universo sono tali punti di stabilità. Essi non sono altro che i punti inferiori di quelle regioni dello spazio verso le quali tendono definitivamente le forze provenienti da tutte le direzioni di quella determinata parte dell’universo. In quei punti si concentra anche l’equilibrio che permette ai soli ed ai pianeti di mantenere la posizione”.
La Tigre del Turchestan, a commento, dice:
“Enunciando il suo principio, inoltre, San Venoma affermò che, nel loro cadere nello spazio, ovunque ciò si verifichi, le cose tendono a cadere verso l’uno o l’altro sole, verso l’uno o l’altro pianeta, secondo quale sia il sole o pianeta cui appartiene quella data parte dello spazio in cui cade l’oggetto, poiché ogni sole o pianeta, in quella determinata sfera, costituisce il punto di stabilità o fondo”.
I soprastanti paragrafi citati tra virgolette alludono chiaramente ai due aspetti, esterno ed interno, della Legge di Gravità.
L’esterno è solo la proiezione dell’interno. In modo tridimensionale, si ripropone sempre la segreta gravitazione delle sfere...
Il nucleo centrale di questa massa planetaria su cui viviamo è senza dubbio il luogo o punto matematico dove convergono tutte le linee di forza provenienti da diverse direzioni.
Nel centro di stabilità planetaria si incontrano e si equilibrano reciprocamente le forze involutive ed evolutive della natura.
Ondate di Essenze iniziano la loro evoluzione nel regno minerale, proseguono con lo stato vegetale, continuano nella scala animale ed infine raggiungono il livello di tipo umanoide intellettivo.
Ondate di vita discendono poi, involvendo, secondo la Legge della Caduta, rivivendo processi animali, vegetali e minerali, verso il centro terrestre di gravità.
Gira la ruota del Samsara: dal lato destro ascende Anubis evolvente e dal sinistro discende Tiphon involvente.
La permanenza nello stato umanoide intellettivo è qualcosa di molto relativo e soggetto alle circostanze.
Giustamente ci è stato insegnato che qualunque periodo umanoide consta sempre di centootto vite di tipo evolutivo ed involutivo che si svolgono e si ripetono sempre, ora in spire più elevate, ora in spire più basse.
Chiarisco: ad ogni periodo nello stato di umanoide razionale vengono sempre assegnate centootto esistenze che presentano una stretta concordanza matematica con lo stesso numero di grani formanti il collare del Buddha.
Dopo ciascuna epoca nello stato di umanoide, in accordo con le leggi di tempo, spazio e movimento, gira inevitabilmente la ruota dell’Arcano 10 dei Tarocchi. Risulta allora evidente che le ondate di vita involvente discendono nel regno minerale sommerso verso il centro di stabilità planetaria, per riascendere evolutivamente un po’ più tardi.
Qualsiasi nuova riascesa evolutiva dal centro di gravità terrestre esige una previa disintegrazione del me stesso. Questa è la Morte Seconda.
Siccome l’Essenza è imbottigliata nell’ego, la dissoluzione di quest’ultimo si rende indispensabile ai fini della liberazione di quella.
Nel centro di stabilità planetaria si restaura la pristina originale purezza di ogni Essenza.
La ruota del Samsara gira tremila volte. Capire tutto ciò, cogliere il suo profondo significato è indispensabile e inderogabile se davvero aspiriamo alla liberazione finale.
A continuazione del presente capitolo, è necessario richiamare l’attenzione del lettore sulla seguente affermazione: conclusi i tremila periodi della grande ruota, qualsiasi tipo di autorealizzazione intima risulta impossibile.
In altre parole, è necessario affermare il fatto ineludibile che ad ogni Monade vengono matematicamente assegnati tremila periodi per la propria profonda autorealizzazione interiore. È indubbio che dopo l’ultimo giro della ruota le porte si chiudono.
Quando questo succede, la Monade, la Scintilla Immortale, il nostro Reale Essere, raccoglie allora la sua Essenza ed i suoi Principi per ritornare definitivamente entro il seno dello Spirito Universale di Vita (il supremo Parabrahatman).
È scritto con misteriosi caratteri di fuoco nel Testamento della Saggezza Antica il fatto chiaro e decisivo che molto poche sono le Monadi divine o Scintille virginali che vogliono veramente la maestria.
Quando una qualunque Monade aspira effettivamente alla maestria è indubbio che la raggiunge, lavorando intensamente sulla propria Essenza.
Ogni Essenza intimamente lavorata dall’interno dalla propria Monade divina è molto facile da riconoscere nel mondo delle forme dense. E questo il caso concreto di qualunque persona con grandi inquietudini spirituali.
Naturalmente, questo specifico tipo di inquietudini mistiche non potrebbero mai esistere in persone la cui Essenza non fosse stata lavorata dall’interno dalla sua corrispondente Monade divina.
Una volta, trovandomi in vacanza nel porto di Acapulco sulle coste del Pacifico, in Messico, mi avvenne di entrare nello stato yogico di Nirvi-Kalpa-Samadhi.
Volli allora sapere qualcosa su quelle Monadi che, dopo essere passate per i tremila giri della ruota del Samsara, avevano ormai perso ogni possibilità cosmica.
Ciò che in quella occasione vidi, lungi dal corpo, dagli affetti e dalla mente, fu davvero straordinario...
Completamente immerso nella Corrente del Suono, nell’immacolato e splendido oceano del Supremo Parabrahatman-Atman, entrai per le porte di un Tempio ineffabile...
Non fu necessario indagare e interrogare... In tutta la presenza del mio Essere potei sperimentare la tremenda realtà di tali Monadi sublimi: esse sono al di là del Bene e del Male.
Piccolissime creature innocenti, faville della Divinità senza autorealizzazione, esseri felici ma senza maestria.
Quelle nobili creature galleggiavano deliziosamente nel candore immacolato del Grande Oceano, entravano ed uscivano dal Tempio, pregavano e si prostravano davanti ai Buddha, davanti agli Dèi Santi, davanti ai Mahatma.
Queste Monadi divine vedono indubbiamente i Maestri nello stesso modo in cui le formiche vedono gli uomini.
Gli Agnisvata, i Buddha di Compassione, gli Ierofanti, per questo tipo di Monadi senza maestria, sono qualcosa che non si può comprendere: esseri strani, enigmatici, terribilmente divini...
Nei Sancta o nelle Chiese della vita libera nel suo movimento, le suddette Monadi obbediscono agli Dèi Santi e li servono con infinita umiltà.
La felicità di quelle Monadi è ben meritata, poiché l’Essenza di ciascuna di loro ha conosciuto gli orrori dell’abisso ed ha girato tremila volte nella ruota del Samsara.




 

 

[Home]