il Triskell

Cav. Emilio Michele Fairendelli

 

 

in semianimi atrissima nocte

adamas perinde et semper refulget

 

I

La sopravvivenza di realtà di tipo iniziatico-tradizionale trova, pur nelle dense nebbie del Kali Yuga dove ad ogni minimo brano di Verità viene imposta una torsione il cui scopo occulto è tramutarLa nel Suo opposto, un senso nel tramandare forme ed apparati simbolici, per quanto possibile intatti nella loro potenzialità.

Nel preservarli per epoche future e condizioni diverse dove Simboli oggi muti ed immobili possano tornare a parlare, ad irraggiare il loro senso.

Un’Arca dei Simboli.

Come è stato scritto, tale Arca non si presenta alla nostra immaginazione come una nave salda e capitanata, che i Simboli impavesino aldisopra di una tolda piena di luce.

Piuttosto, considerando i tempi ed il materiale umano, la nave sembra abbandonata al suo destino fisico, l’equipaggio è ignaro di una vocazione più alta, financo di una destinazione, i Simboli sono casomai tradotti come bivalvi chiusi aderenti alla chiglia, là sotto, nell’oscurità delle acque, senza essere conosciuti, senza essere certi di sopravvivere al viaggio.

Intendo trattare un simbolo antichissimo, il Triskell (o Triskellion, o Triscele, o Trischele, ed altro).

Fig. 1 Il Triskell: immagine tradizionale il numero delle volute delle spirali può variare

Si tratta di un simbolo ternario. Il termine viene fatto risalire normalmente al greco "triskélès" che significa "a tre gambe", ma la sua frequenza più ricorrente, e probabilmente la sua origine, è celtico-druidica. Lo si ritrova sovente rappresentato da tre gambe piegate che possono essere nude o diversamente armate, come ad esempio nel simbolo della regione Sicilia, di sicura origine precristiana, o sulla bandiera dell'Isola di Man che con buone probabilità fu adottato intorno all' XI sec. d. C. a partire proprio da quello siciliano.

 

Fig. 2 Simbolo della Regione Sicilia Fig. 3 Bandiera dell’isola di Man

 

Appare pressoché ovunque nelle sue diverse versioni benché sia senza dubbio l'Europa  la sua terra di elezione e di origine. Esso consiste fondamentalmente in tre segmenti lineari identici, semplicemente piegati o come spirale, con una estremità in comune a formare un vortice destrorso o sinistrorso, evocativo, come vedremo in seguito, delle moderne espressioni grafiche della matematica e della geometria frattali e che suggerisce un chiaro senso di rotazione attorno ad un asse centrale.

Il carattere di crescenza o di equilibrio, il senso destrorso o sinistrorso, come già notava il Guénon in riferimento alla svastica indoeuropea, sono dati incidentali che non coinvolgono l’essenza del Simbolo.

Una ricognizione generale, alla quale rimando per gli studi attualmente disponibili sul Simbolo - essendo questa sede idonea per un solo breve lancio di tracce di riflessione - evidenzia alcune delle cifre fondamentali che esso comunica:

Forza: sia nelle sue rappresentazioni più antiche, rappresentazioni più fluide e curviformi, sia nelle rappresentazioni più tarde e formalmente rigide come quelle dei simboli regionali e nazionali, il Simbolo comunica Forza.

La gamba piegata al ginocchio, emblema sugli scudi dei guerrieri spartani, il crescere delle volute congiunte al centro, l’evocazione del Divenire sotto forma di ciclicità solare o di svolgersi del Tempo: tutto comunica Forza, o più esattamente, Energia considerando la tensione e la dinamica formale del Simbolo, la creazione di un campo espansivo.

Bellezza: l’uso del Triskell presso le popolazioni celtiche ha prevalentemente carattere decorativo: gioielli, incisioni, iscrizioni.

In certa architettura medioevale il Triskell è usato come elemento base per l’incrocio delle aperture trilobate, per la stesura di veli e pareti lapidee.

L’assoluta Bellezza formale del Simbolo sta davanti a noi, senza necessità di commento.

Figg. 4a e 4b Il Triskell come gioiello: medaglia celtica e Triskell stilizzato come moderno piercing in argento

Sapere: la comunicazione del Simbolo in questo senso non si esaurisce nel solo aspetto narrativo, concettuale, riferito all’essenza del ternario: i tre momenti del Tempo, passato, presente e futuro, le tre età della vita umana, le tre nature della Manifestazione, il tutto racchiuso nel cerchio unificante nel quale il Triskell è virtualmente o realmente inscritto.

La struttura e la tensione formale del Triskell rimandano al mistero e al significato supremo della forme naturali laddove esse si avvicinano ai fondamenti ultimi della Manifestazione: campi al livello atomico e subatomico, cristalli microscopici, strutture primarie quali strutture molecolari, DNA ecc., strutture stellari e galattiche.

Le clatrine, fondamentali molecole proteiniche che guidano l’endocitosi cellulare, alla base del processo strutturante ed espansivo della Vita, si organizzano in forma di catene precisamente triskelliche: questo chiarisce il Triskell come forma estremamente potente in termini di capacità di generare strutture più complesse e processi evolutivi.

Figg. 5 La catena triskellica delle proteine clatrine

Si colga poi l’identità sostanziale tra Triskell e il simbolo vedico dell’OM:

Fig. 6 Il Simbolo OM (grafia sanscrita tradizionale)

Tolti i due punti apicali della rappresentazione grafica dell’OM, Bindu o punto della Trascendenza e, subito aldisotto, Raif, il velo di separazione tra Manifestazione ed Infinito, il Simbolo si presenta come tre similspirali diversamente conformate.

Ancora ternario: passato, presente e futuro, conscio, inconscio e subconscio, parte materiale, parte sottile, parte spirituale della Manifestazione, A, U, M.

Ad un’analisi più approfondita l’OM si mostrerebbe inevitabilmente come una versione simbolica più sofisticata, più complessa e precisa, del Triskell.

Si tratta d’altronde di un Simbolo inimmaginabilmente più antico, totalmente immune da culture formali di tipo euroepo , un Simbolo derivante da una sapienza, quella vedica, madre della scrittura sanscrita, dove l’aspetto grafico e sonoro-vibratorio è, a differenza che nel Triskell, cosa sola con il significato, come, per esempio, nel caso delle lettere dell’alfabeto ebraico antico.

Il Triskell può anche essere letto come una rappresentazione simbolica degli oggetti della geometria frattale.

Un frattale è definito come un oggetto, un "campo" geometrico generato da una formula matematica e che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambia aspetto anche se visto con una lente d' ingrandimento o da una distanza infinita dove la vista non perda, per ragioni fisiche, alcun dettaglio.

La serie televisiva americana Threshold propone, come Simbolo per una civiltà aliena pronta ad invadere la Terra, un fractal Triskelion, ossia un Triskell i cui bracci a spirale sono disegnati da punti che sono, ognuno in sè, oggetti frattali.

Il fractal Triskelion è chiaramente un frattale improprio, qualcunque oggetto potrebbe infatti venire disegnato sulle proprie linee costitutive da oggetti frattali senza per questo diventare un frattale; tuttavia, il ricorso al Triskell in questo caso, oltre a denunciarlo come Simbolo per così dire di tendenza, ribadisce ciò che qui ci interessa, l’esistenza cioè di una relazione allusivo-simbolica tra Triskell e mondo frattale.

Per inciso, il fractal Triskelion in questione è una delle immagini più famose e ricorrenti nei famigerati cerchi nel grano, i crop circles. Il frattale in elaborazione policroma rappresentato in fig. 7 è all’inverso l’esempio di un frattale canonico trispiraliforme, categoria di oggetti che il Triskell nella sua rappresentazione classica può pienamente simboleggiare; l’elaborazione cromatica è arbitraria ma i diversi colori sono precisamente associati alle proprietà matematiche intrinseche dei punti nel piano dell’oggetto. La geometria frattale è un campo ancora non investigato a fondo, le cui possibilità di leggere e regolare parti della realtà ad oggi lontane da una comprensione completa, per esempio i mondi caotici, sono ancora insondate.

Fig. 7 Esempio di oggetto frattale Jupiter, del tipo Julia (elaborazione policroma)

Scrive Benoit Mandelbrot, il fondatore della geometria frattale:

« Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con le strutture primarie dell’Universo, in particolare con la struttura della mente umana, con l’organo del cervello; è per questo che la gente li trova così familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l'argomento più il mistero aumenta »

Il Triskell indica quindi un problema, un orizzonte del Sapere circa le Forme prime ed ultime, gli yantra su cui la Manifestazione è fondata.

II

Abbiamo detto che i Simboli sopravvivranno se preservati nella loro essenzialità e tradotti ad epoche future, più silenziose e spiritualmente ricettive.

E’ tuttavia evidente che il Simbolo stesso, cosa vivente e cosciente, cercherà qui ed ora di esistere e perpetuarsi, cercherà di significare direttamente o attraverso procedimenti di mimesi, di adattamento ai tempi e alle circostanze, di mutazione.

In questo senso l’esempio del Triskell è particolarmente eloquente.

Abbiamo osservato come uno degli scopi principali del Simbolo sia la rappresentazione della Forza espansiva, di un campo energetico unitario, scomposto formalmente in tre parti, le spirali,

che rimandano a tre modalità che presiedono ed ordinano la Manifestazione.

Citerò due esempi in cui il Triskell viene usato come riferimento, unico Simbolo disponibile in grado di fornire significazione adeguata per campi energetici di varia natura ma estremamente potenti e aldifuori dell’ordinario.

Fig. 8 Il Simbolo del Biohazard (rischio biologico) Fig. 9 Il Simbolo del rischio da radiazioni

Il Simbolo del Biohazard, il rischio biologico, mostra tutte le sue evidenti affinità con il Triskell.

Nessun intento rappresentativo di qualcosa di simile al ternario, nessuna complessità.

La qualità formale stessa del Simbolo è scesa di grado.

Lo scopo è esclusivamente quello di simboleggiare una Forza, sottile e non visibile, che agisce tramite organismi o parti di organismi: batteri, virus ad enorme potere generativo, contaminante ed agente, veicolati dall’atmosfera o da fluidi biologici.

Ancora più elementare il simbolo del rischio da radiazioni elettromagnetiche, dove la similitudine con il Triskell, estremamente grossolana in un Simbolo altrettanto grossolano dal punto di vista formale, è tuttavia ben riconoscibile.

Si tratta, qui, di rappresentare l’azione, non visibile ma potente e con propagazione in forma d’ onda, di radiazioni elettromagnetiche.

Potremmo continuare con altri esempi, laddove la Forza è riferita per esempio al movimento e agli elementi a questo collegati, all’azione ideale e militare: il Simbolo del Dipartimento Americano dei Trasporti, elaborazione curvilinea del Triskell, Simboli e coccarde di società aree, corpi militari, il Simbolo di uno dei principali movimenti neonazisti europei, una sorta di Triskell rettineo e ad angoli acuti, molto altro ancora…

Un esempio estremamente interessante si ritrova nel Simbole delle Comunità BDSM (Bondage, Discipline, Sadomasochism), Comunità dedite alle pratiche sadomasochistiche, di sperimentazione corporale e del cosiddetto sesso estremo.

Uno dei capisaldi concettuali di questo ambito, aldilà di aspetti linguistici e culturali, è il cosiddetto power exchange, cioè l’aspetto creativo, significante, del fluire di pura energia all’interno delle pratiche sadomasochistiche e di tutte quelle correlate.

Tale Simbolo, curiosa commistione tra il Triskell e lo Yin e Yang orientale, presenta comunque con grande chiarezza l’aspetto trispiraliforme con unione al centro.

Fig. 10 Il Simbolo del mondo BDSM

Anche qui, la migrazione del Simbolo, il suo adattamento, risponde alla necessità di rappresentare in modo simbolicamente soddisfacente la presenza ed il fluire di Energia espansiva, pura, potente.

Il riferimento al Triskell è peraltro apertamente dichiarato dai creatori dell’emblema BDSM: l’anello di Roissy, anello recante incisa una rappresentazione classica del Triskell, nel famoso romanzo e film Histoire d’O.

Si osserverà infine che in questa migrazione simbolica è presente anche l’aspetto ternario: le tre aree individuate corrispondono a funzioni distinte che corrispondono a tre caratterizzazioni del Potere, o dell’Energia che si cerca di evocare e far fluire: Dominazione, Sottomissione, Bipolarità (compresenza di entrambi gli impulsi, in gergo to switch).

I tre punti all’interno delle aree rappresentano - ispirati come detto allo Yin e Yang orientale - l’unità di questo vortice energetico, ossia il continuo fluire e ricollocarsi degli impulsi, dell’Energia.

Che la mancata differenziazione delle spirali possa significare una ancora non completa elaborazione del Simbolo, di creazione molto recente (1995)?

La compiutezza formale di questo emblema del BDSM indica un altro spessore, dice di una storia più antica, contempliamo qui in qualche modo la versione orientale del Triskell: il Simbolo appare, esattamente uguale, con varianti che riguardano solo i punti interni alle aree, il colore delle linee di disegno o alcuni dettagli non essenziali, come Simbolo di una casta di Samurai di Okinawa, di forme e circoli orientali di arti marziali, di gruppi strumentali o religiosi di area buddista, lo troviamo al centro di monete di conio nepalese dal medioevo sino al diciassettesimo secolo, lo troviamo esattamente riproposto in forme decorative, rituali, nelle forme di armi da lancio, lame circolari, ecc.

Fig. 11 Simbolo di circolo marziale giapponese, orig. sec. XVI

E’ tale la similitudine con il Simbolo binario dello Yin e dello Yang che questa variante sembra proporsi come uno sviluppo, una elaborazione del primo, diffusissimo, yantra oramai perfettamente metabolizzato dalla cultura occidentale.

III

In conclusione, occorre naturalmente porre ogni sforzo perchè l’Arca dei Simboli possa essere sistemata in un modo più dignitoso, mostrando il proprio carico in piena luce e coscienza.

Occorre accompagnare gli sforzi che il Simbolo, il Triskell come qualunque altro Simbolo primario, opera di suo, per la propria sopravvivenza, con tutto quanto ci è possibile: conoscenza storica ed intellettuale, analisi formale, contemplazione e meditazione.

Giungo ad immaginare che la Storia occidentale insegnata nelle nostre scuole possa trattare, forse dai primi anni ma certamente negli studi secondari ad indirizzo classico , una sezione dedicata ai Simboli principali della tradizione indoeuropea, il che mi parrebbe altrettanto importante dello studio delle lingue latina e greca.

L’aspetto della migrazione simbolica non è poi esclusivamente collegato alla volontà del Simbolo di trovare esistenza ed espressione laddove queste non sono più possibili per la sua modalità principale, ma deve essere colto come una possibilità di intensificazione sensoriale ed esistenziale laddove il Simbolo si va a collocare.

Anche quando il Simbolo migra con perdita di compiutezza formale, con commistioni e confusioni, con improprietà varie, noi non potremo mai più prescinderne ed ogni nostra riflessione dovrà considerarlo.

Tramite la coscienza della sua identità essenziale, riconoscendolo anche là dove esso è diverso, contemplandolo, meditandolo saremo in grado di estrarre il Simbolo, di rettificarlo, restituirlo, di elevarlo al disopra di ogni particolare dove conduce una vita inevitabilmente miserabile e di ricondurlo a una sua esistenza assoluta.

Così da poter ricevere, per quanto è possibile tempi come i nostri ed in attesa di un’Era di altra lega, tutta la sua Luce.


 

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