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              NETZACH www.fuocosacro.com  | 
              
               
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Con Netzach iniziamo la triade che ci riguarda
        più da vicino: si tratta del piano dove le emozioni, anche le più
        nobili e raffinate, si esprimono nel mondo fisico e pratico, dove la
        consapevolezza raggiunta si può confrontare con i risultati visibili e
        materiali. In questa ultima triade sono incluse anche le emozioni
        inferiori e gli istinti. Infatti Netzach è la Sephirah che per prima,
        dal punto di vista macroscopico, influenza direttamente l’uomo ed è
        la prima anche che risente della influenza dell’uomo e quindi è anche
        illusoria. L’uomo con la sua personale immaginazione, con le sua
        creatività, emotività, sensazioni, e con i suoi desideri di comunicare
        con i piani superiori, invia forme-pensiero, passando naturalmente per
        Yesod, a Netzach, la cui energia non avendo ancora una forma definita
        viene concretizzata e manifestata tramite queste forme-pensiero. Questo
        può avvenire perchè in Netzach troviamo quei principi astratti e
        quelle energie di funzione-vita che sono rifratte in natura e in ogni
        cosa che vediamo; sono i principi che animano il mondo ai quali l’uomo
        da sempre si è ispirato per creare le sue forme-pensiero. In Netzach
        risiede la nostra anima e quella del mondo. In Netzach troviamo il primo
        nostro gradino verso l’immortalità. In essa sono custoditi i valori
        assoluti, reali e immutabili e l’energia della scintilla universale,
        ma non l’essenza dell’essere umano, come tanti occultisti credono,
        alla quale possiamo giungere solo per intuizione, e senza alcuna
        immagine o forma.
        Dando uno sguardo generale all’Albero della Vita possiamo renderci
        conto della serie vastissima di dinamiche interattive fra le varie
        Sephiroth. Per esempio la Sephirah di Netzach, Vittoria ed Eternità,
        che ci accingiamo a studiare, è collegata direttamente a quattro
        Sephiroth: a Chesed, Amore; a Thipharet, Bellezza; a Hod, Splendore; a
        Yesod, Fondamento. Tutte queste qualità, dette dell’anima sono
        sintetizzate e espresse in una nuova qualità dell’anima, quella
        appunto di Vittoria ed Eternità di Netzach. Vediamo più da vicino
        queste interazioni di Netzach con le energie che le arrivano dalle altre
        Sephiroth, sia dall’alto che dal basso.
        Netzach, proprio perché è congiunta a Chesed, indica la Vittoria
        dell’amore, è la prima estensione del vero amore, quella che l’uomo
        può realizzare, è la sensazione gioiosa di chi avverte che l’amore
        si estende nel tempo e supera le prove della vita. Nel Salmo 16,11 è
        scritto di Netzach: “La piacevolezza della Tua destra è eterna”. Ciò
        che Dio ci dà e ci vuole dare è eterno, non una effimera illusione
        come i piaceri e i divertimenti del mondo, e in Tiphareth, Sephirah,
        come abbiamo detto, collegata direttamente con Netzach, raggiungeremo il
        superamento di ogni illusione effimera e di ogni personale egoismo.
        Infatti per essere in Tiphareth dovremo aver sacrificato la nostra
        personalità e oltrepassato il velo del Tempio, primo grande sbarramento
        che troviamo, nella via di risalita, fra la triade inferiore, detta
        appunto quella naturale o “Triangolo Astrale” e la triade centrale,
        detta dell’emotivo superiore o “Triangolo Etico”. Dopo questo
        triangolo troviamo il secondo grande sbarramento, l’Abisso che ci
        separa dal triangolo cognitivo o “Triangolo Superno o delle
        Emanazioni”. Netzach e Hod, poi, sono due Sephiroth, possiamo dire,
        legate a doppio filo, infatti sono considerate la gamba destra e la
        gamba sinistra dell’uomo, sulla prima ci appoggiamo, con la seconda
        muoviamo il passo; infatti in Netzach, parlando in senso microcosmico,
        troviamo l’origine di quell’efflusso di energia universale che
        supera le leggi della natura e del tempo ed è un momento di arrivo su
        cui appoggiarsi, mentre in Hod, troviamo l’origine del limite e della
        costrizione. Una volta giunti a Hod, capiremo meglio l’impazienza
        dell’anima, che avvertendo di essere ancora priva di così tante
        qualità importanti, desidera muoversi e mettersi in cammino, per
        ricercarle ed ottenerle. In Netzach si può provare la sensazione
        gradevole dell’aver integrato qualità eterne e di aver assunto dentro
        di sé quei valori destinati a superare le barriere della morte.
        L’essere umano è la meravigliosa combinazione di eternità e
        temporalità, di staticità e di dinamismo, di riposo e di azione.
        Quando l’individuo arriva a Hod, cioè dopo aver trovato il maestro
        interiore, si mette in cammino per evolversi, per ricercare la giusta
        conoscenza, per riempire le lacune della sua personalità e per
        rinnovare i valori a cui si ispira la sua coscienza. In Netzach andiamo
        oltre il desiderio di Hod e sperimentiamo la certezza, la sicurezza di
        aver trovato ciò che stavamo cercando. Le Sephiroth Netzach e Hod
        corrispondono anche alle due tendenze presenti in ogni individuo e in
        ogni cultura: quella conservatrice e quella progressista. La salute
        spirituale sta nel possederle entrambe e nel saperle usare insieme. Ma
        una volta trovata la via di mezzo ci vuole anche tanta fedeltà e
        dedizione continua, ci vuole rapidità insieme alla capacità di
        attendere anche un tempo lunghissimo. È stato detto che Netzach è la
        resistenza e il coraggio che derivano dal sentirsi sulla via giusta, è
        il riconoscimento dei valori eterni e secondo i quali si modellano le
        proprie azioni. La vittoria finale non può sfuggire a chi è
        perseverante sulla decisione di fare del bene perché “l’Amore è più
        forte della morte” (Cantico dei Cantici). Se le qualità o i valori di
        Hod fossero in eccesso avremmo una forte componente di insoddisfazione
        che ci spingerebbe a continue ed incessanti ricerche. Anche nei
        confronti di un partner, possiamo dirci in Netzach, quando sentiamo in
        noi la sicurezza di aver trovato la persona giusta e la capacità di
        unione d’amore che si estende al di là del tempo, oltre la
        quotidianità. Netzach è la capacità di evocare le funzioni
        dell’anima e di farci rendere conto che esse sono immortali, stabili
        ed eterne. Ogni altra comunione di intenti è destinata a sfaldarsi
        prima o poi. Anche il Profeta Isaia così parla di Netzach: “Netzach
        è più forte della morte”.... “Dio ingoierà la morte per
        l’eternità”. In Netzach i veri sentimenti, i valori eterni,
        l’anima della persona sopravviveranno oltre la morte. In tutte le
        religioni è insito il concetto di modellare i propri pensieri parole ed
        azioni per il trionfo della vita sulla morte. L’anima è sempre
        immortale ma se gli esseri umani scelgono di identificarsi totalmente
        con l’aspetto caduco ed effimero della creazione, l’individualità
        verrà persa irrimediabilmente al momento della morte fisica e la
        scintilla divina verrà reintegrata nella sorgente iniziale, nuda, priva
        di ogni elemento identificatore e differenziatore. Quindi il sé
        individuale potrà sopravvivere solo se in questo mondo l’individuo
        segue gli insegnamenti che Dio ci ha lasciato nella coscienza perché
        non perdessimo la strada del ritorno a casa.
        Il simbolo di Hod è quello del sentiero in salita, lungo i fianchi
        della montagna, mentre quello di Netzach è il raggiungimento della
        montagna è la vittoria della vita sul contingente. Ma Netzach è anche
        collegata direttamente a Yesod ed è legata quindi anche agli istinti,
        ai desideri nefasti e alle emozioni inferiori e per questo c’è sempre
        il pericolo che a lei arrivino immagini consapevolmente negative o riti
        di magia nera che possano rivestirsi della energia-vita non ancora
        informatizzata che si trova in Netzach.
        Esaminando Netzach nei suoi aspetti macrocosmici e microcosmici, diciamo
        che l’energia che sta per essere tradotta in termini di forma, in Hod,
        sono le forme o apparenze rappresentate dall’intelletto umano a se
        stesso, dopo averne preso coscienza, e proiettate all’indietro nella
        luce astrale come forme pensiero, e che passano per Yesod, da non
        confondersi con le intuizioni o contemplazioni della fede che vengono
        direttamente da Chokmah, come è detto nel testo Yetziratico. Per
        chiarire meglio l’iter delle nostre immagini-pensiero cerchiamo di
        vedere in Netzach i raggi di energia multicolori, già frazionati da
        Tiphareth, della Luce Bianca dell’ ”Unica Vita” e di capire che in
        lei possiamo trovare non una, ma tante forze, non una, ma tante vite,
        infatti l’ordine degli angeli assegnatole è appunto quello degli “Eloim”,
        gli dei. Gli Eloim sono le forme astratte in cui la creatività, la vita
        esprime se stessa in natura, nel Sepher Yetziratico vengono descritti
        come i “Santi Poteri”, cioè è la vita che scorgiamo negli elementi
        naturali, nei processi di trasformazione fisiologici, biologici e
        chimici e nella forza di riti magici che attirano energie necessarie
        alla vita dell’uomo su ogni piano. Possiamo quindi dire che l’uomo
        capta queste, con gli occhi della mente, del cuore, della fantasia,
        queste energie astratte o principi di funzione vita che sono in natura e
        dà a ciascuna di queste funzioni, non solo una forma, un nome, ma
        trasmette loro anche la sua carica emotiva, i suoi desideri, le sue
        passione e tutti i suoi istinti sia positivi che negativi, che
        rafforzano e caricano l’immagine di ciascuna funzione-vita tanto da
        farla persistere nel tempo e tanto che tutti quelli che si rivolgono a
        questa immagine, con meditazioni, preghiere o riti, ricevono la stessa
        carica per cui l’immagine era stata creata. Fra l’immagine e il
        credente si crea un canale di energia che si rinnova continuamente, se
        si continua a credere a quell’immagine per quella determinata qualità
        di energia e se ci si rivolge a lei con fede; ma viceversa, l’energia
        va ad esaurirsi qualora nessuno si rivolga più, nel tempo, ad essa;
        naturalmente quell’immagine non avrà più quella determinata energia,
        ma quell’energia, che è perenne, verrà sfruttata con una nuova
        immagine. Questo accade per qualunque essere celestiale concepito dalla
        mente umana, come è stato per i molteplici dei che gli antichi egizi e
        greci adoravano e queste energie che abbiamo adoperato e ricevuto per
        adorare gli dei della manifestazione, sono state determinate dalla
        spinta della nostra anima verso l’alto, e sono anche quelle che hanno
        determinato l’inizio della nostra risalita sulla “Scala di
        Giacobbe”. L’intuizione dell’Unico Dio era ancora lontana.
        Questo scambio di energia naturale e divina si è sempre verificato e si
        verifica continuamente e a tutti i livelli, con riti o senza: accade per
        tutti gli oggetti sacri delle religioni organizzate, energie molto reali
        per il credente ma che lasciano molto perplesso il miscredente il quale
        non se lo può spiegare; accade pure per i talismani, per le energie che
        si inviano tramite immagini, mandala, mantram, pupazzi e così via e
        influiscono secondo il senso per cui si è caricato l’oggetto. Netzach,
        Hod e Yesod sono le sfere tramite le quali possiamo lavorare con
        l’energia e quindi magicamente, ma esprimono tre livelli diversi di
        consapevolezza. Hod è la sfera della ritualità per eccellenza e ogni
        sorta di operazioni magiche, per essere viva, reale ed efficace deve
        avere un qualche elemento di Netzach. Chi ritualizza e vuole arrivare a
        Netzach deve risentire della consapevolezza di essere alla ricerca di
        valori superiori nonché dell’anima del rito, deve aver fatto ordine
        dentro di sé e trovato il suo maestro interiore che struttura i suoi
        desideri e passioni, altrimenti il rito o diviene consapevolmente di
        magia nera o rimane nella sfera di Yesod, quindi confuso, illusorio,
        irreale e allucinatorio. Yesod, proprio perché la sua funzione
        principale è quella della immaginazione, è una Sephirah molto
        dispersiva, piena di tante immagini astrali concepite da uomini vili e
        meschini, sopraffatti da egoismi e da passioni cruente ed è piena anche
        di tante entità, come larve di animali ed umane che hanno bisogno di
        energie per sopravvivere. Molto spesso queste larve si camuffano e
        cercano di presentarsi alle persone più deboli o più desiderose di
        contatti, sotto spoglie gradevoli, proprio come desiderano queste
        persone, per avere credito presso loro e per poter succhiare la loro
        energia; infatti, come abbiamo già detto, la credenza e la fede di una
        persona vale anche per tenere in vita queste larve e certe immagini
        volute dai nostri desideri, anche se a livello astrale più basso. Ecco
        perché è necessario essere nella sfera di Hod, cioè essere coscienti
        di ciò che si fa, per parlare di riti che possono riguardare Netzach o,
        quanto meno, può essere cosa buona ripetere quei riti già strutturati
        da anime iniziate che hanno trasferito a Netzach i poteri di Hod per
        promuovere l’evoluzione umana.
        
					 
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