Mahavidya
David Barra
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Nell'iconografia hindù l'Energia Cosmica femminile è simboleggiata da innumerevole forme con innumerevoli nomi. Le divinità che rappresentano la Shakti sono tante quanti i suoi aspetti, "benevoli" o "terrificanti". Ella è la splendida Lakshmi, consorte di Vishnu, signora della bellezza e della prosperità, è Durga, colei che è difficile da raggiungere, la potente guerriera, acerrima nemica dei demoni, è Parvati,colei che possiede i tre Parva (Sapienza, Volontà, Azione) madre universale e consorte di Shiva, è Kali, la dea nera, terrificante proiezione del tempo che grondante sangue divora tutto e distrugge. Kali è la prima di dieci particolari divinità femminili molto importanti nel culto tantrico, Esse sono chiamate Mahavidya, (Maha = Grande, Vidya = Conoscenza) sono le Dee della Suprema Saggezza. Nel Tantra il culto delle Mahavidya non è riducibile soltanto alla semplice adorazione della forma esteriore della divinità, alla superficiale idolatria della figura o al formale atto rituale di venerazione; le dieci Mahavidya rappresentano i dieci fondamentali pilastri della Conoscenza, le dieci Energie universali che risiedono dentro di noi e fuori di noi, nel microcosmo e nel macrocosmo e che ne regolano l’intera esistenza. Venerare le Mahavidya significa principalmente meditare su queste Energie, essere consapevoli della Loro presenza, della Loro funzione, della Loro potenza; significa scoprire poco a poco i grandi segreti dell’esistenza e di conseguenza accettare ed amare la realtà in ogni sua condizione, in ogni suo aspetto, dal più oscuro al più lucente, poiché tutto ciò che sperimentiamo nella vita è permeato dall’immensità della Shakti. Nell’atto di meditazione la Dea offre al devoto parte della Sua infinita Conoscenza facendo si che la venerazione giunga ad oltrepassare sempre di più i limiti dei nomi e delle forme, i confini dei simboli e delle immagini, fino a raggiungere l’Assoluto indistinto nella Sua pienezza. Ogni Dea nasconde in seno un’importante realtà, una Verità celata ai nostri occhi dall’ignoranza, ciascuna divinità rappresenta quindi un particolare tipo di approccio alla realizzazione del Sè, meditare con devozione e diligenza sulle Mahavidya significa riconoscere il Divino in ogni cosa, significa strappare via dagli occhi la fitta coltre di illusione che ci impedisce di contemplare la Luce della Shakti in ogni singola entità dell’esistenza.
KALI
(Tempo)
Tra
le divinità femminili del pantheon hindù è probabilmente la più nota, la più
terrifica e la più affascinante. Kali Maa, ovvero Kali la Madre, la Dea nera, la
guerriera, l'oscura proiezione di Durga, la controparte femminile del più
terrificante aspetto di Shiva. E' colei che vaga per i terreni crematori con
schiere di spiriti che le fanno da scorta, è la feroce massacratrice di demoni.
Simboleggia il tempo inesorabile che tutto divora, che tutto distrugge e a cui
nulla sfugge. E’ tempo, rivolta e trasformazione; è guerra, morte, calamità
naturali e distruzione; orrorifica e spaventosa Ella premia il vira (guerriero)
che ha il coraggio di osare e di guardarLa nei Suoi spaventosi occhi iniettati
di sangue, a quel punto essi diventeranno due loti splendenti ed irradianti Luce
ed Amore immenso ed eterno. ("A chi osa amare la sofferenza, abbracciare la
forma della morte, e danzare la danza della distruzione, a lui la Madre viene")
E' nuda perchè è libera da ogni illusione, è nera perchè avvolta da notte
eterna, è furiosa perchè è energia distruttiva. Indossa una ghirlanda di teste
mozze, simbolo della relatività dell'esistenza umana, effimera ed impermanente.
In alcune raffigurazioni le teste mozze sono sostituite da 50 teschi che
rimandano alle 50 lettere dell'alfabeto sanscrito. Ha in vita una cintura di
braccia umane, atte a rappresentare le azioni karmiche che ha estinto, tale
cintura copre il sesso e l’ombelico, essendo i genitali e lo stomaco la
principale causa di innumerevoli karma. Nell'iconografia classica, la sua mano
sinistra in alto regge una falce insanguinata dispensatrice di morte e
distruttrice delle realtà individuali mentre con la sinistra in basso mantiene
la testa mozzata di un cadavere atta a simboleggiare l'annullamento dell'ego. La
sua mano destra in alto è vuota e compie un mudra (gesto) con il quale invita a
non avere paura, (non dobbiamo avere paura di abbandonare il nostro corpo
fisico) mentre con il gesto della mano destra di sotto indica concessione di
vantaggi. Kali è quasi sempre raffigurata sul corpo del Divino Shiva
rappresentando così la natura dei due principi dell’Assoluto, Shiva e Shakti, la
Coscienza e la Potenza e quindi l'immobilità del primo e la mutevolezza del
secondo che nelle vesti di Kali rappresenta forza di disgregazione e
trasformazione. Soltanto dopo la dissoluzione può esservi purificazione e
rinascita. Nel corpo umano Kali risiede all’altezza del cuore ed è strettamente
legata all’organo fisico ed alle sue pulsazioni oltre che al 4° Chakra (Anahata).
Si può venerare Kali meditando sull'impermanenza degli esseri e delle cose e sulle continue trasformazioni ("Pantha Rei")
Krim krim krim hum hum hrim hrim daksine
kalike krim krim krim hum hum hrim hrim svaha!
TARA
(Verbo)

Tara, detta anche “la selvatica” è tradizionalmente nota come colei che fa avverare i desideri, che protegge i navigatori, che assiste chi attraversa i fiumi, gli oceani, i mari, i sentieri difficili e le strade impervie. Nel tortuoso cammino della vita ogni individuo percorre tantissime strade difficili, Tara è colei che guida, che conduce attraverso il sentiero della Salvezza. La radice sanscrita "Tri" significa appunto “far attraversare”, Lei ci aiuta ad attraversare i pericoli poiché è la Conoscenza, quando si ha la Conoscenza qualsiasi ostacolo è facilmente superabile. Tara è dunque invocata in connessione con l'acquisizione di Conoscenza e con l'ottenimento di poteri oratori, difatti Lei è la Dea del verbo, la Dea del suono. Quando l'assoluto trascendente si manifesta con la Sua volontà (Desiderio - Amore), c'è un movimento, una vibrazione che produce un suono, l'eterno suono-verbo OM. Tara è la forza dell'OM, è il suono eterno, il Nada, l'Ajapa (HAM-SO-HAM). Om è il potere del suono, è la vibrazione originaria, gli usi del suono e del mantra hanno il potere di purificare la mente, di donare consapevolezza e quindi di salvare. Tara è il verbo salvifico. Si medita su Tara regolando la parola, apprezzando l'armonia dei suoni e dei rumori e meditando sul suono-silenzio presente tra un suono e l'altro. Come Dea della salvezza è spesso relazionata a Durga, ma mentre Durga distrugge gli ostacoli polverizzandoli, Tara semplicemente li fa sorpassare. L’iconografia tantrica la raffigura con sembianze molto simili a quelle di Kali, e' scura, il suo piede è poggiato sul corpo di Shiva o di un uomo inerte, è vestita di pelle di tigre o di altri felini (ciò simbolizza il dominio delle passioni) e spire di serpenti Le attraversano i capelli. La similitudine esteriore tra Kali e Tara non è casuale, se Kali è tempo, Tara è verbo, il verbo è la consapevolezza del tempo ed il tempo è il movimento del verbo, la vibrazione creativa del verbo è l’energia del tempo. Nel corpo umano Tara risiede all’altezza dell’ombelico in corrispondenza con il 3° Chakra (Manipura) ed in qualità di Om corrisponde al 6° Chakra (Ajna) ed è anche la corrente che sale dal 3° al 7° Chakra (Sahasra Padma).
Si può venerare Tara meditando sul suono e sul silenzio.
Om hrim strim hum phat
TRIPURA-SUNDARI
(Luce)

Tripura vuol dire “tre città” (Tri = tre, Pura = città) e queste tre città sono i tre mondi, essi corrispondono al corpo fisico, al corpo astrale ed al corpo causale che a loro volta trovano corrispondenza con i tre stati di coscienza: veglia, sonno e sonno profondo. Tripura-Sundari è la Dea che regge le tre città e ne costituisce la quarta, lo stato di unione mistica del Samadhi. Sundari significa bellezza, adorare Sundari significa ricercare il divino attraverso la bellezza trascendente che si manifesta quando vediamo la luce dell’intero universo in noi stessi, ossia la vera bellezza, quella eterna e perennemente luminosa, la bellezza dell’Assoluto. Ella possiede tre personalità: Bala (la figlia), Tripura-Sundari (la bella) e Tripura-Bahiravi (la terribile). Bala è raffigurata come una graziosa fanciulla di sedici anni ed è generalmente l’aspetto più accessibile al giovane aspirante devoto. Tripura-Sundari è anche la Dea della conoscenza vedantica e del supremo Sé, Ella ci insegna che ogni cosa è Brahman, difatti è una divinità molto amata dagli Swami e dai maestri del Vedanta. E’ anche Lalita, colei che gioca, l’universo intero è il gioco della divina Madre, Ella è la divinità dello Shri Chakra che permea l’intero universo, è identificata anche con la Luna ed il suo splendore, immagine visibile del piacere, ed è contemplabile al meglio quando è piena e colma di luce poiché Tripura-Sundari è Luce, la Luce del Brahman, la Luce dello Shri Chakra, la Luce del Soma, la Luce della Bellezza divina. Sundari corrisponde al nostro 7° Chakra (Sahasra Padma) sulla sommità del capo. Si può venerare Tripura-Sundari meditando sul Sé e concentrandosi sullo Shri Chakra.
Ka e i la hrim
Ha sa ka ha la hrim
Sa ka la hrim
BHUVANESHVARI
(Spazio)
Bhuvaneshvari
è la regina dell'universo, l'universo è il Suo corpo, Ella è Aditi, l'infinita
ed indivisibile Madre; è spazio in tutti i livelli di manifestazione (fisico,
mentale e di coscienza) ed ha quindi uno stretto legame con Tripura-Sundari.
Bhuvaneshvari è la Signora dei mondi, la materia prima da cui tutte le materie
hanno origine (Prakriti) è Madre Natura, è il Cosmo personificato e tutti gli
esseri esistenti non sono altro che ornamenti del Suo immenso essere. Questa Dea
ci aiuta ad andare oltre ogni classificazione e/o discriminazione di sesso, di
razza, di credo o di qualsiasi altro genere, essendo Lei tutto e partendo quindi
tutto da Lei. Mentre Kali crea gli eventi del tempo, Bhuvaneshvari crea gli
oggetti dello spazio, ogni luogo ed ogni spazio non sono altro differenti fasi
dell’infinita danza di Madre Bhuvaneshvari, la Signora dei quattro punti
cardinali, i quattro aspetti del Suo essere, l’est come inizio, il nord come
illuminazione, l’ovest come maturazione, il sud come completamento.
Bhuvaneshvari è chiamata anche Maya, ossia illusione, la nostra assidua mania
(ego) di misurare, contare, catalogare, classificare ci fa percepire la grande
Madre come grande illusione, ci fa dimenticare la grande unità della Dea di cui
facciamo parte anche noi. Ella è pace, lo spazio è vera pace e perfetta
equanimità, è potere infinito della serenità. Il suo mantra è “HRIM” e può
essere venerata anche attraverso l'osservazione dello Shri Yantra ma può essere
utilizzato anche il mantra “MA” che è il suono originale della Madre, la Madre
di tutti gli esseri. Bhuvanesvari è lo spazio, di conseguenza siamo sempre
situati in Lei e nel nostro corpo (fisico o sottile che sia) Lei è situata in
noi, ovunque, tuttavia può esservi una particolare corrispondenza con lo spazio
all’interno del cuore.
Si può venerare Bhuvaneshvari meditando con equanimità sullo spazio.
Hrim
BHAIRAVI
(Energia)
Bhairavi
"la terrifica", rappresenta la Divina Energia di Tejas. Ella è il supremo potere
della parola che nasce dal Fuoco, ed è quindi parola nella sua prima forma
immanifesta. E’ identificabile con Durga, la potentissima Dea guerriera che
salva dalle difficoltà distruggendo ogni sorta di demone ed è quindi relazionata
anche a Tara, difatti entrambe sono salvifiche ed entrambe rappresentano la
parola ma mentre Tara è parola illuminata, Bhairavi è parola suprema, sottile,
all'origine del verbo rappresentato da Tara. Bhairavi alimenta Tapas e aiuta nel
sacrificio, dona controllo ai sensi delle emozioni e del potere sessuale
distruggendo con il fuoco gli ostacoli rappresentati dalle nostre brame e dalle
nostre passioni e dona felicità e benessere di liberazione ad ogni essere.
Bhairavi è identificabile anche come la forte energia Kundalini, la potenza
latente che giace in ciascun individuo e che non deve essere svegliata se non si
è pronti a ricevere il Suo potentissimo Fuoco. Il mantra di Bhairavi è il
potentissimo “HSRAIM HSKLRIM HSSRAVH”, esso ha il potere di distruggere le
negatività e di svegliare l'energia Kundalini, deve quindi essere adoperato con
estrema cautela. Ella è nota anche come “la donna guerriera”, difatti viene
spesso invocata per sterminare i demoni interiori che intralciano il nostro
cammino spirituale, in particolare i demoni delle passioni sensuali e delle
bramosie fisiche, Bhairavi è loro acerrima nemica. Lei è la Dea della triplice
qualità: Agni, Vidyut e Surya (Fuoco, Fulmine e Sole) ossia le tre forme di Luce
con cui si manifesta a livello visibile e terrestre. Ella aiuta chi lavora su se
stesso con diligenza e sacrificio ed è molto vicina a chi pratica con costanza e
diligenza yoga e meditazione. Nel nostro corpo Bhairavi risiede alla base della
spina dorsale, e come Kundalini è presente nel primo Chakra (Muladhara), ma è
molto pericoloso svegliarLa se non si è pronti a confrontarsi con Lei.
Si può venerare Bhairavi offrendoLe qualcosa a cui si è molto attaccati, ossia desideri, passioni, pensieri e parole.
Hsraim hsklrim hssrauh
CHINNAMASTA
(Percezione)
Con
la testa mozzata da una sua stessa azione rappresenta ciò che causa la
trascendenza della mente, e quindi il taglio dell'ego ed il raggiungimento della
verità aldilà della realtà percettiva. Ella ci porta a non identificarci con il
nostro corpo. Chinnamasta, colei che decapita se stessa, è quindi il potere di
trasformazione in azione, è la distruttrice dell'ultimo e più feroce nemico:
l'ego. E' anche associata alla consorte del Dio Indra, lei è Vajra Vairochani,
colei che risplende con la saetta. E' quindi energia elettrica di
trasformazione, è il tuono e il fulmine. Mentre Kali regna questa forza
genericamente, Chinnamasta è la stessa forza diretta e istantanea. Lei è la
percezione diretta, la pura vista che rivela l'infinito dietro tutte le forme.
Chinnamasta è anche Kundalini nell'atto di rompere Rudra Gronthi, quindi
rappresenta il libero fluire dell'energia nel Sushumna, Ella provoca la salita
di Kundalini verso il terzo occhio e l'ottenimento di Siddhas, ci porta a
trascendere la mente e ci conduce verso uno stato di “non-mente” (umana), una
volta compiuto questo passo, la nostra coscienza realizzerà la sua vera natura.
Chinnamasta è strettamente legata a Kali e spesso rappresenta proprio la forma
più terrificante della Dea nera poiché Chinnamasta domina il preciso istante in
cui Kali distrugge, devasta e uccide. Essendo una Dea estremamente feroce ha un
intenso rapporto anche con Bhairavi e domina tutte le energie dell’atmosfera,
Ella è la scossa elettrica che crea un tramite tra il cielo e la terra e che
fulmina l’ignoranza e ci eleva in alto verso i più alti livelli della Saggezza.
E' molto venerata da coloro che cercano il raggiungimento di poteri magici e
occulti ed è oggetto di meditazione e venerazione anche durante alcuni
pericolosi rituali molto particolari che in molti chiamano “magia nera”.
Chinnamasta corrisponde al 6° Chakra, il Terzo Occhio (Ajna) che è il Suo
principale campo d’azione ma dato il Suo immenso potere, Ella con la sua
Energia può essere ricondotta a qualsiasi Chakra. A Lei, inoltre, sono
particolarmente legate la vista ed ogni tipo di percezione.
Si può venerare Chinnamasta praticando Jnana Yoga e meditando sul processo percettivo.
Om Shrim Hrim
Hrim Aim Vajra-Vairochaniyai
Hum Hum Phat Svaha
DHUMAVATI
(Vuoto)
Dhumavati
è raffigurata come la più anziana tra le Dee, e' la conoscenza che arriva
attraverso pesanti e dolorose esperienze. La Sua natura non è quella di
illuminare bensì di oscurare, tuttavia oscurare una cosa significa rivelarne
un'altra. Dhumavati oscura ciò che è evidente in modo da svelare il nascosto ed
il profondo. Ella è una vedova, una Shakti senza Shiva, difatti a differenza di
tutte le altre divinità femminili non ha alcuna controparte maschile, è pura
energia ma allo stato latente, priva di volontà d'azione, rappresenta quindi le
energie potenziali e inerti che ciascun individuo possiede. Dhumavati esprime
anche ciò che esteriormente percepiamo come povertà, sfortuna, sofferenza,
dolore, e tutto ciò di cui abbiamo paura nella vita, ma tutte queste
"negatività" possono portarci a progredire, a crescere spiritualmente ed a
coltivare nel migliore dei modi qualsiasi esperienza, anche la più triste e
dolorosa. Dhumavati è "il bene celato nel male", è ciò che ci ostruisce
nella vita di tutti i giorni, ciò che ci ostacola ma che allo stesso tempo ci
porta a sviluppare nuovi potenziali grazie all'esperienza donataci dalle
avversità della vita. Dhumavati è l'oscurità, il nulla, l'ignoranza che non ci
permette di vedere, l'ignoranza dell'ego che provoca dolore e sofferenza, ma nel
momento in cui riconosciamo l’ignoranza come tale, Ella ci rende consapevoli del
penoso stato di egoismo in cui viviamo e ci consente di iniziare il nostro
cammino verso la Verità. Lei è la forma anziana di Kali ed è venerata da coloro
che cercano di eliminare le proprie influenze negative. Si può riconoscere
Dhumavati osservando i luoghi abbandonati, le zone vuote, fatiscenti, desolate,
desertiche. Dhumavati è un’altra Dea che risiede in prossimità del cuore, ma
rispetto a Kali la sua energia è molto debole e non è facile da percepire pur
essendo sempre presente.
Si può venerare Dhumavati meditando sul silenzio dei pensieri e sul vuoto mentale come realtà suprema.
Dhum dhum dhumavat svaha
BAGALAMUKHI
(Immobilità)
Come
Tara, Bagalamukhi (o Bagala) è la Dea della parola, è colei che con il verbo
crea stabilità definitiva, giusta conclusione e silenzio; è il potere di
zittire, mette fine ad ogni conflitto e confusione, dona la capacità di
affrontare le forze ostili, i pensieri negativi e le emozioni nate dall'ego;
Ella è simile a Bhairavi, ma mentre Bhairavi brucia i nemici, Bagalamukhi li
immobilizza; è anche simile a Chinnamasta, ma mentre questa da un taglio alle
illusioni, Bagalamukhi placa le false contraddizioni della mente. Il Suo potere
è "Stamghana", ossia strappare o paralizzare le energie che ci attaccano
(pensieri generati dalla nostra mente o influenze esterne), è anche il potere di
zittire gli altri rendendoli impotenti ed il potere di ipnotizzare. Bagalamukhi
ci garantisce il completo controllo sui nostri pensieri e sulle nostre azioni,
difatti è considerata anche la Dea dello Yoga, della meditazione e
dell'immobilità delle "asana". Lei cambia ogni cosa nel suo opposto: come la
parola in silenzio, o l'ignoranza in conoscenza e ci aiuta a conoscere l'opposto
di ogni situazione. L’arma con la quale Bagala immobilizza i nemici è il
Brahmastra, l’arma del Brahman: “Chi sono io?”, questa semplice domanda
può essere capace di placare qualsiasi tipo di pensiero, perseverando su
questa domanda con diligenza e continuità si giungerà alla conclusione che pur
conoscendo le cose esterne, il nostro Sé è per noi cosa ignota e si continuerà
ad insistere. “Chi sono io?” “Cosa è il Sé?” insistendo con
determinazione su tale concetto si giungerà a considerare privo di importanza
qualsiasi pensiero, qualsiasi riflessione che non faccia riferimento a tale
importantissima indagine introspettiva, “Chi sono io?”, in tal modo il
potere di Tara e del verbo Om si trasformeranno nel potere di Bagalamukhi. Nel
nostro corpo esiste un punto di incontro tra occhi, orecchi, naso e lingua, in
sanscrito è chiamato “Indra-yoni”, è la regione in cui risiede Bagala, che per
la precisione è situata nella zona del palato soffice. Il Chakra a cui è
connessa è il 6°, (Ajna), ma a livello corporeo trova corrispondenza anche con
il centro del cuore.
Si può venerare Bagalamukhi con l'immobilità, l’introspezione, il controllo della parola e la forte concentrazione.
Om hlrim bagalamukhi sarvadustanam vacam mukham padam
stambhaya jivham kilaya buddhim vinasaya hlrim om svaha!
MATANGI
(Conoscenza)
Matangi
è la Dea che personifica il potere che penetra nella mente e nei pensieri,
difatti letteralmente il termine Matangi vuol dire “pensiero”, “opinione”. Ella
è espressione di conoscenza, talento, arte, danza e musica, è la grande
insegnante delle arti ed è possibile contemplarla tramite la musica, suonando e
cantando per Lei. Il Suo nome significa anche "selvaggia", "appassionata" ed
"elefante femmina" difatti è strettamente correlata a Ganesha, e come Ganesha,
della quale è spesso definita la consorte, rimuove gli ostacoli e dona
conoscenza. Matangi è l’ultima delle tre dee correlate al Verbo Divino (Tara,
Bhairavi, Matangi) ma Ella è denominata anche “l’impura” o “la fuori casta”,
perché rappresenta il verbo “parlato” e quindi limitato: Lei è l’apparenza
visibile della più elevata conoscenza; il Suo essere definita “fuori casta” è
anche relazionato al Suo bizzarro temperamento artistico che sfida ogni norma
sociale, ma allo stesso tempo e’ detta anche “Mantrini” in quanto possiede
poteri su tutti i mantra e sulle vocalizzazioni. Ella è anche la consigliera di
Tripura-Sundari e tramite i mantra comunica con tutte le divinità. Matangi
governa ogni forma di conoscenza e di insegnamento non soltanto inerente alle
arti ed alle parole, Ella rappresenta difatti tutti gli insegnamenti dei Guru e
della Tradizione, rappresenta la continuità spirituale della Tradizione nel
mondo, chi Onora Matangi onora tutti gli insegnamenti delle Sacre Scritture e
tutti gli insegnamenti dei più grandi Maestri del Sanatana Dharma. Nel nostro
corpo sottile Matangi ha la sua dimora nel 5° Chakra (Vishuddha) all’altezza
della gola, ma risiede anche sulla punta della lingua, dove esiste
corrispondenza con un canale sottile che lega la lingua al Terzo Occhio, tale
canale è detto Sarasvati ed è la dimora prediletta di Matangi, essendo quello il
dotto principale dove fluisce l’ispirazione artistica.
Si può venerare Matangi recitando gli insegnamenti dei Guru e le Sacre Scritture, cantandole in sanscrito e suonando.
Om hrim aim srim namo bhagavati ucchistacandali
Sri matangesvari sarvajanavasankari svaha!
KAMALATMIKA
(Gioia)
Kamalatmika
(o Kamala) è la Dea nata dall’oceano, è la Grande Madre che fa avverare i
desideri. Come Sundari è connessa con l’Amore ed il desiderio. Mentre Sundari
genera la beatitudine dalle percezioni del Sè, Kamalatmika governa la
beatitudine e la bellezza nell’esterno. Ella è la manifestazione della bellezza
sulla Terra, è la dea del benessere e del successo ed è colei che concede agli
uomini tali piaceri ma Kamalatmika deve essere venerata per ottenere benessere
spirituale, il benessere (anche materiale) che Lei dona si ottiene senza alcun
attaccamento e senza bramosia. Kamalatmika è la forma di Lakshmi legata a Kali e
ci fa comprendere che la materia è soltanto transitoria. Ma allo stesso tempo
Kamala è anche la Dea del Loto, il più sacro di tutti i fiori, e quella del fior
di Loto è la Sua natura: infinita Bellezza, Gioia Divina, Estasi e Grazia di
Dio. Kamalatmika è come Sundari,ha il dominio sulla bellezza e sullo splendore,
ma mentre Sundari governa maggiormente la bellezza “sottile” ed “interiore”,
Kamala governa le forme esterne delle meraviglie naturali. La bellezza di
Kamala è visibile osservando la bellezza dei fiori, la bellezza del cielo, la
bellezza dei mari, dei fiumi, dei tramonti, tanti riflessi, molteplici e
temporanei di un’unica immensa bellezza, eterna ed infinita: l’Assoluto. E’
l’ultima delle dieci Mahavidya ed è il potere che si manifesta anche sul piano
materiale, rappresenta la forma più concreta della Dea all’interno della materia
percepibile tramite i cinque sensi. Grazie a Kamala noi riusciamo a comprendere
il Divino anche nelle cose più “banali”, più “scontate”, dal fiocco di neve che
cade al fiore che sboccia, dal Sole che sorge alla nuvola che viaggia, dal
bambino che gioca, al pesce che nuota, all’uccellino che cinguetta. Quando
percepiamo il divino grazie alla poesia di queste piccole meraviglie, noi
percepiamo l’essenza di Kamalatmika. La sua posizione nel nostro corpo è
all’altezza del cuore e corrisponde al 4° Chakra (Anahata). Si può venerare
Kamalatmika riconoscendo il divino splendore nelle cose materiali, apprezzando
e rispettando tutte le bellezze della Natura.
Shrim
Come abbiamo potuto notare, le dieci Mahavidya possono essere divise in due gruppi: le “benevole” e le “terrifiche”. Le Dee terrifiche sono: Kali, Bhairavi, Chinnamasta, Bagalamukhi e Dhumavati; mentre il gruppo delle benevole è costituito da Sundari, Bhuvaneshvari, Matangi e Kamalatmika. Tara occupa una posizione intermedia tra le due categorie in quanto è dotata di entrambi gli aspetti. Talvolta è possibile constatare come l’iniziato che percorra il sentiero della Mano Destra (Dakshina Marg) sia tendenzialmente più propenso a venerare le immagini e le forme delle dee benevole, mentre le terrifiche vengono da tutti considerate le Dee per eccellenza del Vama Marg, (Tantra della Mano Sinistra); tuttavia questa divisione tra i due aspetti delle divinità è assolutamente convenzionale, poiché tutte e 10 le Mahavidya sono da ritenersi complementari e l’azione di ciascuna è sempre necessaria. La funzione principale delle divinità definite terrifiche è quella di “uccidere”, di “distruggere”, di “annientare”, e quindi di estirpare radicalmente l’ignoranza e le bramosie dell’ego dal nostro essere, il che non è sempre un processo indolore, ma è sempre un processo necessario. Il compito delle divinità definite benevole è quello di elargire il più possibile la Conoscenza e l’Amore per essa, e senza Amore per la Conoscenza nessun cammino spirituale potrà giungere alla meta finale. Incamminarsi verso il sentiero tracciato dalle Mahavidya porterà ogni individuo ad amare Kali nel tempo e nelle trasformazioni, Tara nel suono e nel silenzio, Tripura-Sundari nella luce, Bhuvaneshvari nello spazio, Bhairavi nelle energie, Chinnamasta nella percezione, Dhumavati nella vacuità, Bagalamukhi nell’immobilità, Matangi nell’arte e nella conoscenza e Kamalatmika nella bellezza e nella gioia dell’intero universo, per poter giungere finalmente alla comprensione ed alla vera sperimentazione dell’Energia Shakti, la grande Potenza Divina.
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