CHOKMAH
 

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Secondo quanto già detto, sappiamo che Kether rappresenta “l’Essere Sostanziale”, cioè lo spirito e la materia indifferenziati, che contiene in essenza e potenzialità le altre nove Sephiroth e che dà loro origine con un processo che si può descrivere in termini matematici. Alla domanda: “Come può essersi avuto il numero due?” Gregor Mathers fornisce una risposta scientifica: “Per riflessione di Sé”. L’effetto della riflessione è un immagine o duplicato della cosa definita. Il numero “uno” vibra dalla inalterabilità alla definizione. Cioè il “due” sono le vibrazioni dell’ ”uno”. Altra spiegazione scientifica ci viene da Isac Ibn Latif: “Come il punto si estende ad acquistare le dimensioni di una linea e la linea si espande nel piano e il piano nel corpo, così progressivamente si esplica la manifestazione divina”. In questa maniera l’organizzazione dei Tre Superni, pur essendo molto lontana dalla nostra esperienza, è possibile concepirla, anche se soltanto simbolicamente. Infatti se concepiamo il punto primordiale Kether che si estende nella linea avremo un’adeguata rappresentazione simbolica di Chokmah. Questa energia che fluisce per formare il mondo rappresenta una linea retta, come scettro di potere dinamico e questa linea retta di potere dinamico è proprio il simbolo che rappresenta Chokmah, cioè ci fornisce elementi, su tutti i piani per intuire e acquisire tale potenza.
Chokmah, quindi, possiamo dire, è una Sephirah dinamica, fluente con energia illimitata e sarà bene abituarci a vederla come un canale per il passaggio della forza, di quella forza che più direttamente scaturisce da Kether e quindi le assomiglia. Essa è definita dal Sepher Yetzirah: - “Intelligenza Illuminante” o “Saggezza”. Sarà, poi Binah, la terza Sephirah, a ricevere il suo influsso di emanazione e Binah è la prima Sephirah che organizza e stabilizza la forza.
Chokmah (Chakra mondano, “Zodiaco”) essendo la prima energia o Sephirah che viene emanata da Kether (Corona o Primo Mobile) rappresenta la Saggezza ed è il braccio destro di Kether, il datore di vita di tutte le cose create. É quindi considerato il Padre da sempre in tutte le culture. A Chokmah sono eretti i lingam degli indù, i falli dei greci, e ancora i menir, le pietre erette, i totem, la torre e lo scettro sollevato. Non dobbiamo pensare però che rappresenti il sesso come lo possiamo intendere comunemente, ma lo dobbiamo intendere come un simbolo di forza dinamica e positiva come viene appunto considerata quella maschile. Mentre la forza statica, latente, potenziale e inerte viene considerata femminile, finchè non riceve uno stimolo. Non è possibile comprendere Chokmah senza considerare la sua compagna Binah, la parte femminile. In Chokmah e Binah abbiamo il Positivo e il Negativo archetipali; la mascolinità e la femminilità primordiali, stabiliti quando “Volto non mirava volto”(Zohar) e la manifestazione era incipiente. É da queste primarie Coppie di Opposti che scaturiscono i Pilastri dell’Universo, tra i quali è intessuta la rete della Manifestazione. La polarità è la legge che regola e permette la discesa della forza e la risalita della stessa. Chokmah è la Sephirah dalla quale ha origine il pilastro maschile del quale fanno parte anche Chesed e Netzach. Esso è considerato il Pilastro della Grazia in quanto il tipo di forza che elargisce è dinamica e maschile e stimolatrice della creazione e dell’evoluzione. Mentre Binah, insieme a Geburah e Hod dà origine al Pilastro della Severità che è costruttore di forme. E la forma, sebbene sia costruttrice e organizzatrice della forza creativa ne è anche limitatrice. La forma poi diviene di impaccio alla evoluzione e quindi è preposta al decadimento e alla morte. Nessuna forma può essere infinita o eterna. La morte è implicita nella nascita e l’utero materno è la porta d’ingresso della materia che sacrifica la Forza Primordiale. (Binah, chakra mondano, Saturno).
In queste due prime Sephiroth appaiate non abbiamo solo la chiave del sesso e dell’evoluzione ma anche dell’alternarsi dei nostri processi fisiologici e delle epoche, come nella storia delle nazioni, durante le quali attività e passività, costruzione e distruzione prevalgono alternativamente; la conoscenza della periodicità di questi cicli fa parte di un’antica, segreta e protetta saggezza degli iniziati e viene elaborata astrologicamente e cabalisticamente. Nel vedere il sesso come forza polarizzante o come forza di attrazione a tutti i livelli e per tutte le cose, troveremo la chiave per una corretta comprensione del sesso stesso. Potremo capire come accade che la mente subconscia dell’uomo possa rappresentare il sesso con tanti e svariati simboli (come affermano i freudiani), a seconda del piano evolutivo in cui vive l’individuo; e perché è possibile la sublimazione dell’istinto (come affermano i moralisti), passando da un piano all’altro o da un ciclo ad un altro sempre seguendo il piano evolutivo. Da quanto detto possiamo dedurre che l’energia per espandersi ha bisogno della polarità e va ricordato che ciò che è positivo sul piano fisico è negativo sul piano astrale e torna ad essere positivo sul piano mentale e negativo sul piano spirituale come è indicato negli accoppiamenti dei serpenti bianco e nero nel caduceo di Mercurio. Se questo caduceo viene posto sull’Albero della Vita vedremo che rappresenta i quattro mondi dei cabalisti. Viene formato un glifo che rivela l’opera della legge della polarità nei piani. Chi ha la valenza femminile in Assiah, possiede quella maschile in Yetzirah e di nuovo la valenza diviene femminile in Briah e maschile in Atziluth. Negli iniziati, però, dobbiamo prevedere un notevole grado di compensazione in quanto la Scintilla Divina è naturalmente bisessuale e contiene le radici di entrambi gli aspetti come è in Kether, cui corrisponde. E nelle anime evolute l’aspetto compensatorio è sviluppato almeno per qualche grado. Il sesso è cosmico e spirituale perché ha le sue radici nei Tre Superni e guai a volerlo recidere o sublimarlo prima del tempo. Solo quegli uomini, la cui morale incorpora le leggi della natura, potranno essere felici.
Stabiliamo quindi che la sfera di Chokmah non ha nulla a che vedere con i culti di fecondità come tali, tranne che riconoscere che la mascolinità o forza dinamica sia la prima datrice di vita e produttrice di manifestazione. Anche se le manifestazioni Superiori o Inferiori sono le stesse nell’Essenza, esse, comunque, si trovano a livelli ben diversi. Dobbiamo far distinzioni fra il “rito della fertilità”, il “rito della vitalità” e il “rito della illuminazione o delle ispirazioni” che invoca lo Spirito Creatore (le Pentacostali lingue di fuoco). Il culto della fertilità mira alla pura e semplice riproduzione (negli armenti, nei campi, e nelle mogli), esso appartiene a Yesod e non ha nulla a che vedere con il culto della vitalità che appartiene a Netzach, la sfera di Venere Afrodite (già indipendente dal sesso), mentre, per contattare la sfera di Chokmah, cioè dello Spirito Creatore, non esiste alcuna cerimonia magica: si parla di “Estasi”, o di “Annichilimento di se stessi”. Per contattare Chokmah dobbiamo sperimentare l’impatto con l’energia cosmica nella sua forza pura. E Dio (Jehovah) disse a Mosè “Tu non puoi guardare la mia faccia e vivere”. Ma sebbene la vista del Padre Divino distrugga i mortali col fuoco, il Figlio Divino viene tra essi e può essere invocato con riti adatti: L’Eucarestia nel caso del figlio di Jehovah; i Baccanali nel caso del figlio di Zeus (Dioniso).
Kether, Chokmah e Binah fanno parte di una Triade Superna sulla quale, come abbiamo detto, possiamo fare solo alcune congetture; infatti questa Triade fa parte di quel “piano cosmico” che gli indù chiamano “Piano Nirvanico”, “Atma”, “Sé” di cui l’uomo non è ancora riuscito a distinguere, in sé, le Tre Componenti. Molti studiosi, come Joung, Assagioli e così via, chiamano questa parte Super-inconscio. Questa parte dell’uomo, tutta da scoprire, è in effetti ancora inconscia; sempre partendo dal presupposto che il microcosmo è come il macrocosmo noi uomini dovremo sviluppare le nostre capacità di essere e di comprendere alla stessa stregua di quelle del Padre. Ma, per ora, possiamo pensare a questa Triade come alla nostra coscienza oppure al Sé Spirituale o alla Scintilla Divina o al Maestro Interiore.
La forza di Chokmah invocata tramite il Divino Nome di Quattro Lettere (Jehovah) viene dal macrocosmico Yod per poi arrivare al microcosmico Yod che viene così sublimato, ma solo se la mente subconscia di chi lo invoca sia veramente libera da ogni dissociazione e repressione e solo se, in lui, tutte le parti della molteplice natura dell’uomo siano giustamente coordinate e sincronizzate, sarà possibile ottenere vere illuminazioni e intuizioni, altrimenti avremo reazioni e sintomi patologici come risultato da quell’impatto della forza verso il basso così dinamicamente cosmica. Solo quando il canale è libero dalle ostruzioni la forza verso il basso può doppiare il suo percorso e divenire una forza verso l’alto che può essere indirizzata in qualsiasi canale si desideri. Chokmah è il lampo dell’intuizione che illumina l’intelletto, è il punto dove il Supercosciente tocca l’intelletto cosciente; è il seme dell’idea, il pensiero interiore; è la capacità di sopportare il “paradosso” di pensare non in modo lineare, ma simultaneo e multidimensionale. Binah è il prendere forma dell’idea e del concetto concepito da Chokmah. Essa è la sede del pensiero logico, razionale e matematico, ma nella sua forma astratta e speculativa ed è anche la sede della capacità di integrare concetti e idee diverse, di assimilarle e comunicarle.
Per acquisire maggiori elementi diremo che Kether simbolicamente lo possiamo associare al “Mago” o “Bagatto” degli Arcani Maggiori dei Tarocchi, perché egli maneggia con destrezza e disinvoltura i quattro elementi a tutti i livelli infatti anche gli Assi dei quattro semi delle carte sono simbolicamente associati a questa, Saphirah: “Uno” di bastoni, radice dei poteri del Fuoco. “Uno” di coppe, radice dei poteri dell’Acqua. “Uno” di spade, radice dei poteri dell’Aria. “Uno” di denari, radice dei poteri della Terra. Chokmah, sempre simbolicamente viene associato all’Arcano “la Papessa” che ha il possesso delle due chiavi, cioè della dualità: Trascendente e immanente; Luna e Sole; maschile e femminile; positivo e negativo ed è associato anche a tutti i “due” dei semi delle carte, ciò indica il dominio sulla dualità e quindi Amore, Pace Restaurata, Cambiamento armonioso, e anche se viene rappresentata come donna nei Tarocchi, questa Sephirah trasmetterà il “Fiat” della creazione. Infatti, tornando al Testo Ietziratico che chiama Chokmah “Intelligenza Illuminante” possiamo vedere in questa Sephirah la parola creativa “Sia la Luce” ed in essa non possiamo che riconoscere la forza dinamica creatrice. È Binah, la terza Sephirah, che raccoglie l’energia, ed è associata al numero tre degli Arcani Maggiori, l’Imperatrice; è considerata la datrice di vita, la Vergine dei Cristiani, ed è anche associata a tutti i “tre” dei quattro semi delle carte, quindi: Forza, Stabilità, Abbondanza, Dolore, lavori materiali.

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