GEBURAH
 

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Abbiamo detto, parlando di Chesed, che è una Sephirah che si esprime tramite benevolenza e generosità senza limiti. È l’amore che tutto perdona e giustifica e abbiamo detto che la creazione è dovuta al Chesed di Dio come dice il verso biblico “Olam Chesed, ibanè” = il mondo viene costruito sull’amore”. Chesed è la capacità di attrarre a sé, di perdonare, di nutrire i meritevoli come i non meritevoli. È attaccamento e devozione, è la mano destra che vuole chiamare a sé, avvicinare gli altri. Ma perché tutto questo potesse esistere anche in noi si è reso necessario il principio di ristrettezza e di severità che permettesse attraverso lo Zimtzum di far sì che la Luce Infinita divenisse finita. La Sephirah Geburah è quella che rende possibile l’esistenza di qualcosa di diverso dal bene assoluto, un bene relativo, la radice dei nostri mali, ma è anche vero che tramite essa, noi finiti possiamo ritornare infiniti, perché in essa c’è anche la radice del bene assoluto, Chesed. Infatti nella evoluzione umana, prima di arrivare a Chesed, si deve conquistare Geburah e questo significa che dobbiamo passare attraverso la Forza della Severità che in questa Sephirah si rivela più che mai spietata. Non si può accedere alla fonte inesauribile di “Amore” senza riuscire a separare il bene dal male, le tenebre dalla luce, le esigenze della personalità da quelle dello spirito e senza lottare per allontanare il male e far trionfare il bene. In una frase biblica leggiamo: “Il Cielo è dei Violenti” Sembra proprio un paradosso, ma è pur vero: per arrivare all’Amore con la “A” maiuscola bisogna essere, in un certo senso, violenti. La violenza per la “Conquista dei Cieli”, è da intendersi come violenza contro ciò che è male per l’evoluzione e la consapevolezza, è da intendere come violenza contro i nostri demoni, ed è da ritenersi quella forza di Geburah che si pone al servizio di Dio e questo è il vero significato della forza di Geburah che nell’Albero della Vita viene in ascesa dopo Thiphereth (equilibrio) e vuole raggiungere Chesed (amore). Ma la Forza che nasce da Geburah, a livelli più bassi, può anche manifestarsi nell’essere umano sotto forma di rabbia, di vendetta, di rigidità, di fredda decisione e così via.
Geburah, significa “Forza”, è al centro del Pilastro della Severità e possiamo dire che è l’origine del pianeta Marte, che come tutti sappiamo è il pianeta rosso, associato alla guerra, al ferro infuocato. Ma la Cabala ci insegna che tutte le Sephiroth sono Sante e che sono tutte illuminanti e necessarie alla crescita individuale. È inconcepibile pensare che la crescita verso l’Amore puro, verso l’affermarsi di una vita cosciente di un individuo limitato non passi attraverso grandi prove. La nostra personalità è basata sugli istinti di conservazione, che tendono a sopraffarci, tanto che spesso, e per alcuni in maniera stabile, si impadroniscono anche dei piani superiori che sono in noi: riescono, infatti, a soggiogare non solo il piano fisico che è per natura tendente alla pigrizia, ma anche quello emotivo e quello razionale, offuscando i nostri Principi Superiori e le nostre esigenze di infinito. Si può uscire dalle grinfie degli istinti della personalità solo se lo desideriamo in maniera sentita, oserei dire imperiosa, quasi violenta, e se prendiamo coscienza di quello che vogliamo veramente. Lo studio della Cabala può aiutarci a conquistare una coscienza sempre più ampia di quello che è il nostro compito nella vita e di come dobbiamo agire per realizzarlo, senza che ci venga detto o imposto da altri. Tutte le religioni ci insegnano quale può essere il nostro bene, ma se in noi non si è svegliato il desiderio della conquista del bene assoluto e non siamo pronti a conquistarlo, i loro insegnamenti saranno considerati sempre moralistici e imposti dall’esterno.
Per questa ragione, studiando le varie Sephiroth cerchiamo di capire o meglio di prendere coscienza di come siamo fatti, di quali sono i nostri archetipi o i nostri Principi basilari e cerchiamo di studiare come fare leva su di essi per rendere la nostra vita sempre più da risvegliati e autentica. Per ogni Sephirah che superiamo, il nostro stato di coscienza si amplia e diventiamo più consapevoli del nostro posto nella vita e nell’universo tanto da saperci autoimporre sacrifici impensabili per conseguire scopi più idonei alle nostre possibilità umane.
Geburah, come abbiamo già accennato, è ritenuta essere la sephirah che nella discesa della Luce Infinita d’Amore, si incarica di restringerla, controllarla e indirizzarla e, come mano sinistra che ridimensiona la Luce, di farla giungere a noi, ma è ritenuta anche quella forza atta a porre limiti e termine a ciò che è negativo all’esistenza. Quindi senza Geburah, l’Amore non potrebbe realizzarsi in noi, non troverebbe un recipiente adatto a contenerlo. Geburah fa spazio alla Luce togliendo ciò che è negativo, inoltre rende l’Amore saggio e attivo. Di per sé l’Amore, nell’essere umano, sarebbe un sentimento pio e meritevole, ma privo di dinamismo e discernimento. Nell’anima illuminata, Geburah, non scompare, corrisponde al “Timor di Dio”. Si tratta del timore che nasce dalla consapevolezza di essere arrivati molto in alto, di aver acquistato una responsabilità maggiore, in base alla quale verremo esaminati, secondo le capacità di comprensione raggiunte. È il timore che nasce dalla contemplazione delle vette ancora da raggiungere, dalle altezze ancora da scoprire. Timore e rispetto per ciò che si percepisce “Grande e Giusto”. Se non abbiamo rispetto e timore del vero Amore, sarà proprio Geburah che ci farà capire che siamo ancora soggetti all’illusione e di non essere in grado di saper amare veramente, perché la sua forza, senza Chesed, si trasformerà in male per noi. Il ”Timore Reverenziale” quello dovuto all’acquisizione di maggiore consapevolezza è quello che ebbe Isacco sul monte Moria. Il Patriarca che viene tradizionalmente associato a Geburah, il figlio unico di Abramo e Sara, che pur consapevole di dover essere sacrificato a Dio, seguì ugualmente il padre. Geburah, in Isacco, è al suo meglio, diviene la capacità di offrire la propria vita in sacrificio, per rendere testimonianza alla propria fede in Dio. È la forza di restituire la vita a chi ce l’ha data, in qualunque momento ciò ci venga richiesto.
Quindi nella personalità, la eccessiva espansività di Chesed, non ancora stabilizzato, viene bilanciata da Geburah che rappresenta sia la capacità di opposizione, cioè di bloccare tutto ciò che può essere dannoso all’anima, sia la forza e la robustezza necessarie per misurarsi con circostanze avverse. Ma se consideriamo Geburah, ancora squilibrato, senza l’influsso di Chesed, cioè dell’Amore, vediamo la sua forza divenire eccessiva e divenire la radice del dolore, della sofferenza, delle difficoltà, delle malattie e del male in genere. Geburah è da considerarsi anche la radice dell’intensità della esperienza, dell’eccitazione, dell’entusiasmo, della determinazione, della forza di carattere, e che a volte, a livelli bassi, si manifesta come emotività negativa: paura, rabbia, odio, vendetta, ecc.. Geburah da sola indica la piena separazione e divisione e per questo viene associata al secondo giorno della Creazione. Leggiamo nella Bibbia: “Nel secondo giorno, Dio separò la Luce dalle Tenebre” e vi fu la divisione delle acque, quelle Superiori da quelle inferiori. E nella Bibbia non è scritto, per il secondo giorno, come per il primo, associato a Chesed, “ E Dio vide che era cosa buona”.
All’interno dell’Essere Divino, dicono i commenti biblici (come già abbiamo accennato), Geburah è stata la “Forza” necessaria per operare lo Zimtzum o Restrizione , l’atto tramite il quale la Luce Infinita che riempiva l’esistenza, venne completamente velata perché si potesse preparare lo spazio all’interno del quale sarebbe stata possibile l’esistenza delle creature finite. Tutto il male che è in noi deriva da questa Restrizione o Zimtzum la cui conseguenza è quella dell’invisibilità del Divino e quindi delle prove della sua esistenza. Il Creatore, essendo infinito, non può manifestarsi a noi limitati, siamo noi che ci dobbiamo proiettare sinceramente verso la sua luce e solo allora possiamo essere aiutati perché avremo trovato la giusta strada. Anche se Geburah è da considerarsi l’origine dell’oscurità delle cose nascoste e del senso di mancanza e di vuoto è pur sempre il veicolo più giusto. Lo spazio vuoto, come ci insegna anche la fisica moderna, non sarà mai completamente tale. Le onde energetiche si trasmettono anche attraverso lo spazio vuoto e per questo si può postulare l’esistenza di un campo unificato che è potenzialmente presente anche nel vuoto assoluto. Dal quale campo si possono estrarre particelle elementari tipo fotoni, gravitoni e altre. In Cabala, infatti si dice che lo Zimtzum non ha nascosto del tutto la Luce Infinita, ma al suo interno è rimasto un Reshimo o Rimanente. E che il Bene Assoluto non è stato tolto, ma solamente nascosto, ed è tenuto in serbo per “Coloro che temono Dio”.
Geburah (Forza) e Chesed (Amore) sono le origini delle due qualità fondamentali dell’animo: l’Amore e la Forza; l’attrazione e la repulsione. L’importanza del loro interagire si deduce dall’affermazione che queste due Sephirot sono le due ali dell’essere umano, ciò che lo rende simile agli angeli. È la ricchezza e l’espansione del nostro essere emotivo che ci dà la possibilità di volare, cioè di sollevarci al di sopra dell’attrazione gravitazionale della materia. La Cabala afferma che, nell’essere umano, la forza di volare non deriva dal mentale o sfera intellettuale, ma soprattutto dal coordinamento dell’amore con una sana e potente attività. Geburah da sola significa isolamento, significa disordine, entropia (seconda legge della termodinamica che prevede un evitabile aumento del grado di disordine nel sistema vitale), ma quando interagisce con Chesed passiamo sotto la legge dell’anti - entropia, secondo la quale la crescita e lo sviluppo della consapevolezza umana non hanno limite, dato che loro tramite si riesce a portare nella creazione un grado d’ordine sempre maggiore, ad infinitum.
Abbiamo quindi bisogno del realismo di Geburah per equilibrare l’idealismo di Gedulah o Chesed, altrettanto quanto abbiamo bisogno di temperare la giustizia con la grazia. Geburah è l’elemento dinamico della vita che porta attraverso e sopra gli ostacoli. Il tipo mancante di aspetti marziani non affronta mai la vita. Quando abbiamo imparato a renderci conto delle esperienze restrittive, abbiamo preso la prima delle iniziazioni di Geburah; e quando abbiamo imparato a perdere la nostra vita al fine di ritrovarla, abbiamo preso la seconda. Esiste un certo tipo di coraggio in Geburah che non teme la disgregazione, perché sa che tutti i principi spirituali sono indistruttibili. Geburah è distruttivo soltanto per ciò che è temporale; esso è il servitore di ciò che è eterno. Possiamo dire che è la sede della nostra coscienza. Non dobbiamo mai maledire la spada e considerarla strumento del demonio, essa stessa, se la consacriamo e la benediciamo, potrà sconfiggere qualunque male e il possente Khamael, Arcangelo di Geburah, guiderà i Seraphim nella battaglia, non con rabbia distruttiva, ma con temperanza e impersonalmente al servizio di Dio in modo che il male possa essere spazzato via e possa prevalere il bene assoluto.
L’immagine magica di un potente guerriero sul carro di battaglia indica la natura dinamica della forza di Geburah e così il chakra mondano, Marte. L’esperienza spirituale è la Visione di Potere. La corretta manipolazione del potere è una delle maggiori prove: si deve conoscere la legge dell’alternanza e della trasmutazione tramite sacrificio quando è necessaria la grazia e la severità, capire il momento di intervenire drasticamente per stroncare le situazioni negative sia nel governo della propria personalità sia in quello di una nazione. Colui che ha chiara la legge dell’alternanza capisce quando è il momento di aspettare, se vuole agire con profitto. Chi ha il Potere deve saper rinunciare a cose importanti per se stesso, a favore di altre che riguardano il bene della comunità. Il Sacrificio non imposto è il mezzo migliore per cambiare la forma e la funzione di un’energia, è in realtà la trasmutazione di una forza. Un atto di sacrificio per essere convertito in energia spirituale ha bisogno del macchinario sia psicologico che cosmico, ciò che sacrifichiamo brucia nel fuoco delle nostro desiderio e con la forza - vapore cosmica. Questa energia spirituale così ottenuta sarà libera di essere applicata ad altri meccanismi e quindi riapparire sul piano della forma nel modo desiderato.

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